La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 14 agosto 2015

Perchè ci aiuta la scelta centrista di Renzi

di Gianni Melilla
A sini­stra c’è vita se si inve­ste con gene­ro­sità e lun­gi­mi­ranza su un pro­getto poli­tico uni­ta­rio senza esi­ta­zioni e per­so­na­li­smi. Tra i nani della attuale sini­stra , chi è meno nano deve fare lo sforzo maggiore.
Lo spa­zio poli­tico è enorme. La linea tar­do­blai­ri­sta di Renzi deve ogni giorno strap­pare con la sto­ria e l’identità della sini­stra, a par­tire dal suo legame con la Cgil come para­digma del fon­da­mento costi­tu­zio­nale sul lavoro della Repub­blica, e dalla cen­tra­lità del Par­la­mento rispetto all’esecutivo che si vor­rebbe capo­vol­gere con una pes­sima riforma costi­tu­zio­nale e una inco­sti­tu­zio­nale legge elettorale.
Non emerge una alter­na­tiva di sini­stra anche per­ché l’antipolitica e il popu­li­smo giu­di­zia­rio ali­men­tano un sen­ti­mento popo­lare anti­si­stema che il M5S e la Lega coniu­gano con raro cini­smo con i pro­blemi dell’immigrazione, della sicu­rezza, della paura del futuro nel tempo della reces­sione e di una nuova spa­ven­tosa disu­gua­glianza sociale che col­pi­sce soprat­tutto le gio­vani generazioni.
La sini­stra non ha un noc­chiero, cioè una sog­get­ti­vità poli­tica in grado di dare un senso a que­sto tempo così com­plesso e ingiu­sto. E dun­que dob­biamo muo­verci pre­sto e bene. Di false par­tenze ce ne sono state varie. Evi­tiamo errori di per­so­na­li­smi, vec­chi ran­cori e vel­leità lea­de­ri­sti­che che oggi sono par­ti­co­lar­mente pate­ti­che e sco­rag­giano la par­te­ci­pa­zione. Non è sem­plice met­tere insieme per­sone, sto­rie, cul­ture, movi­menti, pra­ti­che rela­zio­nali, nel segno della par­te­ci­pa­zione e del pluralismo.
Ma non vi sono alter­na­tive ad un pro­getto che parta dal basso e favo­ri­sca nuove idee e pas­sioni poli­ti­che. Più che pen­sare a chi starà nel quar­tier gene­rale, imma­gi­niamo per­corsi diversi che fanno matu­rare a valle i nuovi e plu­ra­li­stici gruppi diri­genti della nuova sini­stra senza ren­dite di posi­zione per nessuno.
Da gio­vane ho mili­tato nel Mani­fe­sto e nel Pdup, il nostro oriz­zonte era la rivo­lu­zione nella parte più avan­zata del capi­ta­li­smo, par­la­vamo di matu­rità del comu­ni­smo, oggi, fermo restando la nostal­gia (che è un grande sen­ti­mento poli­tico che può anche muo­vere le mon­ta­gne) più rea­li­sti­ca­mente par­liamo di una idea di rifor­mi­smo di sini­stra in grado di coin­vol­gere milioni di per­sone su una sfida di governo, come sta facendo Syriza in Gre­cia e, spe­riamo pre­sto, anche Pode­mos in Spagna.
Il tema delle alleanze rive­ste grande impor­tanza e anche in Spa­gna Pode­mos si è mossa prag­ma­ti­ca­mente per gover­nare Madrid e Bar­cel­lona, e le varie regioni spa­gnole. Così in Ita­lia il rap­porto con il Pd è diri­mente. E’ evi­dente una distanza radi­cale dalle poli­ti­che del governo Renzi che si col­lo­cano nel solco dell’austerità e aggiun­gono anche un peri­co­loso assalto alla Costi­tu­zione e ai suoi sapienti equi­li­bri. Ma il Pd è qual­cosa di più com­plesso, sono anche i ter­ri­tori in cui vivono ancora pra­ti­che uni­ta­rie nei Comuni e in alcune Regioni, è la radice cul­tu­rale che coin­volge ancora milioni di elet­tori che vedono di buon occhio l’unità del centrosinistra.
Non esi­ste una ricetta mira­co­li­stica (mai col Pd o sem­pre col Pd), occorre ragio­nare sulle idee, sui pro­grammi che riguar­dano il lavoro, le pen­sioni, la sanità, l’immigrazione, l’Europa, le riforme costi­tu­zio­nali. Sui con­te­nuti si misu­rano le con­ver­genze, le alleanze tat­ti­che, i pro­getti even­tuali di governo del Paese o di comu­nità ter­ri­to­riali. La straor­di­na­ria espe­rienza della Milano di Giu­liano Pisa­pia è il miglior biglietto da visita di una sini­stra vera e di governo.
Allo sche­ma­ti­smo set­ta­rio del M5S che rifiuta alleanze dob­biamo pre­fe­rire il metodo del con­fronto nel merito dei pro­blemi, con­sa­pe­voli che in Ita­lia anche quando l’onda delle lotte ope­raie e stu­den­te­sche era alta, la nuova sini­stra non è mai riu­scita a con­qui­stare con­sensi tali da met­tere in discus­sione l’egemonia dei par­titi tra­di­zio­nali di sinistra.
Oggi ci aiuta un fatto ine­dito : il Pd pre­si­dia il cen­tro poli­tico e sociale e ha scelto il New Labour 20 anni dopo. E dun­que a sini­stra c’è una pra­te­ria che chiede però rispo­ste con­vin­centi, serie, popo­lari, demo­cra­ti­che e di governo. Non una nuova sini­stra arco­ba­leno che cambi tutto per non cam­biare niente.
E allora con corag­gio e fan­ta­sia costruiamo il futuro della sini­stra ita­liana rimet­ten­doci tutti in discus­sione in un pro­cesso costi­tuente vera­mente demo­cra­tico e par­te­ci­pa­tivo.

Fonte: Il manifesto

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