La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 16 settembre 2015

La Toscana contro la “buona scuola”

di Riccardo Chiari
Già alle otto e mezzo den­tro l’Obihall, erede evo­luto del vec­chio tea­tro tenda fio­ren­tino, non si entra più. Un’ora dopo dalle fine­stre della Rai, pro­prio davanti la strut­tura poli­va­lente lungo l’Arno, si potreb­bero fil­mare le cen­ti­naia e cen­ti­naia di inse­gnanti che seguono l’assemblea gra­zie agli alto­par­lanti esterni. Buona la prima per i prof e il per­so­nale Ata che dalla pro­vin­cia di Firenze sono venuti a con­te­stare la “buona scuola” ren­ziana, nel giorno di aper­tura delle aule toscane, e a stu­diare le con­tro­mosse.
Ad essere cri­ti­cati sono i nuovi poteri del pre­side, il comi­tato di valu­ta­zione che rischia di minac­ciare la libertà di inse­gna­mento, il plu­ra­li­smo. E ancora i tagli al numero di bidelli e segre­tari, e la situa­zione dei tanti inse­gnanti pre­cari esclusi dal sistema di assun­zioni. Den­tro e fuori l’Obihall sono circa in quat­tro­mila, e altre assem­blee sin­da­cali si svol­gono a Livorno e a Lucca. Risul­tato: per una buona metà del mezzo milione di stu­denti toscani il ritorno in classe è rin­viato di un giorno, men­tre tanti altri entrano in classe solo ad assem­blee con­cluse.
Gira voce che quasi nes­sun pre­side abbia ade­rito all’assemblea. La Cisl scuola però smen­ti­sce, e segnala che anche i diri­genti sco­la­stici non sono sod­di­sfatti della riforma. Per certo Paola Pisano, segre­ta­ria fio­ren­tina della Flc Cgil, è sod­di­sfatta e tira le somme della gior­nata: “Non ave­vamo inten­zione di pro­vo­care un disa­gio, il nostro scopo era con­fron­tarci e soprat­tutto dare rispo­ste ai lavo­ra­tori. Abbiamo discusso, e stiamo dando indi­ca­zioni per argi­nare i danni di que­sta legge. Ora il lavoro si tra­sfe­ri­sce negli isti­tuti. Stiamo pro­po­nendo delle deli­bere e, nei fatti, un accordo. Vogliamo neu­tra­liz­zare il troppo potere dato ai diri­genti sco­la­stici, che in fondo non piace nean­che a loro, e vogliamo creare una comu­nità edu­cante che rie­sca a con­di­vi­dere le scelte”.
Quando le viene fatto notare che sui media la stella del giorno è Agnese Lan­dini in Renzi, che tal­lo­nata da foto­grafi e tele­ca­mere è entrata nella scuola supe­riore di Pon­tas­sieve dove inse­gnerà da sup­plente, Paola Pisano non si scom­pone. Se la prende con i sin­daci, che pur invi­tati ad ascol­tare hanno diser­tato l’assemblea, e cri­ti­cano alzo zero l’iniziativa: “Chie­diamo coe­renza, visto che cin­que anni fa le isti­tu­zioni erano accanto a noi nel con­tra­sto con­tro la riforma Gel­mini, e visto che oggi non cri­ti­cano tanto il merito quanto il metodo. Lo stru­mento dell’assemblea sin­da­cale però è lo stesso di allora”.
Anche le falangi ren­ziane ce l’hanno con i sin­da­cati. “Ma sarebbe stato suf­fi­ciente ascol­tare gli inter­venti all’Obihall – replica Ales­sia Petra­glia di Sel — per capire che nes­suno sta pro­te­stando con­tro le assun­zioni pre­vi­ste, ma con­tro un’idea di scuola estra­nea alla nostra Costi­tu­zione. Un’idea che mor­ti­fica e pena­lizza chi ci lavora, e che non dà cer­tezze sul futuro ad altre migliaia di pre­cari rima­sti fuori dalla riforma. Poi è tempo di smet­terla di sban­die­rare come straor­di­na­rie delle assun­zioni che non sono una gra­ziosa con­ces­sione ma una neces­sità per la scuola. Ci venga detto piut­to­sto che cosa ne sarà dei docenti TFA, PAS e di terza fascia, cui nes­suno sta dando rispo­ste. Si affron­tino i pro­blemi veri, invece di cedere alla dema­go­gia più becera pur di dimo­strare fedeltà al re”.

Fonte: il manifesto 
Origine: 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.