La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 14 agosto 2015

La pianta clandestina

di Marco Boschini
Con la canapa si può produrre ogni tipo di tessuti, fare vernici non inquinanti, materiali plastici sostenibili. Si può salvare l'ambiente, con la canapa, produrre carta in modo non inquinante e senza abbattere alberi. Si possono creare molti posti di lavoro e ridurre, al contempo, l'impatto ambientale. Ma intorno a questa pianta, ormai da troppo tempo, è in corso una guerra di religione che antepone l'ideologia agli interessi concreti della collettività. Ci si divide in fazioni, pur di avere ragione, e si omettono i dati e la realtà.
A Ponte nelle Alpi, paese di 8.000 abitanti nel bellunese, sono invece abituati a sporcarsi le mani, sperimentare. Cercare nuove strade e dimostrare che il percorso giusto è quello. Nasce in questo contesto l'idea della Dott.ssa Manuela Pierobon, con una lauera in "Scienze e tecnologie per l'ambiente e il territorio", che qualche anno fa intervista una signora del paese riguardo la tradizione legata alla canapa, e scopre che qui come in tantissimi altri posti d'Italia quella pianta è stata a lungo la regola, non l'eccezione. Nella produzione di tessuti così come in agricoltura.
Poi, nel 2013, collabora all'allestimento di una mostra dove, tra le altre cose, si esponevano tutti gli attrezzi da lavorazione e molti tessuti in canapa. "L'interesse è cresciuto - mi racconta Manuela -, e così lo scorso anno è scattato il desiderio di avviare una coltivazione vera e propria (con l'aiuto della famiglia) e di intraprendere un progetto di sensibilizzazione (con incontri pubblici in diversi comuni della provincia e nelle scuole), che mi avrebbe permesso di esprimere le mie competenze e gli studi in ambito ambientale, oltre che di lanciare un messaggio importante, che ci fa ragionare sulla nostra storia, sulla crisi del sistema consumistico e sul nostro rapporto con la natura".
Manuela sceglie Ponte nelle Alpi perché, oltre ad essere il suo comune di residenza, è presente anche qui, come nel resto d'Italia, una tradizione secolare nella coltivazione della canapa. Lo testimonia anche la presenza all'interno del comune di alcuni toponimi che richiamano questa piantagione. C'è addirittura un'intera frazione, Canevoi, il cui nome deriva proprio da 'canapa' (canevo). "All'inizio non è stato semplice iniziare questa coltivazione. Ho riscontrato molto scetticismo e soprattutto pregiudizi. Dal punto di vista pratico le difficoltà nascono dalla mancanza di macchinari, poco disponibili sul mercato. Gli impianti più vicini che separano e lavorano la fibra si trovano in Piemonte, ora stanno partendo nuove realtà in Veneto, ma i costi di trasporto sono alti. Per il momento il prodotto che ci è sembrato più semplice da trasformare e commercializzare è il seme, che permette la produzione di olio e farina alimentare. Abbiamo deciso di iniziare questo esperimento coltivando un piccolo appezzamento, in quanto la difficoltà di recuperare i macchinari per la raccolta ci ha costretto ad effettuare manualmente tutte le operazioni di lavorazione della pianta".
Manuela e i suoi collaboratori incontrano fin da subito un altro ostacolo, il reperimento delle sementi della canapa. Queste vengono vendute in sacchi da 25 kg (distribuibili su una superficie di 5000 mq) e non sono condivisibili tra diversi agricoltori. Molte persone interessate ad iniziare quest'esperienza abbandonano l'idea per la difficoltà di dover acquistare un sacco intero di semi, quando l'intento era quello di iniziare con un campo di piccole dimensioni. Ma Manuela non si spaventa ed elabora una procedura di suddivisione delle sementi tra più agricoltori che il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), approva, consentendo (per il momento solo per la provincia di Belluno) la divisione del sacco di semi, estendendo la possibilità di fare una piccola esperienza di coltivazione a più agricoltori.
Oggi sono già 14 i coltivatori attivi sul territorio, dislocati un po' in tutta la provincia di Belluno. I coltivatori sono sia uomini che donne, agricoltori professionali e semplici amatori, ma il progetto si sta diffondendo anche in alcuni orti didattici e nei gruppi naturalistici. "Nel sito www.canapicultura.it ho inserito alcune istruzioni, per il momento soprattutto pratiche, che possano servire come base di partenza per iniziare questa coltivazione manualmente".
Non credo che possa ascriversi alla fattispecie di un caso che questa cosa stia accadendo proprio a Ponte nelle Alpi, il comune più virtuoso d'Italia.
Chiedo allora a Manuela a che punto è oggi il progetto, a distanza di tre anni, e che cosa si aspetta di qui ai prossimi dieci. "L'interesse per la coltivazione della canapa si sta sviluppando un po' in tutta la provincia. Sono convinta che il prossimo anno i coltivatori aumenteranno. Le aspettative sono alte. Mi aspetto un'evoluzione dal punto di vista economico, con investimenti da parte di imprenditori ed istituzioni per uno sviluppo delle filiere (fibra, alimentare, carta, bioplastica, bioedilizia, medicina ecc.), che rappresenterebbe anche un'evoluzione in senso ambientale dei processi produttivi, oltre che al recupero delle aree marginali e miglioramento della fertilità dei suoli".
Pensiamo per un attimo a quanti posti di lavoro si potrebbero creare. Pensiamo al tema dell'agricoltura e del cibo, nell'anno della grande occasione sprecata di Expo. Ma in questa storia il primo nemico da sconfiggere è la paura di cambiare, i troppi pregiudizi che diventano per molti barriere insormontabili. Non è un caso che il progetto abbia riscontrato molta positività soprattutto da parte dei giovani, che vedono in questo nuove possibilità e posti di lavoro. "Ma anche un simbolo, che rompe gli schemi e propone uno stile di vita e un'agricoltura rispettosi dell'ambiente, che si contrappone al sistema odierno di tipo consumistico".
"Se conoscessimo meglio la storia, troveremmo una grande intelligenza all'origine di ogni innovazione", parola dello storico dell'arte Émile Mâle.

Fonte: Huffingtonpost.it

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