La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 7 settembre 2015

Lo spavento per la parata militare cinese

di JP Sottile
Ebbene, in realtà stavano soltanto sfilando in parata nella loro capitale, per celebrare la sconfitta dei Giapponesi e la fine della loro sanguinosa parte avuta nella II Guerra mondiale. Però (l’indizio è una musica stranamente premonitrice eseguita pizzicando le corde di una chitarra cinese) questa non era la parata del Capodanno cinese che presenta acrobati danzanti, petardi rossi, e un pupazzo in forma di dragone.
No, questa era la Cina che dimostrava che aveva molta strada dal secolo del dominio straniero per mano dei britannici, tramite la politica dell’America della “Porta Aperta” e con la forza bruta del Giappone dell’epoca imperiale. Forse, prevedibilmente, questa dimostrazione di orgoglio nazionale e di forza ha causato un po’ di buffo spavento tra i personaggi dell’establishment mediatico che stanno seduti alle scrivanie dall’altra parte del mondo.
Sebbene il presidente Xi avesse annunciasse un taglio di 300.000 soldati e assicurasse il mondo delle intenzioni pacifiche della Cina, i media hanno inquadrato la parata che accompagnava l’annuncio come uno sfoggio di “potere, non di pace” (The Guardian), come una dimostrazione di “forza” militare” (The New York Times), come un avvio di una pericolosa “modernizzazione” delle forze armate della Cina The Washington Post)… ed è stata affiancata a un nuovo rapporto che descriveva lo sconfinamento senza precedenti della marina cinese nel Mar di Bering (The Wall Street Journal).
Primo non è che gli Stati Uniti non navighino in tutto il mondo come se possedessero i sette mari. Lo Zio Sam, a seconda della vostra definizione di “portaerei”, ne ha qualcosa come 10/19. La Cina ne ha una, ma l’anno scorso la rivista Time ha fatto uscire la notizia che i cinesi stavano “raddoppiando” la loro flotta! Questo conterebbe come una “flotta” di…due. D’altra parte, la reale flotta dello Zio Sam fa sembrare piccole il totale delle flotte di tutto il mondo e gli Stati Uniti attualmente stanno impiegando 580 milioni di dollari per ampliare la loro base navale nel Golfo Persico. Sta anche schierando dei droni nella sua base di vecchia data sull’isola di Guam (Oceano Pacifico, n.d.t.)… con l’intento di monitorare le isole Figi, forse? Uh, no.
Secondo, il timore folle sembra comicamente mancare di circospezione dato che gli Stati Uniti stanno “attivando” delle forze militari sull’uscio della Russia, cercando di costruire una nuova base in Giappone, e stanno programmando letale campagna extragiudiziale con i droni sull’Africa e l’Asia (dopo tutto il Pakistan è un vicino della Cina). E gli Stati Uniti ora hanno dei Marine che sono permanentemente di base in Australia, stanno negoziando un accesso più grande alle Filippine e stanno costruendo l’arma nucleare più avanzata dal punto di vista tecnologico che sia stata mai costruita facendola passare come “modernizzazione.”
Terzo, gli Stati Uniti insistono incessantemente con la loro allettante strategia “Pacific Pivot” (notate l’alliterazione!) (Perno sull’Asia). Sì, i funzionari degli Stati Uniti non perdono mai occasione di parlare di “fare perno” sulla loro Guerra Globale al terrore, enormemente popolare, per fare un nuovo tentativo in Asia. Immaginate soltanto che XI abbia annunciato che, invece di un taglio di 3.000 truppe, la Cina lanciasse la sua politica di “Soggiorno in Sudamerica”. Esattamente.
Quarto, se gli Stati Uniti avessero una parata militare analoga, impiegherebbe il quadruplo dei 90 minuti della parata cinese che sta mandando tutti fuori di testa riguardo al crescente potere delle forze armate della Cina. Perché quattro volte più lunga? Perché gli Stati Uniti “ufficialmente” spendono oltre il quadruplo per la difesa rispetto ai temuti cinesi che costruiscono basi su piccole isole – approssimativamente 580 miliardi di dollari in confronto a 219 – e spendono di più di tutti i 7 paesi messi insieme che, dopo di loro, spendono di più per la difesa.
Aspettate, però, c’è dell’altro.
Letteralmente….c’è moltissimo di più…tipo un trilione di dollari se si calcolano tutte le spese della difesa in continue risoluzioni di finanziamento alla Guerra globale al terrore, sviluppo di armi nucleari nascoste nel Dipartimento dell’Energia e le altre faccende di Complessi militari-industriali sparse in tutto il bilancio federale.
E così la parata militare cinese – condensata qui in un video del Wall Street Journal in 60 secondi rispetto ai 90 minuti della durata reale (http://www.marketwatch.com/story/video-watch-chinas-90-minute-military-parade-in-60-seconds-2015-09-03 – è, di fatto più una parata per una vittoria per qualunque e chiunque lavori nell’unica economia mondiale a prova di recessione: Washington, D.C.
E non è neanche troppo presto.
L’accordo con l’Iran, il ritiro dall’Afghanistan, e la persistente stanchezza generale della guerra dopo l’Iraq, hanno preannunciato una possibile ridefinizione delle priorità di spesa che escludano i bombardamenti, le invasioni o semplicemente le azioni di pattugliamento nelle e intorno alle nazioni che non hanno attaccato l’America. Ringraziate gli Dei della Guerra, tuttavia che il persistente disgelo della Guerra Fredda abbia potuto facilmente trovare un nuovo scopo nei nuovi fondi illeciti per il più grosso programma assistenziale del mondo per le grosse aziende.
Tuttavia, il minimo che potrebbero fare è organizzare una parata come quella dei cinesi…tanto per far vedere agli americani come è fatto il più grande esercito mai messo insieme e che cosa si può comprare con pochi trilioni di dollari.
Allora, di nuovo, forse è per questo che l’America non fa parate militari.
Ora che l’ultimo F35 da un trilione di dollari sarà trainato lungo Pennsylvania Avenue (perché era stato trattenuto a terra dalla pioggerella mattutina o da qualche altro casino), l’imminente bombardiere B-3 sarà già avviato al mezzo trilione di dollari di ritardi proficui, di sforamento di costi e di infinite riprogettazioni.
E, nel frattempo, la Cina si sarà assicurata altre ambite risorse dell’Africa costruendo strade, ponti e aeroporti in un continente che gli Stati Uniti preferiscono mettere nella lista della sua Guerra globale al terrore.
E la Cina continuerà a costruire la sua Via della Seta fino in Europa, mentre lo Zio Sam raduna la NATO intorno al fuoco da per raccontarle di un orso minaccioso e dittatoriale che nei boschi dell’Europa orientale. Naturalmente possono evitare che l’orso dirotti i finanziamenti pubblici per comprare nuove meraviglie di gadget militari nel supermercato degli armamenti americani.
Forse Donald China! China! China! Trump ha ragione. Forse i suoi leader sono più bravi. Forse stanno battendo l’America. Scegliete una nazione con dei “buoni” obiettivi. Bombardatela fino a ridurla in pezzi. E poi andateci e in qualche modo ricostruite le sue infrastrutture. Che dire se poi i progetti non si materializzano del tutto o se questo succede, non vengono mai usate? In ogni caso c’è la possibilità di fare soldi. Il risultato è irrilevante. E va bene se le cose che lasciate alla fine cadranno nelle mani di un nuovo nemico. Puoi tornare là e bombardare di nuovo! Alla fine lo Zio Sam sarà perfino in grado di usare l’F-35 quando farà incursioni per bombardare
Questo, naturalmente, se il tempo atmosferico collaborerà con lui.

Originale: non indicato
Pubblicato su Znet Italy
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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