La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 24 ottobre 2015

Mobilitarsi contro la Nato è un dovere: la guerra è l'antitesi del Vangelo

di Alessandro Bianchi
Dal 3 ottobre in Italia, Spagna e Portogallo è in corso la «Trident Juncture 2015» (TJ15) - «la più grande esercitazione Nato dalla caduta del Muro di Berlino» nella definizione data dallo U.S. Army Europe: 36 mila uomini, oltre 60 navi e 200 aerei da guerra di 33 paesi (28 Nato più 5 alleati) sono schierati nel sud del nostro continente, già stremato economicamente da una partecipazione ad una zona euro che ha distrutto diritti e Welfare e ora costretto a prestare il fianco a chi continua a giocare con scenari apocalittici di guerra termonucleare. Ed il tutto per assecondare una politica estera di aggressione e ingerenza da parte degli Stati Uniti.
Di tutto questo, purtroppo, in Italia si sa poco o niente, perché i mezzi di informazione di massa, quelli che decidono delle nostre vite e delle sorti di un governo, hanno gettato la scure dell'oblio. 
Ma una città si mobiliterà per dire no. Napoli sarà il teatro di una ribellione pacifica e l'AntiDiplomatico ha intervistato Padre Alex Zanotelli*, uno dei promotori della manifestazione nazionale che si tiene oggi 24 ottobre con partenza Piazza del Gesù alle ore 14 e 30. Sono decine le organizzazioni, i partiti e i movimenti che hanno aderito alla mobilitazione contro la NATO e la sua esercitazione.
Come prima domanda abbiamo chiesto a Padre Alex il senso di un'organizzazione nata come difensiva e oggi principale strumento di devastazione e morte. “La Nato come organizzazione non ha più senso dal 1991 con la caduta dell'Unione Sovietica. Nata come un'organizzazione difensiva che poteva essere azionata con azioni belliche solo in caso di invasione subita da parte di uno dei paesi membri è divenuta, con gli accordi di Washington (1999) e Lisbona (2003) una macchina da guerra infernale, il braccio armato delle invasioni degli Stati Uniti per l'esportazione di presunti valori occidentali. E' vergognoso che l'Italia abbia assecondato negli anni tutto questo e scandaloso che oggi fornisca il suo territorio per queste esercitazioni davvero preoccupanti. Il Parlamento italiano ha accettato la Nato come alleanza difensiva ma non si è mai espressa per i cambiamenti intercorsi successivamente”. Se ci fosse una stampa libera magari l'opinione pubblica sarebbe cosciente di tutto questo e potrebbe fare maggiore pressione sui nostri vicerè al governo.
Dalla ex Jugoslavia all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia, passando per il sostegno ai cosiddetti “rivoltosi” di Ucraina e Siria – vale a dire neo-nazisti e terroristi - la Nato ha seminato morte, distruzione e macerie contro popolazioni e Stati sovrani che non rappresentavano nessuna minaccia per l’Europa e per gli USA. Per questo, a Padre Zanotelli chiediamo che scenari attenderci per l'Italia e per il resto dell'Europa nel caso di una nostra permanenza nell'alleanza atlantica nei prossimi anni. “La militarizzazione dell'est europeo e la stretta intorno alla Russia hanno indubiamente reso sempre più allarmante una partecipazione alla Nato. Le scelte di politica estera americana in Ucraina e la volontà di forzare l'ingresso di Kiev nella Nato ci portano oggi di fronte a situazioni potenzialmente apocalittiche. Non so se è chiaro all'opinione pubblica italiana, ma gli Stati Uniti stanno giocando con scenari di guerra termonucleari sulla nostra pelle. Solo rompendo questo strumento di morte che è la Nato ci potrà essere per l'Italia e l'Europa un futuro di pace e un percorso serio per la de-militarizzazione del continente. Non ci sono alternative. L'irresponsabilità dei nostri governi è di proseguire con un'alleanza che getta il nostro paese nel vicolo cieco mortale per seguire un alleato disposto a tutto per esportare con le bombe i suoi presunti valori e mantenere il dominio del mondo”.
Come reagire? La vera domanda è cosa possono fare i Movimenti oggi dopo il fallimento dell'ondata pacifista del 2003 che creò si una reazione immensa all'invasione dell'Iraq, al punto che il New York Times la definì “la seconda potenza del mondo”, ma che poi ha fallito miseramente nel mantenere un'unita di intenti e, soprattutto, non ha mai offerto nessuna trasformazione incisiva nelle istituzioni. Su questo Padre Alex ricorda che “quel Movimento ha fallito, è vero. Da allora ognuno ha proceduto per suo conto. A Napoli stiamo cercando di costruire un primo canale di unità di intenti. Con Pace e Disarmo e Rete no War vogliamo mandare proprio questo messaggio di mobilitazione contro un sistema che spende 1770 miliardi all'anno in armi, davanti ad un mondo affamato. Un risultato è stato già ottenuto con il sindaco di Napoli De Magistris che ha dichiarato il porto di Napoli “denuclearizzato”. In passato testate nucleari entravano nel porto di Napoli mettendo a rischio la vita di milioni di persone, quando nessuna atomica passa per nessun porto civile degli Stati Uniti”.
Opporsi alle esercitazioni è oggi importante, ribadisce più volte Padre Alex, per dire no alla politica di aggressione della Nato ed alla politica militarista del nostro governo, complici di quella imperialista di distruzione e sfruttamento portata avanti dalla Nato. “Mentre ci chiedono continui sacrifici per uscire dalla crisi economica, mentre tagliano la sanità, scuola e trasporti, rendendo precaria la nostra stessa sopravvivenza, continuano a spendere miliardi per le spese militari che hanno ormai raggiunto cifre spaventose (la spesa militare italiana, secondo il SIPRI, nel 2014, è stata di circa 30 miliardi di dollari). Non possiamo permettere che mentre si strozzano Paesi come la Grecia e si spendono centinaia di milioni per impedire l’arrivo dei migranti o per tenerli in lager come i CIE, ogni minuto si spendono nel mondo, con scopi militari, 3,4 milioni di dollari, 204 milioni ogni ora, 4,9 miliardi al giorno con il solo obiettivo di accrescere i profitti e difendere i privilegi delle classi dominanti”.
Infine, chiediamo a Padre Alex un giudizio sul ruolo della Chiesa di oggi per la risoluzione dei conflitti in Medio Oriente, rispetto al 2003 quando gli Usa e la Gran Bretagna decisero di invadere l'Iraq nonostante gli appelli di Papa Giovanni Paolo II. “Oggi abbiamo un grande Papa. Papa Francesco sta compiendo un'opera maginifica di trasformazione e sensibilizzazione anche su queste tematiche. Il problema è che la tematica della guerra e della Nato come simbolo di morte e macerie dovrebbe divenire preponderante nelle parrocchie. Nelle singole parrocchie si dovrebbe spiegare quotidianamente che tutto questo è l'antitesi del Vangelo. Questo, purtroppo, nella Chiesa ancora non c'è, ma sarebbe di straordinaria importanza”.struzione, morte e macerie dovrebbe divenire preponderante nelle parrocchie. Nelle singole parrocchie si dovrebbe spiegare quotidianamente che tutto questo è l'antitesi del Vangelo. Questo, purtroppo, nella Chiesa ancora non c'è, ma sarebbe di straordinaria importanza”.

Fonte: L'Antidiplomatico

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