La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

domenica 23 agosto 2015

Erdogan sacrifica la pace per rafforzare il suo potere personale

di Yvo Fitzherbert
Erdogan, preoccupato del successo elettorale dei Curdi in Turchia e delle loro vittorie militari riportate in Siria, preme per una guerra contro il PKK (Partito Comunista dei Lavoratori Ndt.) per rafforzare il proprio futuro politico.
La Turchia ha iniziato la sua campagna militare contro il PKK all’inizio di Agosto bombardando il villaggio Curdo di Zergele nel Kurdistan Iracheno, uccidendo almeno sei civili e disperdendo centinaia di altre persone. I raid aerei Turchi hanno bersagliato le basi del PKK nelle montagne del Kurdistan Iracheno sin dal 24 Luglio con operazioni selvagge che, secondo fonti vicine al governo, hanno ucciso almeno 260 militanti del PKK, fino a questo momento. Il bombardamento del villaggio di Zergele tuttavia costituisce il primo raid aereo diretto contro la popolazione civile in Iraq e ha causato molte critiche riguardo alla nuova politica della Turchia diretta contro i militant Curdi.
Zergele , un villaggio sulle montagne della regione di Qandil, e’ divenuto un simbolo per una ragione completamente diversa. Nel Marzo 2013, quando il PKK dichiaro’ il cessate il fuoco e fece partire il processo di pacificazione, Zegerle era il villaggio dove il PKK libero’ gli ultimi prigionieri Turchi consegnandoli a una delegazione Turca.
Otto prigionieri, sei di essi soldati Turchi, furono rilasciati in un gesto di pace. Il comandante anziano del PKK, che era responsabile della liberazione dei prigionieri rimasti, Heval Dersim, disse:” Oggi restituiamo questi otto prigionieri al governo Turco per ordine di Abdullah Ocalan. Questo e’ un gesto umanitario e costituisce la prova delle nostre intenzioni oneste per stabilire la pace tra Ankara e il nostro popolo”.
Dal momento del tragico massacro di Suruc, che fece 32 vittime dopo che un ordigno esplosivo fu fatto esplodere da un ex combattente di ISIS, la Turchia ha lanciato un attacco frontale contro la minoranza Curda. Non solo ha ripreso i bombardamenti delle basi del PKK, per la prima volta dall’estate del 2011, ma ha anche eseguito un brutale giro di vite contro gli attivisti Curdi e di sinistra in generale in tutta la Turchia, arrestando piu’ di 1300 persone nella scorsa settimana. Le manifestazioni vengono attaccate con sempre maggiore brutalita’ poliziesca. In molti quartieri i manifestanti hanno cominciato a usare le proprie armi da fuoco per opporsi alla polizia e le morti in entrambi i campi sono divenute comuni.
Contemporaneamente all’arresto degli attivisti di sinistra e Curdi, la Turchia ha anche bersagliato alcune cellule sospette di ISIS in Turchia e ha bombardato alcune postazioni di ISIS a Jarablus nel Nord della Siria. Questi attacchi aerei hanno preceduto gli attacchi alle postazioni del PKK, ma l’estensione delle operazioni contro i militanti Curdi mostra che l’offensiva contro ISIS viene usata come una cortina di fumo per coprire l’attacco contro la resistenza Curda- nella societa’ Turca come pure sulle montagne.
Il PKK ha risposto a questi sviluppi recenti con i suoi propri attacchi contro la stato Turco. Due poliziotti furono uccisi nella citta’ di confine di Ceylanpinar il giorno dopo il massacro di Suruc e militanti del PKK hanno attaccato un certo numero di soldati uccidendone piu’ di una dozzina. Qualche giorno dopo un attacco suicida contro una stazione militare Turca uccise tre soldati e ne feri’ altri 31. Il PKK ha anche assunto la responsabilita’ per atti di sabotaggio contro una condotta di petrolio che va dall’Iran alla Turchia, l’esplosione di un ponte vicino a Erzurum, come pure attacchi contro una diga vicino a Bitlis. Molta gente e’ preoccupata che questa escalation del conflitto possa rappresentare un ritorno alla violenza che ha caratterizzato la vita nella regione Curda della Turchia durante la maggior parte degli anni ’90.
Erdogan si vendica dei Curdi
La decisione di Erdogan di interrompere i negoziati di pace con i Curdi origina dalla sua sconfitta elettorale nelle ultime elezioni. L’AKB, per la prima volta da quando emerse come partito principale di governo nel 2002, ha perso 18 seggi in parlamento, necessari per raggiungere la maggioranza assoluta. La nemesi del AKP, durante tutta la campagna elettorale, il Partito Democratico del Popolo (HDP) pro-Curdo, ottenne il successo elettorale oltrepassando lo sbarramento del 10% necessario a entrare in parlamento; infatti ottenne il 13% del voto nazionale.
Erdogan perse molti membri del parlamento nel momento in cui i Curdi conservatori nel Sud-Est della Turchia cambiarono la loro alleanza dall’AKP all’HDP en masse. Il ruolo strumentale dell’HDP nel bloccare l’opzione della maggioranza assoluta di Erdogan- che gli avrebbe permesso di spingere una riforma costituzionale che avrebbe aumentato i suoi poteri personali- ha fatto imbestialire il presidente, e Erdogan sembra determinato a ottenere vendetta.
La ragione per il mancato supporto dei Curdi conservatori per Erdogan deriva dal suo fallimento di far procedere il processo di pace come pure le sue politiche dubbie in Siria. Lo scorso Ottobre Erdogan in un discorso divenuto famoso disse che “Kobane sta per cadere”. Questo determino’ proteste di massa in tutte le aree Curde della Turchia, con il risultato di dozzine di morti; eventualmente Erdogan fu costretto ad autorizzare che i Peshmerga Curdo-Iracheni potessero utilizzare il territorio Turco per entrare a Kobane e aiutare le milizie Siriane del YPG/YPJ nella difesa della citta’.
Erdogan non ha mai accettato l’idea delll’autonomia Curda che si e’ rafforzata sempre di piu’ nel Nord della Siria. Egli, in qualita’ di oppositore dichiarato del presidente Assad, ha contribuito notevole supporto a diverse forze di opposizione Islamiche e secolari in Siria e ha permesso a ISIS di condurre attivita’ entro il territorio della Turchia e di attraversare i suoi confini per contrabbandare petrolio e combattenti.
Quando YPG/YPJ ottennero una vittoria importatante lo scorso Giugno, conquistando la citta’ di confine di Tel Abyad dall’ISIS, Erdogan reagi’ con stizza e annuncio’ che:”Noi non permetteremo mai la creazione di uno stato (Curdo Ndt.) nel Nord della Siria e nel nostro Sud. Continueremo a combattere per questo, costi quel che costi”. Questa reazione dimostra che Erdogan e’ sempre stato piu’ a suo agio con i territori controllati da ISIS al confine Turco che con l’esperimento Curdo di autonomia.
E cosi’, quando gli USA cominciarono a collaborare strettamente con le forze di YPG/YPJ a Rojava, la regione nel Nord della Siria controllata dai Curdi, l’inquietitudine di Erdogan rispetto a questa situazione aumento’ ancora di piu’
Erdogan ha sfruttato l’opportunita’ di ostacolare le vittorie recenti dei Curdi facendo un accordo con gli Americani e dando loro accesso alle basi aeree della Turchia che da’ la possibilita’ ai militari USA di aumentare la capacita’ dell’aviazione USA sopra lo spazio aereo Turco.
Rallentando il momento dell’HDP
Le vittorie dei Curdi hanno coinciso con il successo dell’HDP nell’unire il movimento Curdo con un numero crescente di cittadini Turchi, liberali e di sinistra. Dato che il CHP, il partito di opposizione piu’ grande, e’ troppo collegato alla vecchia elite Kemalista, che persiste nella sua opposizione ai diritti dei Curdi, l’HDP e’ stato capace di attrarre il voto di persone con background diverso su una piattaforma di unione e riconoscimento delle minoranze. La tattica ha chiaramente avuto successo dando cosi’ la possibilita’ all’HDP di ottenere 80 seggi alle ultime elezioni.
Oltre a bloccare i piani megalomani di Erdogan per maggiori poteri presidenziali, il successo dell’HDP rappresenta anche un nuovo sviluppo nella politica nazionale Turca; si tratta di un riconoscimento delle colpe del nazionalismo Turco e un desiderio di cambiamento all’interno dell’identita’nazionale Turca. Il partito stesso e’ stato supportato da Abdullah Ocalan che ha definito l’HDP:”l’erede dell’eredita’ storica della lotta rivoluzionaria” e che ha affermato da lungo tempo che la lotta per l’autonomia democratica non e’ limitata solo ai Curdi.
La crescente popolarita’ dell’HDP, stimolato dal fascino seducente del suo co-presidente, Salahattin Demirtas, e’ stata una delle ragioni principali per cui Erdogan ha voltato le spalle al processo di pace con il PKK. Lo scorso Marzo, diversi rappresentanti dell’HDP e del AKP si incontrarono e annunciarono l’Accordo di Dolmabahce, che era stato deciso per dare la spinta iniziale a una nuova fase dei negoziati con un comitato di monitoraggio indipendente. Tuttavia, appena dopo l’annuncio, Erdogan rigetto’ l’accordo e dichiaro’ che “ Non esiste un problema Curdo”.
In una intervista recente, Demirtas ha affermato che la ragione per cui Erdogan ha rifiutato l’accordo di Dolmabahce, anche se l’aveva supportato fino a quell momento, era perche’ egli era stato informato della crescente popolarita’ del HDP da parte delle agenzie dei sondaggi d’opinione. Come risultato egli assune una retorica piu’ nazionalista e vocale durante le elezioni, sperando di attrarre i voti dei nazionalisti.
Il fatto che questa tattica sia poi fallita miseramente ha pero’ indotto Erdogan a chiedere vendetta dall’HDP. Per il presidente assetato di potere il processo di pace era sempre e solo stato uno strategemma per assicurarsi e per proteggere la sua base elettorale Curda. Egli pensava che investendo nello sviluppo di una regione Curda, fianco a fianco a un accordo di pace favorevole, sarebbe sempre stato in grado di imporre la posizione dell’AKP quale forza dominante tra i cittadini Curdi.
Tuttavia la popolarita’ crescente dell’HDP ha ridotto in briciole la grande visione di Erdogan per la regione Curda. In questo senso, l’ultimo assalto al PKK e agli attivisti Curdi e’, piu’ in generale, il risultato della posizione indebolita di Erdogan. Non esiste nessun incentivo per il presidente a far ripartire la trattativa per la pace con il PKK, dato che egli sa che non c’e’ piu’ nessun bisogno di difendere la sua inesistente base elettorale fra i Curdi.Invece, Erdogan spera che il conflitto con il PKK possa far salire la febbre nazionalista che gli fara’ guadagnare abbastanza supporto nelle prossime elezioni, che egli potrebbe in teoria annunciare entro la fine dell’anno.
Il movimento Curdo risponde
Il giro di vite recente sui Curdi in Turchia costituisce definitivamente un arretramento profondo del processo di pace voluto da cosi’ tanta gente in tutta la Turchia. Il PKK ha gia’ risposto con una serie di attacchi diretti contro lo stato Turco e le sue forze di sicurezza. Il tutto inizio’ quando un gruppo affiliato al PKK uccise due agenti di polizia a Ceylanpinar e da allora i militanti del PKK hanno attaccato un certo numero di altri obiettivi. Dal 25 Luglio il PKK ha lanciato tre attacchi a Diyarbakir e molti altri in tutta la regione Curda. Molti obiettivi sono stati diretti contro le unita’ speciali dell’esercito Turco.
Le rappresaglie iniziarono con un attacco a Ceylanpinar per il quale il PKK non ha assunto la responsabilita’. Si crede invece che il YDH-H abbia materializzato l’attacco. Il YDG-H e’ una relativamente nuova organizzazione di giovani Curdi nelle citta’ Turche che sono affiliati con i militant del PKK che si trovano sulle montagne di Qadil. Quando Qandil e Demirtas insieme incitarono i Curdi a scendere nelle strade lo scorso Ottobre per protestare contro l’affermazione di Erdogan che Kobane stava per cadere, l’YDG-H si mise alla testa della protesta. I suoi membri scesero nelle piazza con armi da fuoco e si scontrarono con gli Hezbollah Curdi, un’organizzazione Islamica che originariamente fu fondata e finanziata dal governo Turco per contrastare il PKK negli anni ’90.
Al contrario dello scorso Ottobre, Demirtas si e’opposto alla richiesta di chiamare proteste di piazza e ha invece chiesto che il governo Turco e il PKK, insieme, “silenzino le armi”. Demirtas sa che egli non puo’ controllare l’YDG-H e quindi sta chiedendo alla Turchia di evitare un ritorno allo scenario della guerra civile. Se la Turchia viene spinta verso la Guerra civile, l’HDP si trovera’ nella condizione di non poter fare piu’ nulla. L’YDG-H puo’ essere affiliato con un movimento Curdo molto piu’ grande ma puo’ anche essere un’organizzazione autonoma nel suo proprio diritto.
Negli anni ’90 i Curdi avevano cosi’ tanta paura dello stato Turco che evitavano persino di parlare la loro lingua in pubblico. Grazie in parte alla crescita dell’HDP, quale forza centrale nella politica principale Turca, queste paure sono state rimpiazzate da un senso di fierezza per cio’ che il movimento Curdo ha ottenuto in questi ultimi 25 anni. E se Erdogan continua a sacrificare il processo di pace per rafforzare il suo potere personale, i giovani Curdi incazzati come quelli del YDG-H saranno pronti a rispondere.
Yvo Fitzherbert e’ un giornalista freelance basato a Istanbul. Scrive per un certo numero di pubblicazioni, con un focus particolare sulle politiche dei Curdi. Seguitelo su Twitter a @yvofitz.

Fonte: Znet Italy
Originale:
Traduzione di Francesco D’Alessandro
© 2015 Z Net Italy-Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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