La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 15 agosto 2015

Jermy Corbin: porto il Labour a sinistra e vinceremo. L'austerità ha fallito

di Tommaso Caldarelli
“Porto il Labour a sinistra e vinceremo”: Jeremy Corbyn, intervistato dai giornalisti fra cui anche i reporter italiani, risponde a Tony Blair che con un editoriale di fuoco apparso sulla stampa inglese nei giorni scorsi aveva implorato militanti e sostenitori di non eleggere il leader della sinistra interna a capo del partito socialdemocratico inglese: “Tony può stare sereno”, dice l’anziano deputato e candidato per la leadership del Labour. Una candidatura inizialmente di bandiera che, settimana dopo settimana, è diventata una concreta scalata alla guida dei laburisti usciti sconfitti dalle ultime elezioni politiche.
Per Repubblica Vincenzo Nigro ha incontrato Jeremy Corbyn a Londra.
“Corbynmania? Ma guardate che io sono quello di sempre, è il contesto a essere cambiato. Non voglio personalizzare nulla, e noi non lo stiamo facendo: parlo di noi, di questa incredibile campagna politica, che ha una spiegazione che tutti voi conoscete da soli. Dopo anni di austerità incredibile e ingiustificata, che ha fatto soffrire, che ha emarginato arcora di più, ora la gente chiede rispetto per i propri diritti. Noi crediamo che in maggio il Labour abbia perso le elezioni perché non ha saputo dire “no” a queste politiche che penalizzano i più svantaggiati.

Il Labour ha presentato una sua forma di austerity “Light”. E ha perso”. Tavistock Square, nella zona di Bloomsbury. Jeremy Corbyn arriva proprio come previsto, dal nulla. Senza un segretario, uno staff, un codazzo di militanti. C’è solo Carmel Nolan, la sua addetta stampa che da poco è rientrata da una vacanza a Montalcino e sa già benissimo che per parecchio tempo non riuscirà più a lasciare la Gran Bretagna.
La principale accusa che viene rivolta a Corbyn è quella di essere un esponente della sinistra vecchio stile: ostile alla libera impresa, pro-nazionalizzazioni, redistribuzione della ricchezza prevalentemente attraverso la tassazione. Il candidato alla guida del Labour discorre proprio di questi temi con i cronisti.
Tony Blair, i suoi avversari più riformisti sono terrorizzati dalla sua vittoria, dicono che lei porterà alla spaccatura, alla devastazione del partito.
“Io sono e rimarrò per sempre nel Labour, è il partito della mia vita; ma se potrò portare il mio partito ad occuparsi in maniera ancora più centrale degli interessi di questa fascia debole della popolazione, beh questo sarà un gran successo. Ho il dovere di difendere questa politica. Sarò io a vincere la corsa, a diventare il segretario del partito? Ne riparliamo il 2 settembre. Il successo della mia candidatura è parte di un movimento cheè in marcia in Europa e persino negli Stati Uniti: guardi al senatore del Vermont Bernie Sanders, guardate a Syriza in Grecia, Podemos in Spagna”.
Lei propone una sfilza di nazionalizzazioni: ha ragione chi la definisce un candidato “anti-business”?
“Non sono contro il business, se l’economia cresce sarà possibile con le tasse aiutare un maggior numero di cittadini. Ma questo deve essere l’obiettivo: non favorire il maggiore arricchimento di chi è già ricco, ma rendere più sostenibile la vita dei cittadini Bisognerà pur regolare le leggi che permettono alle grandi compagnie di spostare le lorosedi legali all’estero, di manovrare per ridurre le tasse che versano alla comunità. Il salario minimo dovrebbe salire a 10 sterline l’ora, dovremmo avere una banca nazionale per gli investimenti nelle infrastrutture”
Più che parlare di nazionalizzazioni, Corbyn afferma di voler parlare di “proprietà pubblica” dei servizi essenziali. E per quanto riguarda la politica estera, il candidato alla guida del Labour è noto per le sue posizioni piuttosto poco ortodosse,


Vuole statalizzare le ferrovie? Il gas, le aziende elettriche?
“Io parlerei di proprietà pubblica. Il paese ha bisogno di servizi che i cittadini possano permettersi, più efficienti e vicini ai loro bisogni. Biglietti del treno cari come quelli che abbiamo oggi sono un ostacolo notevole. Bisogna razionalizzare le ferrovie anche per ridurre il traffico di automobili e ridurre l’inquinamento, il prossimo sindaco di Londra dovrebbe lavorare anche per mettere al bando in città tutti i veicoli con motore diesel. Poi bisogna ripensare alle aziende del settore energia. del gas”.
Politica estera: lei è sempre stato molto radicale, contro la Nato, contro Israele, a favore di Hezbollah e di Harnas. Erano armi che non si sentiva qualcuno parlare cosi duramente contro la Nato.
“Non è una questione di linguaggio: la Nato da anni di fatto ha sequestrato il 2% del bilancio degli stati membri per un progetto che io contrasto. La Nato doveva essere sciolta con la caduta del muro di Berlino e la fine del patto di Varsavia. L’unico modo concepibile per gestire le divergenze in politica estera è il dialogo”.
Vuole il dialogo con Putin: è pronto ad accettare come un dato di fatto l’ingresso di truppe russe in Ucraina?
“Io non sostengo nessuna azione militare, non sono un ammiratore della politica estera di Putin, delle politiche di espansione della Russia o della Nato. Ma dobbiamo avviare una seria discussione su come raffreddare la crisi militare in Europa centrale: l’espansione della Nato e quella della Russia sono speculari, interagiscono l’una con l’altra. Far entrare una Ucraina divisa come quella di oggi nella Nato sarebbe pericoloso, e probabilmente fu un errore lasciare entrare nella Nato gli ex paesi del Patto di Varsavia come la Polonia”

Fonte: giornalettismo

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