La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 12 settembre 2015

All’Onu, Kirchner batte i fondi avvoltoio

di Geraldina Colotti
Impor­tante vit­to­ria all’Onu dell’Argentina. L’Assemblea gene­rale ha appro­vato una ini­zia­tiva pro­mossa dal governo di Cri­stina Kirch­ner per fre­nare le azioni spe­cu­la­tive dei fondi avvol­toio. Il dispo­si­tivo pre­vede una serie di nuove norme che mirano a faci­li­tare i pro­cessi di ristrut­tu­ra­zione del debito sovrano da parte dei paesi in crisi. Per essere appro­vato, il dispo­si­tivo richie­deva la mag­gio­ranza sem­plice dei voti, che è stata ampia­mente supe­rata: 136 paesi a favore, 41 aste­nuti e 6 con­trari (Ger­ma­nia, Canada, Usa, Israele, Giap­pone, Regno unito). Tra le asten­sioni, quella della Colom­bia che pure ini­zial­mente — e come il resto dei paesi mem­bri del G-77 più Cina — aveva dato l’assenso.
Dopo il voto, vi sono state espres­sioni di giu­bilo: «In que­sto modo si favo­ri­sce la sta­bi­lità eco­no­mica, la pace sociale e il diritto dei popoli — ha affer­mato il mini­stro degli Esteri argen­tino Hec­tor Timer­man — Ristrut­tu­rare il debito sovrano è una misura che limita i fondi avvol­toio: i nuovi pirati del XXI secolo che, appro­fit­tando di un vuoto legi­sla­tivo glo­bale, hanno lucrato sulla povertà di molti paesi qui rap­pre­sen­tati». A causa dei fondi avvol­toio — che richie­dono il paga­mento pieno dei debiti con­tratti dall’Argentina durante il default del 2001 e non rico­no­scono la suc­ces­siva ristrut­tu­ra­zione inter­ve­nuta tra il governo e la mag­gio­ranza dei fondi — l’Argentina ha rischiato un nuovo fal­li­mento. I prin­cipi non sono vin­co­lanti, però indi­cano un «sen­tire comune»: l’insofferenza verso i tri­bu­nali inter­na­zio­nali subal­terni agli «avvol­toi». Il pros­simo passo è ora quello di arri­vare a regole comuni, appro­vate dai governi e rico­no­sciute a livello internazionale.
Intanto, in Argen­tina, il Con­si­glio supe­riore della magi­stra­tura ha deciso ad ampia mag­gio­ranza di sospen­dere il giu­dice Luis Mon­te­santo, per i suoi legami con il gruppo para­mi­li­tare Tri­ple A durante la dittatura.

Fonte: il manifesto

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