La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 14 agosto 2015

Labour, ora il guerrafondaio Blair chiama alla crociata contro l'eretico rosso

di Fabrizio Salvatori
''Disfatta'' e addirittura ''annientamento''. Rischia tutto questo il Labour se dovesse scegliere come nuovo leader Jeremy Corbyn. Sono parole durissime quelle usate da Tony Blair in un accorato intervento pubblicato dal sito del Guardian in cui l'ex premier attacca, come non ha mai fatto prima, il candidato più di sinistra alla guida del partito. Si tratta, come spiega il quotidiano britannico, di un ''disperato appello'' lanciato da Blair proprio nel giorno in cui si sono chiuse le iscrizioni per votare nelle elezioni interne per il nuovo leader, il cui esito sarà annunciato il 12 settembre.
''Non importa se siete alla sinistra, destra o centro del partito, se eravate soliti sostenermi o odiarmi - ha aggiunto il padre, guerrafondaio e liberista, del New Labour - ma per favore capite il pericolo in cui siamo''. E ancora: ''Se Corbyn diventa leader non ci sarà una sconfitta come nel 1983 o nel 2015 alle prossime elezioni. Ci sarà una disfatta, forse l'annientamento''.
Blair arriva anche a dire che mai negli oltre 100 anni di storia del partito c'è stato un ''pericolo mortale'' come quello rappresentato dal socialista di vecchia scuola e con un passato di militante pacifista. Le differenze fra i due non potrebbero essere più grandi e sono emerse in particolare negli ultimi giorni. Soprattutto quando Corbyn ha 'osato' mettere in discussione il pilastro centrale del Labour moderno, l'abolizione dallo statuto della Clausola 4, che impegnava alle nazionalizzazioni, voluta fortemente proprio da Blair quando arrivò a guidare il partito nel 1994. Ma non finisce qui. I due sono lontani anni luce anche nella politica estera, con Corbyn che pochi giorni fa ha affermato che Blair potrebbe essere processato per crimini di guerra dopo aver lanciato l'attacco in Iraq nel 2003 a fianco degli Stati Uniti di George W. Bush.
L'appello dell'ex premier, che parla anche di un partito sull'orlo del precipizio, arriva dopo la pubblicazione ieri di un sondaggio YouGov secondo cui Corbyn nella corsa alla leadership sarebbe in testa col 53% dei consensi, staccando di ben 32 punti il secondo, il ministro della Sanità nel governo ombra Andy Burnham, che raccoglie solo il 21%. Mentre Yvette Cooper, ministro dell'Interno ombra, si ferma al 18%. Corbyn con questi numeri vincerebbe al primo turno.

Fonte: controlacrisi.org

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