La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 13 agosto 2015

Governo Tsipras: la sfida per lo sviluppo e il lavoro oltre il pesante accordo

di Argiris Panagopoulos
Un accordo durissimo ma certo non una capitolazione o una resa per chi hanno saputo contrastare e vincere da soli tante di queste grandi battaglie nella guerra contro l’austerità e il neoliberismo europeo e tedesco. Il governo di sinistra ha fatto si che i suoi cittadini hanno evitato un salto nel buio tornando nella "moneta nazionale" o la "moneta parallela" che voleva il ministro delle Finanze tedesco prima per Atene e dopo perchè no per altre capitali del Sud Europa. La prossima grande battaglia sarà per il debito, che Tsipras, il suo governo e i greci dovremmo affrontare prima della fine dell'anno. Dobbiamo farlo pero dentro il nuovo panorama positivo che abbiamo creato le ultime settimane: Lottando per un Conferenza Europea per il Debito. Tsipras e il suo governo si preparano per la battaglia per il debito e speriamo che non saranno di nuovo soli. 
Si dice che l’accordo presentato ad Atene è “tecnico” e manca l’accordo “politico”.
Ma la politica non è mancata dal governo greco o da Syriza. Tsipras dovrà presentare l’accordo nel parlamento, vincere le resistenze della sua presidente e compagna di partito Zoi Konstantopoulou e continuare le sue politiche contro l’evasione fiscale e la corruzione, ridistribuire la ricchezza e il peso della crisi dai più colpiti ai più ricchi, far pagare alle grandi società per le frequenze radiotelevisive e per le comunicazioni, tassare le grandi proprietà e completare il catasto, finire per i privilegi, prima di tutto dei politici e delle diverse autorità. 
L'accrodo prevede un disavanzo primario sarà del 0,25% per il 2015, l’avanzo primario del 0,50% per il 2016, 1,75% per il 2017 e 3,5% per il 2018, mentre sarà coperto per il finanziamento dello stato greco fino al 2019, comprese i debiti dello stato greco di breve scadenza verso i suoi fornitori per offrire nel mercato interno liquidità.
La ricapitalizzazione delle banche sarà conclusa fino alla fine del 2015 per 25 miliardi eliminando qualsiasi pericolo di tagliare i depositi e i conti bancari della gente.
Con l’attuazione delle misure accordate si realizzerà con priorità un pacchetto di sviluppo di 35 miliardi, il cosiddetto pacchetto Juncker. 
Ritornano i contratti collettivi nazionali di lavoro.
Si mantiene la legge del governo Tsipras per il pagamento dei debiti allo stato con 100 rate
I “debiti rossi”, cioè dai mutui e consumo che non possono pagare le persone fisiche e le imprese non passeranno ai fondi di speculatori “distress fund”, come e volevano da anni le istituzioni europee e internazionali.
La società che gestisce la rete elettrica ADMHE e la società elettrica ridimensiona “piccola DEH (Enel greca)” rimane sotto controllo pubblico.
Il nuovo ente per la valorizzazione del patrimonio pubblico utilizzerà la metà dei sui profitti per finanziare l’economia reale e lo sviluppo. 
Tutti i cittadini potranno fare analisi e esami medici gratuitamente negli ospedali pubblici, mentre si abolisce definitivamente anche il ticket di 5 euro, che aveva già abolito il governo Tsipras.
Si ripristina la Domenica come giorno festivo e i negozi e specialmente le grandi reti di distribuzione non potranno aprire i loro negozi la Domenica. 
Secondo il governo l’accordo non avrà nuovi pesi finanziari, cioè nuove misure di austerità, nel prossimo periodo, perché lascia spazio allo sviluppo attraverso l’adattamento progressivo dei surplus di bilancio e sempre in minori percentuali sul Pil dagli accordi del governo precedente di Samaras e Venizelos, che prevedeva surplus primario del 3% per il 2015, 4,5% per il 2016 e 2017 e 4,2% per il 2018! Solo da questa parte dell’accordo la Grecia “risparmia” attraverso i minori surplus primari il 11% del suo Pil dei prossimi 3 anni o in altre parole si evitano misure di austerità per 20 miliardi, come aveva di fatto accordato il governo precedente. 
L’accordo sarà regolato dalle leggi europee e non dalla legislazione inglese, come prevedevano i sue Memorandum firmati dai governi di Papandreou e Samaras e non si prevede “l’abolizione dell’immunità dello stato”, come prevedevano i precedenti accordi abolendo di fatto la sovranità dello stato greco. 
L’accordo prevede il finanziamento dello stato greco non solo fino al primo semestre del 2018 ma anche il pagamento dei debiti correnti dello stato greco verso i suoi fornitori permettendo una grande iniezione di liquidità nell’ economia reale e alle imprese. 
Le banche saranno ricapitalizzare fino alla fine dell’anno e riceveranno presto con almeno 10 miliardi allontanando qualsiasi paura per taglio del depositi bancari. 
Il governo non ha accettato la vendita dei “debiti rossi” ai fondi esteri di speculazione, mentre fino alla fine dell’anno sarà protetta la prima casa da pignoramento in mancanza del non pagamento del mutuo. L’autunno il governo prenderà delle iniziative per risolvere nel miglior dei modi i problemi dei “debiti rossi”, che arrivano ai 95 miliardi. Per questo ci sarà un gruppo di negoziazione con i creditori. 
La società pubblica della rete elettrica rimane un bene comune, mentre non esiste nessun riferimento per la privatizzazione della cosiddetta “piccola DEH - ENEL”, che si dovrebbe essere creata secondo gli accordi dei precedenti governi. C’è pero il riferimento per la liberalizzazione dei mercati del gas naturale, che rappresenta un adattamento alle direttive europee. 
Si prevede pacchetto di sviluppo per 35 miliardi.
Su tutto quello che riguarda la legislazione di lavoro i negoziati partiranno nel periodo prossimo in collaborazione con l’Ufficio Internazionale del Lavoro – ILO ed esperti internazionali.
I cittadini non pacheranno più il ticket di 5 euro per fare analisi ed esami negli ospedali pubblici. 
Le misure che saranno applicate dall’accordo sono le stesse, con forti miglioramenti per alcune, con quelle che aveva firmato il governo precedente per avere il finanziamento dei 4 miliardi. Le stesse misure erano proposte durante la convocazione dell’ Eurogruppo il 25 giugno, con una proroga di 5 mesi e finanziamento di 7 miliardi. Alla fine l’accordo di oggi prevede in finanziamenti di circa 85 miliardi.
Inoltre l’accordo prevede la creazione di un fondo per sfruttare le proprietà pubbliche e non privatizzarle, come prevedeva l’accordo precedente con la creazione del TAIPED.
L’accordo non prevede il taglio dei salari e delle pensioni, che aveva accordato il governo precedente, non si prevedono i licenziamenti collettivi o la caccia dei statali, ma si permette per prima volta dopo cinque anni la possibilità di far ripartire l’economia greca, creare posti di lavoro attraverso il ritorno ad un sviluppo vero.

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