
di Carlo Lania
«Non basta salvare i migranti in mare per mettere a posto la coscienza nazionale». I vescovi italiani prendono di nuovo la parola per difendere la chiesa e gli immigrati dagli attacchi di Lega e M5S. Questa volta, però, vanno oltre le frasi spesso offensive con cui politici «piazzisti» trattano il dramma di quanti sono costretti a fuggire dal proprio Paese per non rimanere vittime di guerre e persecuzioni. E attaccano direttamente il governo, colpevole di non fare abbastanza per accogliere e assistere chi sbarca sulle nostre coste. Un governo che, accusano, «è del tutto assente in tema di immigrazione».
Parole pesanti, tanto più perché questa volta non sono rivolte a chi specula sul dramma dell’immigrazione pur di raccattare qualche voto ma prendono di mira direttamente l’esecutivo e pronunciate dal segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, in un’intervista al settimanale Famiglia cristiana. Lo stesso Galantino nei giorni scorsi aveva polemizzato pesantemente, pur senza nominarli mai, con Grillo e Salvini per le loro affermazioni contro gli immigrati. Stavolta però il capo dei vescovi spara più in alto e mette in discussione le politiche migratorie degli ultimi venti anni, a partire dalla legge che, per prima, istituì i famigerati Cie, i centri di identificazione ed espulsione.
«Potremmo imparare dalla Germania e copiare le sue leggi — dice monsignor Galantino -. Invece noi abbiano sempre scritto leggi che in buona sostanza respingono gli immigrati e non prevedono integrazione positiva. Prima la Turco-Napolitano e adesso la Bossi-Fini».
Le cose non vanno certo meglio per chi riesce a entrare in Italia. «Le pratiche per la richiesta di asilo sono lunghissime, un vero calvario la richiesta di permesso di soggiorno», ricorda Galantino secondo il quale «parcheggiano gli immigrati qui e là in Italia. Se invece ci fosse una straccio di permesso di soggiorno provvisorio potrebbero lavorare e la gente non li vedrebbe più bighellonare in giro e non direbbe che mangiano a spese degli italiani già in crisi. ma nessun spiega che è la legge che impone la non integrazione».
Già gli italiani, specialmente quelli che si sono resi protagonisti di proteste contro i richiedenti asilo. Monsignor Galantino parla anche della pseudo sollevazione avvenuta in una quartiere della zona nord di Roma contro la presenza di un centro di accoglienza dei profughi riducendone fortemente la portata. «Ma quale rivolta?», chiede. «Un pugno di cittadini, appoggiati da un movimento di estrema destra a Roma i oppone alla presenza di venti immigrati, ma sui giornali diventa subito la rivolta della capitale. Non è così che si favorisce la convivenza pacifica». Infine le accuse alla Chiesa di non aprire le porte agli immigrati. «Ci sono vescovi che ospitano immigrati a casa propria e non si sono mai riempiti le tasche di soldi, anzi. Lo fanno anche Salvini, Zaia e Grillo?» chiede. Per poi concludere: «I piazzisti sono molti, piazzisti di fanfaronate da osteria, chiacchiere da bar che rilanciate dai media rischiano di provocare conflitti».
Alle critiche di monsignor Galantino il governo preferisce non risponde. Silenzio da parte di del premier Matteo Renzi, ma la linea del silenzio è scelta da tutto l’esecutivo. Per la maggioranza parla invece Emanuele Fiano deputato e membro della segretaria del Pd. «Non esistono democrazie senza critiche: ben venga chi vuole sferzare il governo perché faccia di più, ma penso che sull’immigrazione stiamo facendo molto», dice. «Perciò che monsignor Galantino dica che si può fare di più lo accetto, che affermi che l’azione del governo è totalmente insufficiente no».
Ma nel Pd si levano anche voci solidali con le parole del vescovo. Come quella del senatore Vannino Chiti: «Monsignor Galantino ha ricordato e tutti noi e in particolare a quanti si dicono cristiani — dice — una semplice verità del Vangelo: il dovere dell’accoglienza perché il prossimo, e ancor più il prossimo colpito da ingiustizie, violenza, guerre, è nostro fratello». Con la Chiesa anche l’ex capogruppo alla Camera Roberto Speranza. «Tra l’umanità di papa Francesco e la propaganda di Salvini sull’immigrazione, — scrive su Twitter l’esponente della sinistra Pd — tutta la vita con papa Francesco!!! Siamo tutti esseri umani».
Reazioni anche a destra. «Se i vescovi predicano accoglienza e aiuto no0n fanno altro che il loro lavoro, se un politico cerca di trovare soluzioni per evitare che si acuiscano tensioni sociali che mi sembrano sotto gli occhi di tutti fa il suo lavoro», dice per Forza Italia il governatore della Liguria Giovanni Toti. Toni ben diversi arrivano invece dalla Lega. Per il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio «Galantino è l’esempio lampante di come i vescovi siano lontani anni luce dai problemi della gente», mentre Matteo Salvini promette soluzioni che sanno di miracoloso: «Fatemi fare il ministro al posto di Alfano per un mese e vediamo se non riesco a bloccare questa invasione di clandestini», assicura il leader della Lega. Che garantisce: «Io sarei pronto anche domani». Tanto a parlare non ci vuole niente.
Approfondimento: Monsignor Perego: «Stiamo supplendo alla carenze della politica»
Intervista a Mons. Giancarlo Perego di Luca Kocci
«Sulla questione immigrazione, la politica sta evidenziando gravi carenze e inadempienze, per cui spesso la Chiesa, con le proprie strutture, si trova a fare opera di supplenza di uno Stato assente. A questo poi va aggiunto che ci sono alcuni politici e alcune forze politiche che non fanno nulla perché hanno paura di perdere consenso, oppure alzano la voce e sfruttano le paure delle persone per raggranellare un po’ di voti. E questo è davvero vergognoso».
L’analisi di monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes (l’organismo pastorale della Cei che si occupa di migrazioni), sebbene pacata nei toni, è netta. E netto è anche il suo giudizio sulle polemiche fra il segretario generale della Cei, monsignor Galantino, e alcune forze politiche, la Lega Nord su tutte. «Non sono sorpreso — dice Perego -, del resto già in altre occasioni esponenti della Lega avevano evidenziato un vuoto assoluto di proposta politica e un’incapacità di formulare proposte concrete per fare fronte ad uno dei drammi del nostro tempo. Le parole di monsignor Galantino cercano solo di contrastare qualunquismo e vuoto politico».
Insomma sono piazzisti da quattro soldi…
«Ognuno colora come meglio crede le proprie espressioni e il proprio sdegno di fronte ad affermazioni insensate, pericolose per la vita delle persone e irrispettose di un diritto, che è il diritto di asilo.»
Salvini chiede di portare gli immigrati in Vaticano. Zaia dice che se la Chiesa interviene lo fa perché guadagna sui migranti. Come risponde?
«Noi facciamo il nostro dovere accogliere e di sostenere migranti, rifugiati, richiedenti asilo e persone in povertà. È un dovere che ci viene dal Vangelo. Ma in questo momento molte nostre strutture stanno supplendo alle gravi carenze della politica, che non ha saputo organizzare un piano di accoglienza, di assistenza e di asilo richiesto dagli accordi di Dublino. Sono le prefetture che ci chiamano e ci pregano di fare quello che non stanno facendo Stato, Regioni e Comuni».
Cosa rimprovera alla politica?
«Stato centrale, Regioni e Comuni non sono capaci di collaborare per organizzare e gestire l’accoglienza. Inoltre dal 2011 ad oggi ancora non c’è stata quella pianificazione richiesta di alcuni luoghi dove tutelare il diritto di asilo. Si tratta oggi di 85mila persone che, spalmate su 8mila Comuni, non avrebbero l’impatto drammatico che si vuole far credere.»
La Lega Nord difende il crocefisso nelle scuole e chiede di respingere i migranti. Non le pare una contraddizione?
«Non metto in dubbio la fede dei singoli. Esprimo però il mio giudizio su alcune idee che fanno a pugni non solo con il Vangelo, ma con l’idea stessa di democrazia. Il diritto di asilo nasce con la democrazia, negarlo significa cadere in una sorta di medioevo della democrazia.»
Non le sembra che in passato ci sia stata grande indulgenza da parte della Chiesa nei confronti di alcune forze politiche, come per esempio la Lega, che potevano essere utili alleati per altre battaglie su temi cari ai vescovi?
«Bisogna distinguere il magistero dalla politica. Noi oggi, di fronte al dramma dell’immigrazione, chiediamo di governare questo fenomeno, nel rispetto della dignità della persona e del diritto di asilo. Allo stesso modo, sul tema della famiglia, chiediamo la tutela della famiglia fondata sul matrimonio. E questo indipendentemente da collateralismi con una o un’altra forza politica.»
La Chiesa fa politica?
«Se fare politica significa interessarsi della città, della dignità di ogni persona, della giustizia sociale allora in questo momento la Chiesa sta facendo politica, indipendentemente da qualsiasi formazione partitica. E mi rendo conto che questo può dare fastidio a chi ha idee diverse».
Quello dell’immigrazione è un problema non solo italiano ma europeo…
«E va affrontato anche a livello europeo. Rimettendo in discussione la chiusura di Mare nostrum che ha provocato il 30% di morti in più. Ridefinendo gli accordi di Dublino così da permettere una libera circolazione dei migranti in tutta Europa. E prevedendo una reale condivisione dell’accoglienza da parte di un’Europa di 500 milioni di abitanti che non può trovarsi in ginocchio per 200mila persone che arrivano dal Mediterraneo. Occorre una nuova politica europea sul tema delle migrazioni. Diversamente la chiusura e il ritorno dei nazionalismi non faranno altro che provocare un effetto domino che riporterà l’Europa indietro di 50 anni».
Fonte: il manifesto
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