La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 11 settembre 2015

Syriza deve rimanere al governo per proteggere le classi popolari

Intervista a Luciana Castellina di Argiris Panogopoulos
Rossana Rossanda e Luciana Castellina partecipano con SYRIZA alla battaglia per rovesciare l’Europa neoliberista mettendo in circolazione tra pochi giorni un libro elettronico (e-book) sulla Grecia. Le due militanti storiche della sinistra comunista democratica italiana e fondatrici de “Il Manifesto” hanno offerto ad “Avgi” la doppia prefazione del libro, mentre Luciana castellina spiega al giornale le ragioni che le hanno portato a questa decisione.
Con Rossana Rossanda avete preso molto a cuore la crisi greca…
"Tra pochi giorni si pubblicherà un libro eletronico e-book sulla Grecia. Ci saranno testi che hanno scritto tra gli altri Tsipras e Varoufakis, documenti di SYRIZA. Avrà due prefazioni, una di Rossana Rossanda e una mia. Tutte due abbiamo una posizione comune: siamo con Tsipras e SYRIZA."
Perché siete a favore di Tsipras e di SYRIZA?
"Questo è spiegato nel libro. Prima di qualsiasi altra cosa voglio dirti una cosa importante. Capisco come si sente ognuno di voi. Lo stato d’animo dopo tutto quello che è successo. Le rotture che si sono consumate. Il fatto che si tratta di problemi molto complessi che hanno tante sfaccettature. Che generano passioni e forti emozioni. Serve una discussione più calma e un tono piu fraterno e da compagni. Non ci sono amici e nemici, ma un dibattito difficile che ci riguarda tutti. Molti di noi, del gruppo storico de “Il Manifesto”, siamo a favore di Tsipras, per una importante ragione. Dobbiamo scegliere sempre tra due soluzioni, quale è la migliore o quale è la meno peggio. Quale è la migliore da una parte o quale fa meno male. Che cosa era meno pericoloso e doloroso per il popolo greco?"
Basta però solo questo per una persona di sinistra? Come ha visto la negoziazione con l’Europa?
"L’Europa si è comportata nel peggior modo possibile. La scelta era semplice. O rinunci e lasci gestire l’accordo alla Destra, sapendo che la gestione dell’accordo obbliga a delle scelte. È molto importante il modo in cui qualcuno gestirà l’accordo. Sapendo che questa cosa influenzerà la vita degli strati sociali più deboli. Che fai? Lasci questo compito nelle mani della Nuova Democrazia? O rimani al governo perché possa rappresentare una garanzia di maggiore giustizia e le persone saranno protette meglio? Non perché mi piace Tsipras, ma perché mi interessa che si salvano le persone."
Si poteva essere anche per la scelta alternativa dell’uscita dall’euro…
"Sembra che se qualcuno avesse lasciato l’euro non avrebbe pagato il debito! Il debito continuava a correre ed essere rimborsato nelle peggiori condizioni possibili. Tutti noi sappiamo che la Germania può uscire dall’euro, perché è forte e può affrontare la competizione internazionale. I piccoli paesi però, come la Grecia, o perfino anche l’Italia, sono nell’oceano dell’economia mondiale. Questi che si chiamiamo mercati possono provocare un vero massacro."
Che senso ha allora di rimanere in Europa?
"Possiamo mandarla a quel paese? È una grande discussione. Mi sembra che questi che lo dicono e con molta facilità sono fuori dalla realtà. Mi sembra che nessuno può gestire la globalizzazione in modo democratico. Andiamo verso una lotta di tutti contro tutti? Dove vinceranno i forti? O possiamo sperare di poter garantire un modo di democratico di vita? L’unico modo per farlo è di sperare che questo accade a livello periferico. L’Europa rappresenta una di queste aree. Dobbiamo dire che forse in Europa possiamo garantire un controllo politico e democratico. In Europa più che in qualsiasi altra regione del pianeta. Lo dice Balibar e perfino Toni Negri. L’Europa è il campo della lotta. Semplicemente perché è un angolo del mondo dove la sua storia e le sue lotte, i movimenti, le lotte di classe hanno portato alla conquista di grandi libertà politiche, sociali ed economiche. È una eredità che non possiamo e non dobbiamo buttare o abbandonare. Questo è il terreno dove forse, dico forse, abbiamo una speranza di conquistare un nuovo equilibrio di forze. Se abbandoniamo il terreno europeo perderemo anche l’ultima speranza per garantire una minima democrazia in un mondo globalizzato. È molto facile mandare a quel paese l’Europa, ma dopo che fai? Cosa poteva significare l’uscita della Grecia dall’euro? Non poter comprare medicine? Di importare carburanti per le navi passeggeri che collegano le isole? Di portare alla caduta del turismo che rappresenta una grande risorsa? L’uscita unilaterale dall’euro è possibile quando hai una forte economia."
Cosa dici di Schaeuble che voleva l’uscita della Grecia, forse per cinque anni…
"Della Grecia e chi avrebbe seguito, non sarebbe la sola. Crede che può scaricare i paesi che gli servono? Ma lo può fare la Grecia da sola? Si potrebbe creare un fronte del paesi del sud per uscire dall’euro. Ma per organizzarlo devi starci dentro."
Ma il governo di sinistra ha accettato un memorandum…
"Non credo che i memorandum dei socialisti e della destra sono gli stessi dell’accordo che è stato firmato, perché grazie alle resistenze di Tsipras è stata messa sul tavolo la questione del debito, della sua ristrutturazione o del suo prolungamento. È importante che sia sul tavolo. Se non c’era Tsipras avrebbero continuato a fingere che il debito è sostenibile. Questa è una grande conquista per creare un fronte. Il vostro governo è riuscito a garantire importanti investimenti per far riprender l’economia e creare nuovi posti di lavoro."
SYRIZA si è spaccata e la sinistra europea si frammenta sulla questione greca.
"Perché non possiamo restare uniti? 
Dobbiamo ammettere che la sinistra europea si spacca quando affronta il problema del governo e del potere. La sinistra, anche nei paesi che non aveva la forza di SYRIZA, si è trovata in situazioni dove le sue dimensioni erano importanti per la formazione di governi. O era necessaria per evitare la vittoria delle forze di destra o era insufficiente per sopportare i nuovi ruoli e equilibri. Sulla questione del governo la sinistra si è spaccata in Italia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Francia. La sinistra deve cominciare a funzionare con la logica di scegliere delle soluzioni per ogni problema. Quale è la migliore? Quale è la meno peggio? C’è anche un’altra soluzione, essere sempre nell’angolo dell’opposizione e di non influenzare gli avvenimenti o stare nell’attesa di fare la rivoluzione e conquistare il Palazzo di Inverno. Sarebbe meglio per le persone colpite dalla crisi che la sinistra greca tornasse al 10% e di avere al governo la Nuova Democrazia? Mi sembra un pensiero miserabile."
Per molti l’ondata di profughi e immigrati alimenta il populismo, il razzismo e la xenofobia…
"Devono capire una cosa, che l’Europa non potrà mai tornare ad essere quello che è stata una volta. La globalizzazione non ha liberalizzato solo i movimenti dei capitali, ma anche i spostamenti delle popolazioni, dei immigrati e dei profughi. È possibile vedere le scene che abbiamo visto sulla costa turca? I populisti, i razzisti e gli xenofobi devono capire che non possono fermare le persone che cercano una vita migliore o scappano dalle guerre. Saremo sempre di più un continente multietnico. Non dobbiamo scordare che oggi siamo un continente con pochi migranti paragonando con altri continenti o periferie del pianeta. Allora dobbiamo prepararci per questi scambi. L’Europa fortezza fa male a se stessa."

Fonte: Avgi

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