La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 16 settembre 2015

L’autunno caldo della scuola

di Marina Boscaino
Si riparte! Lo abbiamo detto in molti – moltissimi – da Bologna lo scorso fine settimana. La due giorni, organizzata dal Comitato nazionale per il sostegno alla Lipscuola, ha dato un segno fortissimo, smentendo le cassandre estive e i disfattisti di tutte le stagioni: la mobilitazione riprende. 
Per essere chiara e prevenire le facili obiezioni di soloni e detrattori: non riprende ora perché abbiamo fatto un mese di vacanza (o 3, come risaputamente fanno quei mangiapaneatradimento fannulloni dei docenti). Ma, viceversa, perché dal 12 luglio, giorno dell’ultima grande assemblea del movimento a Roma, al 6 settembre abbiamo lavorato tutti perché l’iniziativa riuscisse. E ci siamo riusciti. 
Sabato 5 settembre i rappresentanti di parecchi tra i 37 comitati locali della Lip si sono incontrati a Bologna per discutere il futuro della Lipscuola.
Presentata nel 2006 come legge di iniziativa popolare Per la buona scuola per la Repubblica, con ben100mila firme certificate, nel 2014 essa è stata poi adottata come DDL alla Camera e al Senato da parlamentari appartenenti a diversi partiti dell’opposizione; abbinata nella discussione in commissione alla “Buona Scuola”, essa è decaduta con la definitiva approvazione del testo del governo. I comitati lavoreranno pertanto per elaborarne in modo collettivo e cooperativo una versione attualizzata, che tenga conto del nuovo contesto determinato dalla controriforma di Renzi e che sia pratica della democrazia, antidoto politico e culturale alla svolta autoritaria impressa dal PD alla vita istituzionale del nostro Paese. L’assemblea si è data appuntamento per il 12 e 13 dicembre a Napoli per aggiornare il percorso comune, che prevede la raccolta di firme sul testo della nuova LIP per la prossima primavera. 
9 ore di lavori, 350 persone presenti e rappresentanti 130 soggetti collettivi, 90 interventi serrati e articolati nel merito e nel metodo hanno fatto sì che il giorno dopo, sempre da Bologna, si levasse – ferma ed inequivocabile – la voce della scuola, chiamata a pronunciarsi su due temi precisi dalla precedente assemblea del 12 luglio a Roma: modalità di continuazione della mobilitazione e referendum abrogativo della legge 107. 
Sul primo la risposta è stata molteplice: adesione alla riunione nazionale delle RSU l’11 settembre a Roma; Notte Bianca della scuola il 23 settembre in tutta Italia; sollecitazione e appoggio ai sindacati per una manifestazione nazionale e uno sciopero generale unitario della scuola in tempi brevi. Si è poi indicata una gamma di azioni di contrasto di singoli aspetti della normativa imposta al Paese e alla scuola a colpi di fiducia: assemblee sindacali in tutti gli istituti scolastici il primo giorno di scuola; modelli di mozione per ostacolare la composizione e l'attività del comitato di valutazione, che andrà combattuto anche con la fondamentale collaborazione degli studenti; flash mob davanti alle sedi delle Regioni; fiaccolata il 19 dicembre; adesione al 9 ottobre, giornata di mobilitazione dell'Unione degli Studenti. 
All'assemblea ha partecipato una consistente rappresentanza di docenti precari, vittime principali della demagogia e del dilettantismo della Buona Scuola. A proposito di un possibile referendum abrogativo, l’assemblea ha concordato un percorso che ne vagli la fattibilità – sia nel metodo sia nel merito –, con scadenza da celebrare nella primavera del 2017. Da una parte è infatti necessario considerare il monito dei costituzionalisti, che hanno sottolineato la delicatezza del tema, per motivi sia tecnici sia politici. Dall’altra va assunta una prospettiva sociale più ampia, associando il tema della scuola ad altri elementi dell’attuale emergenza democratica: ambiente, lavoro, riforme istituzionali ed elettorali. 
Per questa ragione sono stati invitati alcuni soggetti portatori di punti di vista significativi: Comitato Acqua Bene Comune, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Libertà e Giustizia, Fiom, che per parte loro si sono dimostrati molto interessati al percorso e che si esprimeranno nelle proprie sedi specifiche sulle modalità di una fattiva adesione. Durante l’assemblea sono intervenuti – senza alcun diritto di precedenza o di modifica dei tempi a disposizione – anche rappresentanti di forze politiche dell’opposizione, presenti in Parlamento (Sel, M5S, Altra Europa con Tsipras, oltre ad alcuni parlamentari del gruppo misto,) e non (Prc, Azione Civile, Sinistra anticapitalista), che hanno confermato il proprio appoggio alla mobilitazione e condiviso la cautela sul tema referendario, concordando sulla necessità di tempi congrui e di uno studio approfondito dei quesiti da proporre e attenzione ai temi sociali. 
Erano presenti anche alcune importanti sigle sindacali (Flc-CGIL,Gilda, Unicobas, Cobas, USB), che sono state sollecitate dall’assemblea a coniugare il forte dissenso espresso dai loro rappresentanti nei confronti della legge107 con forme di lotta incisive, davvero comuni ed unitarie. 
A qualcuno, oggi come oggi, questi modi partecipati di procedere possono sembrare naif. Ma si chiama democrazia: il movimento della scuola – unito e senza primogeniture e protagonismi – rilancia una nuova stagione unitaria di mobilitazioni contro la legge 107 e per la scuola della Costituzione, ribadendo la necessità di allargare trasversalmente la sua battaglia di civiltà per una scuola di tutte e di tutti. 
Nessun arbitrio nella conduzione dell’incontro, il documento conclusivo è stato discusso e votato – riga per riga – affinché fosse una comunicazione totalmente rispettosa della volontà assembleare. Il percorso del movimento – inaugurato il 12 luglio a Roma, continuato a Bologna e già scandito da tappe successive – è e vuole continuare ad essere inequivocabilmente e orgogliosamente autonomo e paritario: stare insieme, tutti con identica dignità. Nessuna longa manus di Fiom o partiti politici. Le presenze alle iniziative del 13 settembre (Coalizione sociale) e del 14 settembre (Coordinamento per la Democrazia Costituzionale) – anch'esse deliberate dall’ assemblea – sono finalizzate alla presentazione del nostro percorso di lotta, alla ricerca di coesione con le altre forze sociali e non hanno alcuna valenza di schieramento preconcetto. 
La nostra motivazione ad agire è determinata esclusivamente dalla coerenza e dalla fedeltà alle istanze politico-culturali che tutti insieme democraticamente abbiamo costruito e condiviso.

Fonte: MicroMega online 

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