La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 24 ottobre 2015

In difesa della democrazia: siamo tutto portoghesi!

di Alberto Rotondo
Giovedì il Portogallo ha conosciuto una delle pagine peggiori della sua recente storia politica .
E’ successo che il presidente della repubblica Cavaco Silva , che nel Paese lusitano come da noi è il supremo garante della costituzione, ha deliberatamente ignorato le indicazioni emerse dalle consultazioni con i partiti politici per la formazione del nuovo governo.
Come si sa i partiti della sinistra parlamentare ( socialisti, comunisti, verdi e Bloco de esquerda), forti di un consenso maggioritario in Parlamento e nel Paese, avevano rappresentato al presidente la loro ferma determinazione ad appoggiare un esecutivo di sinistra a guida socialista.
Il presidente ha invece preferito dare l’incarico a Passos Coelho, il premier uscente che, nonostante i funambolici tentativi dei media di presentarlo come il vincitore alle elezioni del 4 ottobre, è uscito pesantemente sconfitto dalle urne. La coalizione delle destre e dell’austerità neoliberista ha infatti perso un elettore su quattro e la maggioranza parlamentare che la legittimava alla guida del governo.
Come ha subito dichiarato Catarina Martins, la portavoce del Blocco di Sinistra, si tratta di una decisione molto grave . Nonostante da un punto di vista formale la scelta di Cavaco Silva debba considerarsi legittima, dal punto di vista della correttezza costituzionale è evidente il tentativo di “condizionare le decisioni dei deputati” , che dovranno comunque pronunciarsi sulla mozione di sfiducia che le sinistre presenteranno in parlamento.
Le parole con cui il presidente della repubblica ha accompagnato la decisione, poi, sono gravissime e al limite dell’eversione costituzionale. E non ha mancato di sottolinearlo la Commissione Politica del Partito Socialista, riunitasi ieri sera dopo l’annuncio del presidente, con un documento che stigmatizza il comportamento di Cavaco Silva che si colloca “al margine della democrazia” e assicura la presentazione di una mozione di sfiducia al neonato governo.
Ma cosa ha detto di grave il presidente portoghese ?
Ha affermato di non aver dato l’incarico al segretario del partito socialista perché la sua maggioranza non offre garanzie di rispetto per le opzioni strategiche del Portogallo e la sua appartenenza all’Unione Europea e alla Nato. Inoltre ha avuto l’impudenza di pronunciare le seguenti affermazioni : “Se il governo formato dalla coalizione vincitrice può anche non assicurare interamente la stabilità politica della quale necessita il Paese, considero molto più gravi le conseguenze finanziarie, economiche e sociali dell’alternativa chiaramente inconsistente suggerita da altre forze politiche”.
Peccato che né l’appartenenza alla Nato o all’Unione Europea, né la stabilità finanziaria sono condizioni poste dalla costituzione portoghese per la formazione del governo . Mentre sicuramente lo è il rispetto della volontà della stragrande maggioranza degli elettori che il 4 ottobre hanno detto No ai sacrifici imposti dall’Europa e dalla Troika e desiderano un governo di alternativa e di cambiamento.

Fonte: Esseblog

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