La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 14 agosto 2015

Legalizzare le droghe leggere, 8 miliardi di buone ragioni e non solo...

di Piero David e Ferdinando Ofri
L’esperienza del Colorado mostra che la legalizzazione delle droghe leggere non comporta aumenti di spesa sanitaria. Diminuiscono, invece, i furti e in generale le risorse impiegate per reprimere il fenomeno. Senza contare gli introiti fiscali per le casse dello Stato.
La proposta di 218 parlamentari per legalizzare la cannabis ha suscitato un vasto dibattito tra politici ed esperti sul tema. Recenti ricerche evidenziano che il provvedimento determinerebbe benefici netti consistenti per le casse dello Stato. Aggiungiamo qualche dato in più al modello logico già presentato su lavoce.info, tenendo conto dell’esperienza del Colorado e dell’introduzione nel Pil del calcolo dell’economia illegale da parte dell’Istat. In Colorado, una regolamentazione simile a quella proposta dall’Intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis è stata introdotta nel gennaio 2014 e la legalizzazione delle droghe leggere non mostra aumenti significativi nei costi sanitari.
In compenso, il Dipartimento di polizia di Denver ha certificato nel 2014, per la prima volta dal 2009, una riduzione di furti in totale del 3 per cento, di quelli con scasso il calo è del 10 per cento.



Inoltre, una società di brokeraggio, la Convergex di New York, ha monitorato il mercato della marijuana in Colorado per studiarne l’andamento dei prezzi. Se per un’oncia di sostanza nel 2014 si pagavano 300-400 dollari (10,6-14,11 dollari al grammo), con l’espansione della concorrenza, e finito l’effetto novità, il prezzo medio si è ridotto nel 2015 a 250-300 dollari l’oncia (8,81-10,6 al grammo). Ciononostante, si stima per il 2015 una crescita del fatturato del 50 per cento. La tassazione è composta dalle accise al 15 per cento (pagate dai produttori), più 2,9% di tasse statali, più l’Iva al 10 per cento, ma si prevede di ridurla all’8 per cento nel 2017 per contrastare il mercato nero. A queste si aggiungono le tasse locali che variano da città a città (a Denver, ad esempio, è del 3,5 per cento).
I possibili benefici
Per la seconda novità, i benefici fiscali, vanno distinti tre aspetti.
1) L’Istat per l’anno 2011 calcola in 10,5 miliardi il nuovo Pil derivante dal traffico di stupefacenti. La modifica contabile ha una ricaduta positiva per i conti pubblici, poiché, aumentando il Pil, riduce il rapporto deficit/Pil e consente qualche spesa in più, pur mantenendosi dentro i limiti del fiscal compact.
2) I benefici indiretti li segnala l’ultima relazione della Direzione nazionale antimafia (pag. 354-355), nella quale si dichiara che se si vuole reprimere più efficacemente il traffico di droghe pesanti (eroina e cocaina) o impiegare più risorse in altri reati, e ridurre contemporaneamente la liquidità delle organizzazioni criminali, va ipotizzata una regolamentazione delle droghe leggere. Si separano così i due mercati delle droghe pesanti e leggere, con queste ultime che rappresentano oltre il 50 per cento del mercato degli stupefacenti.

Fonte: la voce.info

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