La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 8 settembre 2015

Tsipras, appello da Salonicco

di Teodoro Andreadis Synghellakis 
Ale­xis Tsi­pras è tor­nato sui punti prin­ci­pali del suo pro­gramma elet­to­rale, nel corso di una con­fe­renza stampa, alla Fiera Inter­na­zio­nale di Salonicco.
«Chie­diamo un forte man­dato popo­lare per poter con­ti­nuare l’opera ini­ziata nello scorso gen­naio, in modo da impe­dire alle forze più con­ser­va­trici, in Europa e in Gre­cia, di attuare il loro pro­getto per limi­tare ad una paren­tesi tem­po­rale il governo della sini­stra nel nostro paese», ha dichia­rato il lea­der di Syriza. Tsi­pras ha usato toni duri verso il cen­tro­de­stra di Nuova Demo­cra­zia, soste­nendo che deve chie­dere scusa per come ha gover­nato in molti ese­cu­tivi degli ultimi quarant’anni, per i due anni e mezzo di gestione dei memo­ran­dum di auste­rità, con il Pasok, e per le posi­zioni tenute nel corso delle trat­ta­tive con i cre­di­tori internazionali.
È chiaro che il pre­si­dente di Syriza vuole più che mai, oggi, mar­care le dif­fe­renze con la com­pa­gine con­ser­va­trice, che è data molto vicino alla sini­stra nei son­daggi, e la quale con­ti­nua a insi­stere che in que­sta fase, per il bene del paese, ci vor­reb­bero dei governi di lar­ghe intese.

«È un dilemma creato ad arte, il voler tro­vare per forza un modus vivendi tra due forze che sono come il giorno con la notte», insi­ste Tsi­pras, che ha già dichia­rato di non essere inte­res­sato a rico­prire la carica di primo mini­stro in un ipo­te­tico governo di col­la­bo­ra­zione con Nuova Democrazia.
Ma il punto cen­trale, tut­ta­via, dell’intervento dell’ex primo mini­stro elle­nico, è il suo approc­cio al com­pro­messo fir­mato con i cre­di­tori. Ha spie­gato che l’obiettivo del pros­simo governo di Syriza è di attuare l’accordo — con­tro­bi­lan­ciando le misure che potreb­bero creare reces­sione — in modo da uscire il prima pos­si­bile dalla situa­zione di tutela in cui si trova.
A chi, tra gli espo­nenti di “Unità Popo­lare”, la nuova forza nata a sini­stra di Syriza, lo accusa di non essere riu­scito a con­vin­cere Mosca ad aiu­tare in modo impor­tante la Gre­cia, Ale­xis Tsi­pras ha man­dato un mes­sag­gio piut­to­sto chiaro: «io non sono andato in Rus­sia a chie­dere soldi. Chi col­tiva, pro­ba­bil­mente, delle illu­sioni, e pensa che la Rus­sia di oggi sia la con­ti­nua­zione dell’Unione Sovie­tica, deve risol­vere i suoi pro­blemi». Si sta comun­que già cer­cando di pen­sare al giorno dopo, e alla trat­ta­tiva sul debito pub­blico, che dovrebbe par­tire a otto­bre. Secondo quanto ripor­tato dalla stampa greca, si sta ulti­mando la crea­zione di un gruppo di eco­no­mi­sti ad hoc, che dovrà soste­nere le ragioni di Atene riguardo al biso­gno di una rine­go­zia­zione del debito.
A capo del gruppo di esperti dovrebbe venire nomi­nato il pro­fes­sor John Jea­na­ko­pou­los, docente all’università di Yale, il quale dovrebbe incon­trarsi a breve con Efkli­dis Tsa­ka­lo­tos, l’ex mini­stro delle finanze del governo di Syriza.
Nel frat­tempo, riguardo alle ele­zioni del 20 set­tem­bre, la corte di cas­sa­zione greca ha annun­ciato che hanno fatto domanda per poter par­te­ci­pare alla con­sul­ta­zione elet­to­rale, 19 par­titi politici.
La luce verde neces­sa­ria, ora, dopo un attento esame, dovrà arri­vare appunto, dalla prima sezione penale della suprema corte. Secondo i son­daggi resi noti sino ad ora, nel par­la­mento di Atene potreb­bero entrare nove par­titi. Una delle ultime rile­va­zioni, pub­bli­cata dal quo­ti­diano To Vima, dà a Syriza il 26,5% delle inten­zioni di voto, al cen­tro­de­stra di Nuova Demo­cra­zia il 25,9%. A grande distanza seguono i neo­na­zi­sti di Alba Dorata, con il 6,5%, il Pasok, alleato di Sini­stra Demo­cra­tica, col 5,8% e i comu­ni­sti del Kke con il 5,3%.
Il par­tito cen­tri­sta del Fiume non andrebbe oltre il 5,1%, Unità Popo­lare di Pana­jo­tis Lafa­za­nis è data al 4,7%, men­tre, l’Unione di Cen­tro sarebbe al 3,5%. Infine, il par­tito con­ser­va­tore che ha gover­nato da gen­naio ad ago­sto con Syriza, i Greci Indi­pen­denti, viene sti­mato al 3%, che è pro­prio la soglia neces­sa­ria per poter entrare in parlamento.

Fonte: il manifesto

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