La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 18 settembre 2015

Pensiero critico in rassegna: oltre la gabbia della restaurazione

di Roberto Ciccarelli
«Rivo­lu­zione e restau­ra­zione» è il tema scelto per la prima con­fe­renza ita­liana di «Histo­ri­cal Mate­ria­lism», la rivi­sta inglese che da dieci anni orga­nizza in tutto il mondo con­fe­renze, work­shop e incon­tri sul mar­xi­smo e il pen­siero cri­tico radi­cale. Da giovedì e fino a sabato a Roma, alla terza uni­ver­sità in via Ostiense 234/236 (Metro Mar­coni), al Cen­tro sociale La Strada e al cowork Mil­le­piani (Metro Gar­ba­tella) 130 stu­diosi e ricer­ca­tori, filo­sofi e non solo, pro­ve­nienti da tutto il mondo si con­fron­te­ranno a par­tire da quat­tro tema­ti­che: la teo­ria mar­xi­sta, il diritto alla città, il potere e la crea­zione di nuove isti­tu­zioni e l’attualità gene­rata dal disor­dine mondiale.
Quello che si pre­sen­ta ai curiosi, agli stu­denti e a tutti coloro che sono inte­res­sati a que­sti temi sarà uno sce­na­rio poco con­sueto nel nostro paese. Abi­tuati ormai ai festi­val di filo­so­fia, o della let­te­ra­tura, dove chi conta è l’«autore» che parla in una lezione fron­tale e impar­ti­sce alla folla radu­nata nelle piazze il peso del suo sapere o dei suoi vati­ci­nii, qual­cuno resterà stu­pito dal vedere un altro «set».
Il mega-incontro si svol­gerà in con­tem­po­ra­nea ed è stato orga­niz­zato in cen­ti­naia di micro-conferenze e dibat­titi tema­tici com­po­sti da brevi rela­zioni, il com­mento di uno o più «discus­sant» e il dibat­tito con il pub­blico. Lo stile è quello oriz­zon­tale del con­fronto e della discus­sione, chi ha un sapere acqui­sito durante le sue ricer­che e le pra­ti­che mili­tanti lo mette a dispo­si­zione di chi stu­dia o ha fatto le stesse espe­rienze in un’altra nazione, o in un altro con­ti­nente. Lo stile è demo­cra­tico ed è ispi­rato all’idea di labo­ra­to­rio o semi­na­rio, un «espe­ri­mento» lo defi­ni­scono gli orga­niz­za­tori ita­liani della con­fe­renza romana che hanno fre­quen­tato le con­fe­renze annuali lon­di­nesi di «Histo­ri­cal Mate­ria­lism», diven­tate ormai un appun­ta­mento fisso a livello mon­diale e cele­bri anche per la for­mula, forse sovrab­bon­dante: quella che intrec­cia cen­ti­naia di con­fe­renze, in maniera con­tem­po­ra­nea, nello stesso giorno.
«Il nostro pro­getto è quello di orga­niz­zare una con­fe­renza lar­ga­mente inter­na­zio­nale con ospiti in gran parte stra­nieri – afferma Jamila Mascat, filo­sofa e com­po­nente del comi­tato orga­niz­za­tivo ita­liano con Dario Gen­tili, Michele Filip­pini, Giu­seppe Alle­gri, Chiara Giorgi, Luisa Corna e Eleo­nora Forenza – Il nostro obiet­tivo è costruire un dia­logo inter­na­zio­nale non ristretto solo al mar­xi­smo ma allar­gato al campo degli studi cri­tici. Il tema “rivo­lu­zione e restau­ra­zione” l’abbiamo scelto per­ché quest’anno è il bicen­te­na­rio del Con­gresso di Vienna. Il nostro ten­ta­tivo è di pen­sare oggi la rivo­lu­zione nella restau­ra­zione. Viviamo infatti in una fase di riflusso in cui nel fem­mi­ni­smo, come nelle lotte del pre­ca­riato, quelle della logi­stica e dei migranti o per il diritto alla città, si spe­ri­men­tano forme di lotte e tra­sfor­ma­zioni rivo­lu­zio­na­rie che nego­ziano mar­gini di agi­bi­lità nel pro­cesso di restau­ra­zione neo-liberista, in par­ti­co­lare dal 2007 a oggi. Il pro­blema che vogliamo affron­tare è il seguente: come pos­sono le nuove sog­get­ti­vità che recla­mano i diritti dal basso e creano nuove isti­tu­zioni evi­tare di essere assor­biti dai mec­ca­ni­smi della “restau­ra­zione” a cui siamo tutti sottoposti?».
Una sto­ria ere­tica delle idee
Riper­cor­rere la sto­ria di una rivi­sta come Histo­ri­cal Mate­ria­lism (www​.histo​ri​cal​ma​te​ria​lism​.org) è par­ti­co­lar­mente inte­res­sante per rico­struire le fila di una parte del pen­siero cri­tico e radi­cale a livello glo­bale e rac­con­tare come il mar­xi­smo tra­di­zio­nale si è aperto e intrec­ciato con il fem­mi­ni­smo, gli studi sul post-colonialismo, la filo­so­fia fran­cese al di fuori del deco­stru­zio­ni­smo e della cosid­detta «French Theory» espor­tata dai dipar­ti­menti ame­ri­cani di let­te­ra­tura. «HM», come viene e defi­nita una rivi­sta che ha pub­bli­cato ad oggi più di 150 libri e orga­nizza con­fe­renze di stu­dio dagli Stati Uniti all’India o all’Australia, ha un altro modello di rife­ri­mento: il rap­porto tra poli­tica e cul­tura, tra pra­ti­che mili­tanti e ela­bo­ra­zione teo­rico che costi­tui­sce il punto di rife­ri­mento per più di una gene­ra­zione di intel­let­tuali e attivisti.
Tutto nasce nel 1997, quando «HM» è stata fon­data, pro­dotto della ricerca mar­xi­sta nell’università inglese, una cor­rente ampia e tut­ta­via nasco­sta che aveva il cen­tro in un semi­na­rio alla Lon­don School of Eco­no­mics. A quel tempo la ricerca riflet­teva sull’impasse nel rap­porto tra teo­ria mar­xi­sta e la sini­stra radi­cale inglese. Le matrici cul­tu­rali della rivi­sta erano a quel tempo in gran parte tro­ski­ste, una cor­rente poli­tica che in Inghil­terra ha avuto un ruolo molto più ampio che in altri paesi. Poi c’erano cor­renti della sini­stra labu­ri­sta e di quella liber­ta­ria.
«Le cata­strofi dell’era That­cher erano die­tro di noi, men­tre il nuovo ciclo delle lotte di Seat­tle non era ancora ini­ziato», ha rac­con­tato Seba­stian Bud­gen, uno dei mem­bri del comi­tato edi­to­riale insieme, tra gli altri, al gram­sciano Peter Tho­mas e allo stu­dioso posto­pe­rai­sta Mat­teo Man­da­rini -. Lo sce­na­rio cul­tu­rale risen­tiva pie­na­mente della rivo­lu­zione neo­li­be­ri­sta che aveva cam­biato segno e dai con­ser­va­tori era pas­sata alla «Terza Via» di Anthony Gid­dens, del «blai­ri­smo» trion­fante, quando il «neo­li­be­ri­smo» diventò la ban­diera del par­tito labu­ri­sta, segnan­done la tra­sfor­ma­zione nel «par­tito dell’estremismo cen­tri­sta», pila­stro di un sistema eco­no­mico alta­mente finanziarizzato.
«HM» ha fatto il lavoro della talpa, si è strut­tu­rato e oggi resti­tui­sce un pano­rama ben più ampio e plu­ra­li­stico dove è pos­si­bile con­durre quella che una volta Marx definì l’«impietosa cri­tica di tutto ciò che esi­ste», a par­tire dallo stesso mar­xi­smo. «Lo scopo di una cri­tica mar­xi­sta oggi — affer­mano gli edi­tori della rivi­sta — è offrire un’analisi auto­ri­fles­siva della cono­scenza senza natu­ra­liz­zare o rei­fi­care la sepa­ra­zione tra i suoi set­tori. Que­sta rivi­sta è un forum mar­xi­sta che col­tiva con­tatti inter­na­zio­nali e ospita ricer­che pro­ve­nienti anche da paesi non anglo­foni. è il nostro modo di con­tri­buire alla denun­cia del capi­ta­li­smo in tutto il mondo».
Il pro­gramma
I cen­tro trenta inter­venti pre­vi­sti nella con­fe­renza romana di «Histo­ri­cal Mate­ria­lism» (da ieri a sabato all’università di Roma Tre, al Csoa La Strada e al cowork Mil­le­piani) sono stati sele­zio­nati a par­tire da una «call for paper». I rela­tori hanno inviato a giu­gno scorso i temi e gli abstract dei loro inter­venti che sono stati suc­ces­si­va­mente sele­zio­nati dal comi­tato orga­niz­za­tore dell’iniziativa e siste­mati in decine di «panel» seguendo i seguenti assi tema­tici: «il mar­xi­smo e la filo­fia: il dibat­tito ita­liano e i suoi effetti inter­na­zio­nali» al quale, tra gli altri par­te­ci­pe­ranno Roberto Finelli e Ric­cardo Bel­lo­fiore. Oli­via Fio­rilli e Renato Busa­rello («Quee­ring Mar­xism», il loro semi­na­rio); Cri­stina Morini e Vale­ria Ribeiro Coros­sacz. Si par­lerà di Marx e Fou­cault (con Elet­tra Sti­milli e San­dro Chi­gnola), di Marx e Spi­noza (con Vit­to­rio Mor­fino). Il filo­sofo Paolo Virno pre­sie­derà una ses­sione sabato dove si par­lerà di «mar­xi­smo e con­ti­nuità capitalistiche».
Il secondo asse tema­tivo è «Il nuovo disor­dine mon­diale: crisi, con­flitti, tra­sfor­ma­zioni delle lotte di classe». In que­sto qua­dro sabato al «Mil­le­piani» in via Nicolò Ode­rosi terrà la con­fe­renza su «Rivo­lu­zione e restau­ra­zione» con il filo­sofo e sena­tore del par­tito demo­cra­tico Mario Tronti, Gia­como Mar­ra­mao, Ste­fano Azzarà e Ida Domi­n­jianni. Non man­cherà una rifles­sione sulla cate­go­ria gram­sciana di «rivo­lu­zione pas­siva», par­ti­co­lar­mente utile per spie­gare il titolo della con­fe­renza «Rivo­lu­zione e restau­ra­zione». La discus­sione è stata affi­data a Pasquale Voza ieri nell’aula 26 di Roma Tre in un panel coor­di­nato dall’euro-deputata de «L’altra Europa con Tsi­pras» Eleo­nora Forenza.
Il terzo asse tema­tico è quello del «diritto alla città», un con­cetto pro­po­sto dal geo­grafo David Har­vey e assunto nel pen­siero cri­tico. Si pre­vede tra gli altri un semi­na­rio sull’«economia urbana» con un inter­vento di Maria Rosa­ria Marella e Daniela Festa sulla «sha­ring eco­nomy». L’ultimo asse è quello dei «poteri, forme orga­niz­za­tive e nuove isti­tu­zioni» che pre­senta tra l’altro un incon­tro con Ales­san­dro Arienzo, Paolo Napoli e Pie­ran­gelo Schiera sul tema «Isti­tu­zioni e gover­nance» (domani) e un incon­tro con Giu­seppe Alle­gri e Giu­seppe Bron­zini che riflet­te­ranno sui con­flitti e le forme della poli­tica nell’Europa tede­sca. Il pro­gramma com­pleto, com­pren­sivo di orari e date, è su: hmro​me2015​.word​press​.com.

Fonte: il manifesto 

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