La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 24 settembre 2015

Donald Trump & Co. secondo Noam Chomsky

di Noam Chomsky e Amy Goodman
Noam Chomsky è intervenuto sulla politica presidenziale statunitense in un discorso tenuto sabato presso The New School a New York. Affrontando una domanda sul candidato Repubblicano alla presidenza Donald Trump, Chomsky ha valutato il panorama politico: “Gli attuali Democratici sono quelli che di solito venivano definiti Repubblicani moderati. I Repubblicani sono soltanto scivolati via dallo spettro. Si dedicano così tanto alla ricchezza estrema e al potere, che non riescono a ottenere voti… Quello che è accaduto, quindi, è che hanno mobilitato settori della popolazione che ci sono stati per molto tempo…Trump potrebbe essere un intermezzo comico, ma non è poi tanto diverso dalla tendenza dominante, il che penso sia più importante.”
AMY GOODMAN: Dopo il suo discorso, il Professor Chomsky ha letto e risposto a domande del pubblico. Questa è una di quelle domande.
“Che cosa pensa delle buffonate di Donald Trump, in corrispondenza con la sua precedente idea sull’eccezionalismo americano?
NOAM CHOMSKY : Ebbene, in realtà penso che dovremmo riconoscere che gli altri candidati non sono poi così diversi. Cioè, date appena un’occhiata alle loro idee. Sapete, essi vi parlano delle loro idee e sono straordinarie. Così, tanto per rimanere sull’Iran, un paio di settimane fa, i due favoriti – ora non lo sono più – erano Jeb Bush e Scott Walker e avevano opinioni diverse sull’Iran. Walker diceva che dobbiamo bombardare l’Iran; quando verrà eletto bombarderanno immediatamente l’Iran, proprio il giorno in cui verrà eletto. Bush è stato un po’ più serio.
Ha detto che aspetterà fino al primo incontro di Gabinetto, e poi bombarderanno l’Iran. Cioè, tutto questo è proprio fuori dallo spettro non soltanto dell’opinione internazionale, ma anche da una relativa sanità mentale. Questo è – penso che Ornstein e Mann abbiano ragione – un’insurrezione radicale, non è un partito politico. Lo si può dedurre anche dai voti. Voglio dire che ogni argomento di una certa complessità ha qualche diversità di opinione. Quando però si ha un voto unanime sull’eliminare il patto con l’Iran o la Legge per la sanità più abbordabile, o qualunque possa essere la cosa successiva, si sa che non abbiamo a che fare con un partito politico.
E’ interessante chiedersi perché questo è vero. Penso che ciò che è accaduto realmente, è che durante l’intero periodo cosiddetto neoliberale, la generazione scorsa, entrambi i partiti politici sono scivolati verso destra. I Democratici di oggi sono quelli che di solito si chiamavano Repubblicani moderati. I Repubblicani sono appena scivolati via dallo spettro. Si dedicano così tanto alla ricchezza estrema e al potere, che non possono ottenere voti presentando quelle posizioni. Quello che è accaduto, quindi, è che hanno mobilitato settori della popolazione che ci sono stati per molto tempo. E’ una nazione abbastanza eccezionale in molti modi. Uno, è estremamente religiosa. E’ uno dei paesi più fondamentalisti del mondo. E oramai sospetto che la maggioranza della base del Partito Repubblicano sia formata da Cristiano evangelici estremisti, no, sono un misto, ma questi sono gli estremisti, nativisti ( xenofobi) che hanno paura che “ci stanno portando via il nostro paese bianco e anglo-sassone,” persone che devono andare armati quando entrano in una caffetteria della catena Starbucks perché, chi lo sa, potrebbero essere uccisi da un terrorista islamico, e così via. Cioè, tutto questo fa parte del paese e risale ai tempi coloniali. Ci sono delle radici reali di questo. Ma le persone di questo tipo non sono state una forza politica organizzata in passato. Lo sono adesso. Questa è la base del Partito Repubblicano, e lo si vede nelle primarie. E così, certo, Donald Trump è forse un intermezzo comico, ma non è tanto diverso dalla tendenza generale, e questo penso sia più importante.
AMY GOODMAN: Noam Chomsky che parla a The New School questa settimana, qui nella città di New York, su “Potere e ideologia.” Il Professor Chomsky docente di ruolo Emerito all’Istituto di Tecnologia del Massachusetts, dove ha insegnato per più di mezzo secolo. Linguista di fama mondiale e dissidente politico, Chomsky ha scritto più di 100 libri; il più recente si intitola Because We Say So.

Originale: Democracy Now
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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