La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 24 settembre 2015

Renzi taglia le prestazioni sanitarie per finanziare l’abbattimento delle tasse

Intervista Tonino Aceti di Roberto Ciccarelli
Tonino Aceti, por­ta­voce del tri­bu­nale per i diritti del malato-CittadinanzaAttiva, con­te­sta l’esistenza di un’emergenza creata dall’eccesso di pre­sta­zioni sani­ta­rie che coste­rebbe allo Stato 13 miliardi di euro all’anno. In base a que­sta cifra, il governo Renzi ha deciso di tagliare 208 pre­scri­zioni con­si­de­rate «esami inu­tili». «Parto da un dato incon­te­sta­bile per­ché isti­tu­zio­nale – afferma Aceti — Nel 2014 per l’Istat il 9,5% della popo­la­zione ha rinun­ciato a una pre­sta­zione sani­ta­ria di cui aveva biso­gno a causa delle lun­ghe liste di attesa, dell’inefficienza orga­niz­za­tiva e del costo dei tic­ket. Non è un fatto di poco conto: il dato è aumen­tato in un anno dello 0,5%. Nel 2013 riguar­dava il 9% dei cit­ta­dini. Que­sto allarme lan­ciato dalla mini­stra della Sanità Loren­zin per noi è esat­ta­mente l’opposto: in Ita­lia esi­ste una dif­fi­coltà ad acce­dere alle pre­sta­zioni, non un loro eccesso».
Non crede che sia neces­sa­rio miglio­rare l’appropriatezza delle pre­scri­zioni? Se è così per­ché il governo ha lan­ciato l’allarme?
"Per fare cassa e finan­ziare l’abbattimento delle tasse annun­ciate dal pre­si­dente del Con­si­glio Renzi. Il decreto sull’appropriatezza è neces­sa­rio per repe­rire le risorse, sca­ri­cando i costi sulle spalle dei cit­ta­dini e del Wel­fare.
Le cose vanno chia­mate con il loro nome: con la scusa di que­sto decreto si sta attuando una revi­sione dei livelli essen­ziali di assi­stenza e del paniere delle pre­sta­zioni del Sistema Sani­ta­rio nazionale.
Ma non si può aggre­dire que­sto pro­blema con un decreto. Il miglio­ra­mento va pro­mosso dal Sistema sani­ta­rio nazio­nale attra­verso un piano stra­te­gico che pre­veda la for­ma­zione del per­so­nale, l’informazione indi­pen­dente dei pro­fes­sio­ni­sti, i pro­to­colli dia­gno­stici tera­peu­tici assi­sten­ziali. Quello che è certo è che non si taglia l’assistenza come fa que­sto decreto. In un momento in cui aumenta la dif­fi­coltà di accesso alla sanità, i red­diti sono sotto stress per la crisi, sarebbe neces­sa­rio un soste­gno al Wel­fare. Tra tagli alla sanità e decreti come que­sto invece si dimi­nui­scono le tutele dei cit­ta­dini e dei pazienti."
Quali potreb­bero essere le con­se­guenze del decreto?
"Aprire un’autostrada ai pri­vato e alle assi­cu­ra­zioni sulle salute. Con 208 pre­scri­zioni vie­tate potrebbe essere lo stesso medico a con­si­gliare al paziente di rivol­gersi a loro. Il pro­blema è che con i red­diti che dimi­nui­scono, e con la povertà che aumenta, aumen­te­ranno anche le per­sone che scel­gono di non curarsi per­ché non hanno i soldi per farlo."
Qual è il cri­te­rio usato nella scelta delle pre­sta­zioni da tagliare?
"Que­sta ope­ra­zione è scol­lata dalla realtà e ina­de­guata rispetto alle evo­lu­zioni della medi­cina. Oggi si va sem­pre di più verso la medi­cina di genere e per­so­na­liz­zata. Non si capi­sce per­ché, in que­sto caso, il governo abbia scelto di stan­dar­diz­zare le pre­sta­zioni. Ogni cit­ta­dino è diverso e ha biso­gno di pre­sta­zioni per­so­na­liz­zate. Que­sta deci­sione tra­sfor­merà i medici in buro­crati ammi­ni­stra­tivi che dovranno ese­guire le pre­sta­zioni nel rispetto di una tabella mini­ste­riale. Se non lo farà, il medico è pas­si­bile di una san­zione. Dal punto di vista dell’etica pro­fes­sio­nale que­sto è gravissimo."
Come cam­bierà il rap­porto tra il cit­ta­dino e il medico?
"Si potrebbe inne­scare un più alto livello di con­flit­tua­lità come già accade per l’accesso a alcuni far­maci gra­tuiti. Il medico si trova costretto, in alcune situa­zioni, a rifiu­tare la pre­scri­zione. Il cit­ta­dino non accetta le sue moti­va­zioni, si sente truf­fato e deluso dal Sistema sani­ta­rio Nazio­nale che gli ciò che gli serve e lo obbliga ad andare dal pri­vato. Non si può esclu­dere che la stessa cosa possa acca­dere con le pre­scri­zioni e che il cit­ta­dino agi­sca con­tro il medico."
In tri­bu­nale?
"Non lo escludo. Ci si potrebbe rivol­gere al giu­dice per capire se il cit­ta­dino ha il diritto a una pre­sta­zione garan­tita dall’ordinamento costi­tu­zio­nale. Que­sta con­flit­tua­lità potrebbe coin­vol­gere anche i diret­tori gene­rali delle strut­ture sani­ta­rie, anche loro col­piti dalle misure pre­vi­ste dal decreto."
I sin­da­cati dei medici hanno annun­ciato l’intenzione di fare uno scio­pero. Voi cosa farete?
"Se il tema della mobi­li­ta­zione sarà sul decreto e sui tagli alla sanità soster­remo la mobi­li­ta­zione e ci attiveremo."

Fonte: il manifesto 

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