La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 9 settembre 2015

Droghe, una «finestra politica» in Italia?


 
di Franca Beccaria
Le poli­ti­che sulle dro­ghe di un paese sono par­ti­co­lar­mente sen­si­bili all’influenza di fat­tori e sog­getti esterni (con­ven­zioni Onu, diret­tive euro­pee, gruppi di pres­sione inter­na­zio­nali) e interni (sog­getti por­ta­tori di inte­ressi diversi) che eser­ci­tano la loro influenza sul pro­cesso deci­sio­nale e sull’implementazione delle politiche.
In Ita­lia il nuovo mil­len­nio è stato inau­gu­rato con una svolta repres­siva nella poli­tica sulle dro­ghe cul­mi­nata nella legge Fini-Giovanardi del 2006, che è stata raf­for­zata da una straor­di­na­ria ope­ra­zione di costru­zione sociale del pro­blema, avve­nuta attra­verso il brac­cio ope­ra­tivo del Dipar­ti­mento delle Poli­ti­che Anti­droga (DPA). Fino al 2014 il Dipar­ti­mento ha por­tato avanti un’intensa atti­vità di «ani­ma­zione del pro­blema» (pro­du­zione buli­mica di mate­riale infor­ma­tivo rivolto alla popo­la­zione e agli ope­ra­tori del set­tore), una siste­ma­tica ope­ra­zione di “dimo­stra­zione del pro­blema” (divul­ga­zione selet­tiva di dati e let­te­ra­tura scien­ti­fica a soste­gno di tesi pre­de­fi­nite) e la costante ricerca di «legit­ti­ma­zione del pro­blema» otte­nuta anche attra­verso il suo Comi­tato scien­ti­fico, costi­tuito da esperti in mag­gio­ranza ame­ri­cani, con sovra-rappresentanza delle neu­ro­scienze e della far­ma­co­lo­gia e totale assenza di epi­de­mio­logi, socio­logi e antro­po­lo­gici, per misu­rare e moni­to­rare la dimen­sione del feno­meno e i suoi cam­bia­menti, e di pro­fes­sio­ni­sti della cura delle dipendenze.
La costru­zione del pro­blema, pie­gata agli orien­ta­menti ideo­lo­gici del momento, è avve­nuta anche attra­verso la distri­bu­zione dei fondi pre­vi­sti dalla legge, in gran parte desti­nati a pro­getti sui danni della can­na­bis sul cervello.
Cosa suc­cede oggi?
E’ ragio­ne­vole ipo­tiz­zare che ci tro­viamo di fronte a una fine­stra poli­tica, un inter­vallo tem­po­rale in cui si veri­fi­cano con­di­zioni e oppor­tu­nità per la for­mu­la­zione di una nuova poli­tica. Dal punto di vista del pro­blema, il con­sumo può essere con­si­de­rato nor­ma­liz­zato, non solo per la sua dif­fu­sione, ma anche per la sua cre­scente accet­ta­bi­lità sociale e ridu­zione dello stigma del con­sumo a uso ricrea­tivo. Dal punto di vista delle poli­ti­che molte Regioni hanno appro­vato l’uso tera­peu­tico della can­na­bis e per la prima volta è stata pre­sen­tata una pro­po­sta di legge per la sua lega­liz­za­zione da parte di un ampio gruppo inter­par­la­men­tare. Inol­tre il qua­dro poli­tico potrebbe essere par­ti­co­lar­mente favo­re­vole al cam­bia­mento: un governo di diverso orien­ta­mento poli­tico, intense atti­vità di lobby por­tate avanti da gruppi di inte­resse, tra i quali tro­viamo anche le asso­cia­zioni dei con­su­ma­tori di canapa, il cui atti­vi­smo è piut­to­sto recente sulla scena ita­liana. A tutto ciò si aggiunga quanto sta avve­nendo nell’arena inter­na­zio­nale, con i cam­bia­menti nor­ma­tivi che stanno rapi­da­mente cam­biando lo sce­na­rio ame­ri­cano, la nuova legge uru­gua­iana, le spe­ri­men­ta­zioni euro­pee e l’attività di sen­si­bi­liz­za­zione a favore della lega­liz­za­zione delle dro­ghe por­tata avanti dagli auto­re­voli com­po­nenti della «Glo­bal Com­mis­sion on Drug Policy».
Basterà tutto ciò a supe­rare le diver­genze ideo­lo­gie che hanno carat­te­riz­zato i discorsi sulle dro­ghe nel nostro paese? Le oppor­tu­nità per aprire una fine­stra poli­tica che fac­cia entrare luce e porti all’archiviazione dell’oscurantismo dell’ultimo decen­nio ci sono.
E’ impor­tante però che non si resti abba­gliati solo dalla que­stione can­na­bis, ma si colga que­sta policy win­dow per una più ampia revi­sione nor­ma­tiva che includa i con­sumi di tutte le sostanze ille­gali e le rispo­ste da dare a coloro che si tro­vano in situa­zioni pro­ble­ma­ti­che, che, va ricor­dato, con­ti­nuano a esistere.

Fonte: il manifesto

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