La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 19 settembre 2015

Ungheria, le 5 domande scomode per Ban Ki-moon

di Augusto Rubei
Le immagini degli scontri con la polizia al confine serbo-ungherese hanno sollevato l’indignazione di molti, anche del segretario generale dell’Onu: "Sono rimasto scioccato – ha detto - a vedere come vengono trattati rifugiati e migranti”.
Vero, sono rimasto scioccato anch’io quando ho visto alcuni agenti della polizia ungherese tirare qualche panino in mezzo a una folla di siriani affamati, manco fossero bestie. Però Ban Ki-moon dovrebbe essere un tantino più accorto quando si erge a difensore della giustizia sociale. Se avessi modo di incontrarlo glielo farei capire a modo mio, con queste domande:
1) Gentile Segretario, si è detto scioccato per la repressione dei migranti siriani messa in atto dalle forze ungheresi. La scioccò allo stesso modo l’elezione dell’Arabia Saudita a stato membro del Consiglio Onu per i diritti umani nel 2013? Perché, in quel frangente, non mostrò alcuna indignazione nel merito?
E’ a conoscenza del fatto che l’Arabia Saudita è uno di quegli Stati in cui le corti continuano a imporre punizioni corporali, inclusa l'amputazione delle mani e dei piedi per i ladri e la fustigazione per alcuni crimini come la "cattiva condotta sessuale" e l'ubriachezza? E’ a conoscenza del fatto che in Arabia Saudita sia in vigore la pena di morte (no, nessuna polemica pretestuosa sulle sue passate dichiarazioni, Segretario)? E sa che le donne saudite subiscono forti discriminazioni in molti aspetti della loro vita, compresa la famiglia, l'educazione, l'occupazione e il sistema giudiziario? E che fino a poco tempo fa sulle strade pubbliche alle donne non era permesso di portare nemmeno una bicicletta? E che ancora oggi gli è vietata la guida di autoveicoli?
2) Il 28 maggio scorso, in un’intervista a La Stampa ha detto che “i profughi vanno aiutati” e che “è sbagliato colpire i barconi in Libia”. Il 14 settembre l’Ue ha dato il via libera alle fase due della missione anti-scafisti. Questo significa che dopo il primo approccio al salvataggio dei barconi inizierà la caccia attiva. Non la considera un’azione di guerra? O almeno un’ingerenza negli affari interni di un Paese estero? L’Onu sta vigilando sulle operazioni via mare? Perché finora non c’è stato alcun coinvolgimento del Consiglio di Sicurezza?
3) Oggi l’est dell’Ucraina è in fiamme. Sono in fiamme anche i villaggi settentrionali della Nigeria, è in fiamme la Libia, l’Iraq e la Siria. Non crede che di fronte a questi scenari da parte dell’Onu vi sia stato un atteggiamento, per usare un eufemismo, un po’ pilatesco? Possiamo chiamarla ipocrisia o come altro vuole, ma è innegabile che le Nazioni Unite da baluardo del mantenimento della pace nel mondo negli anni si siano trasformate in un gigantesco e vecchio organo amministrativo. Non crede?
4) Nel 2008, nel pieno della crisi mondiale del cibo, il cosiddetto “tsunami silenzioso”, perché l’Onu è restata in silenzio? Perché si è limitata ad esprimere parole di circostanza senza provare a smuovere le coscienze dei membri permanenti all’interno del Consiglio di Sicurezza? Lo sa che le principali ragioni dell’improvvisa crisi sono umane e politiche?
5) Il 24 dicembre 2014 è entrato in vigore il trattato delle Nazioni Unite sul commercio internazionale di armi, che vieta ogni esportazione bellica, di armi sia pesanti che leggere, verso Paesi che potrebbero usarle in violazione dei diritti umani. Un trattato che lei stesso ha definito “storico”. In Italia noi abbiamo una legge in materia fin dal 1990 (la legge 185), ma continuiamo sistematicamente a violarla. Proprio l’Arabia Saudita, accusata di finanziare in modo occulto cellule terroristiche, è il nostro principale acquirente con quasi 300 milioni di export autorizzato nel 2013. Poi il Brasile, il Pakistan, le Filippine, l’Egitto e così via, passando per la Turchia, l’Iraq, il Qatar. Insomma, tutti Paesi molto sobri, in pace con il mondo e con se stessi, si fa per dire. Tuttavia, l’Italia non è certo la sola a violare il trattato siglato. Perché dall’Onu non si è mai levata un’accusa nei confronti di chi infrange il diritto fomentando nuove guerre e contribuendo a creare milioni di rifugiati nel mondo? L’ultimo colpo Renzi lo ha messo a segno qualche settimana fa, vendendo al Qatar una commessa di 28 cacciabombardieri Eurofighter. Vuole lanciare un appello alla pace e ripulirsi per un’ultima volta la coscienza? Andiamo, Segretario, è il suo momento!

Fonte: MicroMega online - blog dell'autore

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