La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 12 settembre 2015

Clima, il cappio dei poveri

di Geraldina Colotti
Giu­sti­zia ambien­tale e cam­bia­menti cli­ma­tici – Verso Parigi 2015. Que­sto il titolo del mee­ting inter­na­zio­nale che è ter­minaminato ieri a Roma all’Istituto Patri­stico Augu­sti­nia­num con l’udienza di papa Ber­go­glio sulla crisi climatica.
Un con­fronto pro­mosso dalla Fon­da­zione per lo svi­luppo soste­ni­bile, con il patro­ci­nio del Pon­ti­fi­cio Con­si­glio della Giu­sti­zia e della Pace e del Pon­ti­fi­cio Con­si­glio per gli Ope­ra­tori Sani­tari. Ha col­la­bo­rato all’iniziativa anche Poste ita­liane, per sot­to­li­neare la cen­tra­lità della Green Stra­tegy nel piano dell’azienda e anche le sue poli­ti­che “di inclu­sione sociale”, con nuove assun­zioni di immi­grati agli sportelli.
Al con­ve­gno hanno par­te­ci­pato alcuni dei più impor­tanti esperti mon­diali del set­tore – da Achim Stei­ner (Diret­tore ese­cu­tivo Unep) a Nicho­las Stern (pre­si­dente Gran­tham Research Insti­tute), da Jef­frey Sachs (diret­tore Earth Insti­tute – Colum­bia Uni­ver­sity) a José Maria Vera Vil­la­cian (diret­tore della Ong spa­gnola Oxfam Inte­mon, parte di Oxfam Inter­na­tio­nal) al mini­stro dell’Ambiente Gian Luca Gal­letti. Le orga­niz­za­zioni e gli isti­tuti a cui appar­ten­gono cer­che­ranno di influire sulla Cop21 di Parigi (dal 30 novem­bre all’11 dicem­bre) fidando anche sull’indirizzo del meeting.
Sullo sfondo, l’Enciclica del papa sull’ambiente – Lau­dato si’ -, che riprende l’incipit del Can­tico delle Crea­ture. Un testo che mette l’accento sui nodi dello svi­luppo capi­ta­li­stico e ne denun­cia le asim­me­trie. Una visione che, in alcuni punti, fini­sce per inter­ro­gare anche la divi­sione in classi di cui la chiesa è stata sem­pre garante. Per que­sto, l’Enciclica ha avuto un posto cen­trale anche nel secondo incon­tro voluto da Ber­go­glio con le orga­niz­za­zioni popo­lari, che si è svolto in Boli­via durante il suo recente viag­gio in Ame­rica latina.
In quella sede, i movi­menti e i pre­si­denti che scom­met­tono sul “socia­li­smo del XXI secolo” hanno sot­to­li­neato le con­so­nanze tra i con­te­nuti dell’enciclica e il mes­sag­gio che por­tano nei sum­mit: “cam­biare il sistema per cam­biare il clima”. Lau­dato si’ parla di “decre­scita”, di “debito eco­lo­gico” tra Nord e Sud e del debito eco­no­mico che strozza i paesi poveri. Denun­cia i governi che sosten­gono le ban­che e non le popo­la­zioni, e accusa le mul­ti­na­zio­nali, che vanno al sud a fare quel che non gli viene per­messo nel primo mondo: e che “quando ces­sano le loro atti­vità e si riti­rano, lasciano grandi danni umani e ambien­tali, come la disoc­cu­pa­zione, vil­laggi senza vita, esau­ri­mento di alcune riserve natu­rali, defo­re­sta­zione, impo­ve­ri­mento dell’agricoltura e dell’allevamento locale, cra­teri, col­line deva­state, fiumi inqui­nati e qual­che opera sociale che non si può più sostenere”.
I rap­pre­sen­tanti del Vati­cano – padre Augu­sto Chendi e il potente car­di­nale hon­du­re­gno Oscar Rodrí­guez Mara­diaga – hanno ripreso alcuni temi dell’enciclica. Chendi ha ricor­dato che i cam­bia­menti cli­ma­tici inci­dono mag­gior­mente sui paesi poveri. Senza un’inversione di rotta, nei pros­simi anni altri 50 milioni di per­sone si aggiun­ge­ranno ai 200.000 sfol­lati a causa dei disa­stri ambien­tali o dei cam­bia­menti cli­ma­tici a cui non pos­sono sopravvivere.
I paesi poveri hanno minori risorse finan­zia­rie, tec­ni­che e gestio­nali per ridurre la pro­pria vul­ne­ra­bi­lità di fronte alla crisi cli­ma­tica. Gli effetti del riscal­da­mento glo­bale pesano soprat­tutto su quei 2,6 miliardi che hanno un red­dito infe­riore a 2 dol­lari al giorno. Cifre che fanno appa­rire quan­to­meno dis­so­nante la pre­senza di Mara­diaga, arci­ve­scovo di Tegu­ci­galpa, aperto soste­ni­tore dei gol­pi­sti che, in Hon­du­ras, hanno “depo­sto” l’allora pre­si­dente Manuel Zelaya per­ché aveva osato vol­gere lo sguardo alle nuove alleanze soli­dali dei paesi dell’Alba. Un reli­gioso che – nelle parole dei preti di base, che lo accu­sano di com­pli­cità anche con i regimi mili­tari pre­ce­denti — “si è com­por­tato più da colon­nello che da pastore”.
Tut­ta­via, il mee­ting con­fida nel mes­sag­gio di Ber­go­glio, che il pros­simo 23 set­tem­bre andrà a incon­trare Obama alla Casa Bianca. In quell’occasione, si par­lerà anche di que­stioni ambien­tali e acco­glienza ai rifu­giati. Gli impe­gni assunti dai governi fino ad ora in vista della Cop21, non bastano: seguendo i trend attuali, si va verso un aumento delle tem­pe­ra­ture com­preso tra i 3,7 e i 4,8 gradi cen­ti­gradi che avrebbe effetti cata­stro­fici soprat­tutto sui paesi più poveri.
Se anche tenes­sero fede agli impe­gni presi da qui al 2030, molti paesi avranno ancora emis­sioni di Co2 pro-capite troppo ele­vate: a sca­pito di altre regioni che, come l’America latina o l’Africa, non hanno respon­sa­bi­lità sto­rica nelle emis­sioni e il loro tasso pro-capite è basso, ma subi­ranno di più gli effetti della crisi cli­ma­tica. Gli Stati uniti emet­tono un miliardo di ton­nel­late in più di Co2 da quelli pre­vi­sti, e la Cina 3,7 miliardi.
“La crisi cli­ma­tica può ancora essere vinta – ha detto Edo Ron­chi, pre­si­dente della Fon­da­zione orga­niz­za­trice – a patto che si superi ‘la sin­drome del passo del gam­bero’: una gara a chi sta più indie­tro, pen­sando di poter sfrut­tare i bene­fici della ridu­zione delle emis­sioni di gas serra, rea­liz­zate però da altri. Come dice papa Fran­ce­sco, abbiamo biso­gno di una poli­tica che pensi con una visione ampia”.
Oggi – ha affer­mato Vera, di Oxfam Inter­mon – “il cam­bia­mento cli­ma­tico è una que­stione di scelta poli­tica. Si tratta di sce­gliere tra gli inte­ressi dei molti e gli inte­ressi di pochi: quelli di una élite pri­vi­le­giata che mira a con­se­guire bene­fici a breve ter­mine e ali­menta il cir­colo vizioso di povertà e disuguaglianza”.

Fonte: il manifesto

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.