La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 22 ottobre 2015

Frequenze tv, Tsipras sfida gli oligarchi

di Teodoro Andreadis Synghellakis 
Syriza ha voluto fare un comu­ni­cato ad hoc, per pre­ci­sare che «il dise­gno di legge che è stato pre­sen­tato in par­la­mento, rap­pre­senta il passo neces­sa­rio per la rego­la­men­ta­zione del set­tore radio­te­le­vi­sivo», poi­ché, dopo ven­ti­cin­que anni, «arri­ve­ranno delle regole tra­spa­renti, capaci di garan­tire real­mente il fun­zio­na­mento delle tv e delle radio del paese». Ale­xis Tsi­pras era stato chiaro, in cam­pa­gna elet­to­rale aveva pro­messo che que­sta sarebbe stata una delle prio­rità del governo, ed ora non vuole smentirsi.
Nel nuovo prov­ve­di­mento che dovrebbe essere votato entro domani dal par­la­mento di Atene, ven­gono poste le basi per dei limiti reali riguardo al pos­sesso di canali tele­vi­sivi pri­vati. Per assi­cu­rarsi le licenze, i pro­prie­tari dovranno pagare delle cifre cor­ri­spon­denti ai prezzi di mer­cato, e non con­tri­buti sim­bo­lici come avve­nuto sino ad ora.
Prima quanto dovuto alla Stato
Le emit­tenti tele­vi­sive potreb­bero essere, a quanto si apprende, da cin­que a otto, e le licenze ver­ranno con­cesse dal Con­si­glio Nazio­nale Radio­te­le­vi­sivo, tra­mite un con­corso internazionale.
Vi potrà par­te­ci­pare solo chi ha ver­sato quanto dovuto allo stato. Par­ti­co­lare non tra­scu­ra­bile, dal momento che molti canali tele­vi­sivi greci sono seria­mente espo­sti, sia verso le ban­che, che nei con­fronti del mini­stero dell’economia. «Il governo è pronto ad appli­care quanto pro­messo, a creare una realtà chiara e tra­spa­rente», ha dichia­rato la por­ta­voce del governo, Olga Jero­vas­sìli, la quale ha aggiunto che «il numero dei per­messi sarà cer­ta­mente limi­tato, pro­por­zio­nato a quella che è la realtà del mer­cato ellenico».
La garan­zia di tra­spa­renza, secondo il governo, verrà data dall’obbligo, per gli azio­ni­sti che deter­ranno più dell’1% del capi­tale com­ples­sivo, di poter acqui­stare solo delle azioni nomi­nali. Allo stesso tempo, la dif­fu­sione del segnale digi­tale, smet­terà di essere un van­tag­gio esclu­si­va­mente in mano ai pri­vati, e la tv pub­blica ERT acqui­sterà, in que­sto set­tore di fon­da­men­tale impor­tanza, piena autonomia.
Molto verrà defi­nito in seguito dai mini­stri com­pe­tenti, ma l’intenzione pri­ma­ria del governo è non per­met­tere agli oli­gar­chi del sistema media­tico, di con­ti­nuare a creare un do ut des non chiaro e dif­fi­ci­lis­simo da con­trol­lare, attra­verso appalti pub­blici, società di costru­zioni, il pos­sesso di flotte e squa­dre di cal­cio. Lo scopo, cioè, è riu­scire a scar­di­nare un sistema di potere che ha garan­tito favori reci­proci, comodi silenzi e soste­gni, a volte assai inspie­ga­bili. Prova ne è la deci­sione della quasi tota­lità del sistema dell’informazione, nel luglio scorso, di schie­rarsi a favore del «sì» al refe­ren­dum, con­tra­stando dura­mente la linea del governo Tsi­pras, che chie­deva di dire «no» ad una auste­rità sem­pre più selvaggia.
I car­roz­zoni ban­cari e politici
«La radice di gran parte dei pro­blemi si trova in car­roz­zoni non soste­ni­bili, nei pre­stiti, in un gro­vi­glio sot­ter­ra­neo di inte­ressi e di scambi col sistema ban­ca­rio e poli­tico», ha dichia­rato il mini­stro alla pre­si­denza Nikos Pap­pàs, uno dei più stretti col­la­bo­ra­tori di Ale­xis Tsipras.
Il Quo­ti­diano dei Redat­tori (Efi­me­rida Syn­tak­ton) sot­to­li­nea che ci potranno final­mente essere dei con­trolli reali sulla pro­ve­nienza dei capi­tali inve­stiti nel set­tore radio­te­le­vi­sivo, garan­tendo anche i diritti di chi lavora nella varie imprese del set­tore. In un momento in cui, tra l’altro, tutte le grandi reti tele­vi­sive del paese, stanno chie­dendo coni insi­stenza ai pro­pri dipen­denti di accet­tare nuovi tagli agli sti­pendi, che rispetto a cin­que anni fa (per chi è riu­scito a man­te­nere il pro­prio posto di lavoro) sono stati decur­tati di più del 30%.
È arri­vato il pre­si­dente francese
Ieri, nel frat­tempo, è arri­vato ad Atene per una visita di due giorni, il pre­si­dente fran­cese Fran­cois Hol­lande. È stato accolto da Ale­xis Tsi­pras all’aeroporto Elef­thè­rios Veni­zè­los e subito dopo ha incon­trato il pre­si­dente della repub­blica, Pro­kò­pis Pavlò­pou­los. Come è noto, la Fran­cia ha soste­nuto atti­va­mente Atene nel corso delle trat­ta­tive con i cre­di­tori, man­dando in Gre­cia anche dei pro­pri tec­nici per aiu­tare il governo elle­nico a for­mu­lare le con­tro­pro­po­ste finali.
Nel nuovo incon­tro di oggi con Tsi­pras e nel corso del suo inter­vento al par­la­mento di Atene, ci si attende che Hol­lande riba­di­sca il suo soste­gno alla neces­sità di un alleg­ge­ri­mento del debito pub­blico greco, e che fac­cia anche dei rife­ri­menti di sostanza alla neces­sità di un’ Europa più demo­cra­tica e solidale.

Fonte: il manifesto 

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