La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 26 settembre 2015

L'altra Enciclica: non sarai mai alto come le montagne

di Gustavo Duch
Il netto pronunciamento delle accademiche e degli accademici islamici in vista della Conferenza dell’Onu sul cambiamento climatico è avvenuto un mese fa, a Istanbul durante un importante Simposio. Prese di posizione simili a quella che chiama un miliardo e 600 milioni di musulmani a sostenere il raggiungimento di un accordo ambientale rigoroso a Parigi si sono avute anche in altre confessioni religiose. Da quella ebraica a quella buddista, passando per l’Enciclica, ormai molto nota, e molto ben accolta, di papa Francesco. D’altra parte, Il Corano invita l’uomo – che non sarà mai alto come le montagne – alla modestia, a non incedere sulla terra con alterigia.
L’altra enciclica inizia con una premessa che in sintesi dice: “Il nostro pianeta esiste da miliardi di anni e il cambiamento climatico non è nuovo in sé. Il clima della Terra ha attraversato periodi umidi e secchi, freddi e caldi, in risposta a molti fattori naturali. La maggioranza di questi cambiamenti è stata graduale, in modo che le forme e le comunità di vita hanno potuto evolversi con essi. (…) In passato il cambiamento climatico ha prodotto le immense riserve di combustibili fossili che oggi, ironicamente, con il loro uso sconsiderato e miope, sta causando la distruzione delle condizioni che hanno reso possibile la nostra vita sulla Terra“. (…)
“Peraltro, il cambiamento climatico attuale è indotto dall’uomo, che si è convertito in una forza dominante della natura (…) Cosa diranno di noi le generazioni future che come eredità lasciamo loro un pianeta degradato?” (…)
“Nel breve periodo di tempo trascorso dalla Rivoluzione Industriale ad oggi, gli uomini hanno consumato gran parte di quelle risorse non rinnovabili che hanno impiegato 250 milioni di anni per generarsi: tutto in nome dello sviluppo economico e del progresso umano. Osserviamo con allarme gli effetti combinati di un aumento del consumo pro-capite (…), osserviamo con allarme la lotta multinazionale che oggi si sta svolgendo per ottenere più depositi di combustibili fossili sotto le calotte di ghiaccio nelle regioni artiche. Stiamo accelerando la nostra stessa distruzione (…)”
“Nonostante le numerose conferenze che hanno avuto luogo per cercare di affrontare questa problematica, lo stato generale della Terra si è costantemente deteriorato (…) È allarmante che malgrado tutti gli avvertimenti e le previsioni, il successore del Protocollo di Kyoto [1] che doveva entrare in vigore nel 2012, sia stato rinviato. È essenziale che tutti i paesi, specialmente quelli più sviluppati, intensifichino i propri sforzi e adottino un approccio proattivo, necessario per fermare e poi invertire il danno che si sta causando”.
L’altra enciclica continua affermando: “Noi, non siamo i creatori dei cieli e della Terra. (…) La catastrofe del cambiamento climatico è il risultato dell’alterazione umana all’equilibrio della Terra dovuta alla nostra incessante ricerca della crescita economica (…). Riconosciamo che non siamo altro che una minuscola parte dell’ordine divino ma, all’interno di questo ordine, siamo esseri eccezionalmente potenti (…) e [da questo] ci deriva il dovere di trattare ogni cosa con cura e rispetto. (…) La creazione dei cieli e della Terra è molto più grande che la creazione del genere umano ma la maggioranza degli uomini, non lo sa.”
E quest’altra enciclica, elaborata in vista della cruciale Conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si terrà in autunno e che deve portare ad un nuovo accordo internazionale per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 ° C, dopo aver rivolto un appello all’impegno di tutte le persone del pianeta, al settore imprenditoriale, alle nazioni in cui abitiamo e ai leader che le governano, chiedendo anche un apporto da parte delle altre religioni della nostra civiltà, chiude con una citazione del libro sacro alla sua comunità.
“Non incedere sulla terra con alterigia, ché non potrai fenderla e giammai
potrai essere alto come le montagne!” Corano 17:37 [2].
Dopo la diffusa informazione e valutazione dell’enciclica Laudato sì di papa Francesco (leggi Il Cantico che non c’era di Paolo Cacciari, ndr), vale la pena anche segnalare il recente simposio che si è tenuto ad Istambul nel mese di agosto, durante il quale un gruppo di accademici e accademiche hanno elaborato laDichiarazione islamica sul cambiamento climatico.

Fonte: La Jornada
Traduzione per Comune-info: Daniela Cavallo

[1] Emendamento di Doha al protocollo di Kyoto, definito anche come Kyoto 2, che istituisce un secondo periodo di impegni vincolanti dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2020

[2] Traduzione in italiano di questa citazione del Corano da http://www.giovanimusulmani.it/ramadan/corano.php

Pubblicato su comune-info.net 

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