La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 25 settembre 2015

Il male radicale della sinistra

di Paolo Ercolani
Io li ho visti. Voi non ci cre­de­rete ma io li ho visti sul serio. Esi­stono ancora. E pur­troppo eser­ci­tano un ruolo tut­tora influente. Pate­tico ma distruttivo. Comu­ni­sti, socia­li­sti, leni­ni­sti, social­de­mo­cra­tici, rifor­mi­sti, mas­si­ma­li­sti, trotz­ki­sti, bern­stei­niani, kau­tsky­sti. Que­sto e molto altro pur di mar­ciare seria­mente e con­vin­ta­mente divisi, a Sinistra.
Pur di accam­pare ottime e soli­dis­sime ragioni per indi­vi­duare, rigo­ro­sa­mente al nostro interno, il nemico peg­giore e più odiato, il tra­di­tore della causa, il rin­ne­gato. Il ven­duto. L’opportunista. Quello che, comun­que vada, non riu­scirà mai a cor­ri­spon­dere all’ideale per­fetto e asso­luto di lea­der, o sem­pli­ce­mente di com­pa­gno (se non altro di strada), di cui ogni cor­rente si sente por­ta­trice e sacer­do­tessa infal­li­bile ed esclusiva.
Ora, sarebbe un’impresa fran­ca­mente cru­dele anche sol­tanto chie­dersi quanto di tutte le distin­zioni sopra ripor­tate (e mi sono limi­tato alle più clas­si­che) gliene possa impor­tare a un elet­tore dei giorni nostri, pur deciso nell’aderire agli ideali che in qual­che modo si richia­mano alla Sini­stra. Più ancora se di gio­vane età.
Eppure, sem­bra assurdo ma è così, den­tro ai par­ti­tini e alle realtà che a vario titolo si richia­mano alla Sini­stra è prin­ci­pal­mente sulla base di quelle cate­go­rie che ci si divide, ci si odia, ci si distrugge reciprocamente.
Costruendo, in que­sto modo e giorno per giorno, la vit­to­ria facile e scon­tata di coloro che sono ben decisi, e coesi, nell’appoggiare il sistema tecno-finanziario.
Non è sol­tanto una Sini­stra pun­tual­mente scon­fitta, inca­pace di inter­cet­tare i biso­gni reali delle cate­go­rie umane e sociali più deboli. È molto di più.
Si tratta di un’antropologia poli­tica dele­te­ria e auto­di­strut­tiva, che si con­danna (e con­danna le cate­go­rie sociali che sostiene di rap­pre­sen­tare) all’irrilevanza, alla spoc­chio­sità mac­chiet­ti­stica, a un ruolo ridi­colo e impro­dut­tivo di mera testi­mo­nianza da parte di una ristret­tis­sima ple­tora intellettuale.
Sono coloro che, spesso in nome di teo­rie mal dige­rite (quando effet­ti­va­mente stu­diate), riten­gono indi­spen­sa­bile, al punto di sacri­fi­carvi tutte le ener­gie, affer­mare quell’idea o ideale per­fet­tis­simi, incu­ranti del fatto che non solo non si sono mai rea­liz­zati, ma in que­sta epoca radi­cal­mente diversa non rie­scono nean­che più a inter­cet­tare e rap­pre­sen­tare i pro­blemi spe­ci­fici del popolo.
Sem­bra impos­si­bile eppure vanno avanti, o meglio, pen­sano di andare avanti così. Pap­pa­gal­le­sca­mente con­dan­nati a rei­te­rare slo­gan ana­cro­ni­stici, for­mule ormai insi­gni­fi­canti, lita­nie estra­nee alla realtà del nostro tempo.
L’IDEA SOPRA OGNI COSA
Senza ver­go­gna, e anzi con­vinti, cri­ti­cano e com­bat­tono tutto e tutti (pos­si­bil­mente den­tro alla Sini­stra, per­ché il resto del mondo è come se non esi­stesse, anche se lar­ga­mente mag­gio­ri­ta­rio), senza che li sfiori mini­ma­mente il dub­bio che la poli­tica è rap­pre­sen­tanza di biso­gni con­creti, costru­zione di pro­getti attuali e cre­di­bili, impe­gno fina­liz­zato al bene di uomini e donne in carne ed ossa, e non all’affermazione vel­lei­ta­ria ed acca­de­mica di un’idea, o peg­gio di un ideale, rite­nuti supremi e al di sopra dello spa­zio e del tempo.
E poi, a fronte di tutto que­sto, dav­vero inten­diamo chie­derci con sin­cero stu­pore come mai la Sini­stra sia con­dan­nata alla scon­fitta da decenni?!
Se per­fino uno come Tsi­pras, raris­simo esem­pio di Sini­stra che vince, pur con tutti gli errori e le inge­nuità che pos­sono esser­gli attri­buite fini­sce bol­lato come un tra­di­tore, un mani­chino, uno che si è arreso ai poteri forti della finanza, di che cosa stiamo parlando?!
Vogliamo dir­celo, una volta per tutte, qual è il pro­blema insor­mon­ta­bile che con­danna la Sini­stra alla scon­fitta annun­ciata anche quando vince le elezioni?
Se inten­diamo farlo dav­vero, allora dob­biamo par­lare di una parte poli­tica, la nostra, che da troppo tempo non pensa più, non ela­bora le con­trad­di­zioni del pro­prio tempo, per giun­gere a pro­po­ste teo­ri­che e azioni pro­gram­ma­ti­che rin­no­vate e credibili.
Tarate su tempi, testi e con­te­sti pro­fon­da­mente mutati. Con una diri­genza radi­cal­mente e pro­fon­da­mente rinnovata.
RINNEGATI O NOSTALGICI
Dob­biamo par­lare di una Sini­stra che ha subito pas­si­va­mente il 1989 come una scia­gura, non sapendo far altro che divi­dersi fra i rin­ne­gati che si genu­flet­tono al libe­ra­li­smo (per di più con lo zelo tipico dei neo­fiti) e nostal­gici che si aggrap­pano a codici e con­cetti ormai supe­rati dalla Storia.
Entrambi acco­mu­nati da un empito egoi­stico a con­ser­vare un minimo di potere, influenza, senso e risorse. Chi ven­dendo l’anima (e non solo) al potere domi­nante (fin­ta­mente com­bat­tuto fino al giorno prima), e chi spre­mendo fino all’osso il potere resi­duale (e neces­sa­ria­mente tra­mon­tante) di ban­diere, miti, ideali e trionfi ormai lon­tani nel tempo.
Entrambi col­pe­voli di non saper più inter­cet­tare e rap­pre­sen­tare dav­vero i disagi e le neces­sità di quel popolo che pur li aveva seguiti in gran numero, e che per forza di cose ha dovuto cer­care lidi diversi e lon­tani (anche se non per forza migliori).
Il risul­tato, stante que­ste con­di­zioni di par­tenza, non poteva che essere segnato: la sconfitta.
Che poi, sem­pre a volerla dire tutta, se anche dive­nisse la parte pre­pon­de­rante dell’elettorato ita­liano, euro­peo, o per­fino mon­diale, e quindi con­qui­stasse le stanze del potere gover­na­tivo, la Sini­stra, que­sta Sini­stra, cosa potrebbe fare mai? Quale modello di società alter­na­tivo a quello del sistema tecno-finanziario? Ma soprat­tutto, quali rap­porti di forza, sapien­te­mente costruiti e resi solidi, che con­sen­tano a un Tsi­pras qua­lun­que di non dover subire il ricatto di un sistema tecno-finanziario oggi troppo forte e privo di alter­na­tive cre­di­bili? Ste­ril­mente osteg­giato da una Sini­stra a sua volta priva di teo­rie e pro­grammi alter­na­tivi, di idee che non siano quelle che la fran­tu­mano e le fanno tro­vare il tra­di­tore, il rin­ne­gato e l’opportunista rigo­ro­sa­mente al pro­prio interno?
SCRIVERE UNA NUOVA STORIA
Tsi­pras, nel bene e nel male, è la dimo­stra­zione vivente che c’è biso­gno di Sini­stra, ma che tale biso­gno si rivela comun­que ste­rile e per­dente se quella stessa Sini­stra, anche a fronte del mira­colo elet­to­rale che gli con­se­gna la vit­to­ria, non si è prima dotata di nuovi codici con cui leg­gere il tempo pre­sente e pro­grammi rin­no­vati con cui pro­vare a cam­biare i mec­ca­ni­smi del sistema. Pos­si­bil­mente seguendo un piano coerente.
Tsi­pras, alzando il pugno al cielo e sot­to­met­ten­dosi ai mer­cati finan­ziari per man­canza di un piano solido e cre­di­bile, incarna per­fet­ta­mente la Sini­stra sban­data e con­dan­nata alla scon­fitta di que­sti tempi infausti.
Ecco per­ché risul­tano pate­tici sia coloro che osan­nano Tsi­pras, innal­zan­dolo per­fino nel nome e nella ban­diera a sim­bolo vuoto di una bat­ta­glia comun­que per­dente, per­ché com­bat­tuta senza armi rea­li­sti­che (anche se garan­ti­sce qual­che posto in Par­la­mento); sia coloro che intra­ve­dono in lui un tra­di­tore degli altis­simi e nobi­lis­simi ideali e pro­po­siti, che come tutti gli ideali e pro­po­siti si rive­lano per­denti se non sup­por­tati da una piat­ta­forma teo­rica solida e coe­rente e da una base pro­gram­ma­tica con­creta e studiata.
Un esame impie­toso e spre­giu­di­cato della galas­sia Sini­stra con­duce a rite­nere ine­vi­ta­bili le scon­fitte che abbiamo subito e che ancora subi­remo se non cam­biamo marcia.
E a com­pren­dere come mai anche certe vit­to­rie con­so­lanti (come nel caso di Tsi­pras), fini­scano per tra­sfor­marsi, in realtà, in scon­fitte ancora più cocenti e quindi paradossali.
Per­ché rac­con­tano di un’impotenza strut­tu­rale e di un’assenza di alternativa.
Quello della Sini­stra è un male radi­cale pro­prio per­ché ormai alberga all’interno della sua radice costitutiva.
Se essa non trova la forza di tagliare i rami sec­chi, di libe­rarsi delle incro­sta­zioni del pas­sato, di lasciarsi alle spalle le troppe divi­sioni che incan­cre­ni­scono la pianta e ne bloc­cano la cre­scita, ma soprat­tutto di met­tersi a tavo­lino e costruire una nuova visione e un nuovo pro­getto per il futuro, non ci sarà vit­to­ria che dav­vero conti e dav­vero possa cam­biare le cose.
Finia­mola con l’illusione di poter costruire un nuovo sogno facendo la somma del pas­sato. Si tratta sem­mai di sot­trarre al futuro idee, intui­zioni, sog­getti e volti che sap­piano scri­vere una nuova Storia.

Fonte: il manifesto 

1 commento:

  1. Purtroppo il vecchio simbolo FALCE e MARTELLO (oggi questi utensili vengono usati solo negli Orticelli per tagliare l'erba e piantare nuovi filari) fa ricordare alle persone documentate e ben pensanti qusi sempre il periodo oscuro del COMUNISMO STALINIANO. Questo simbolo oggigiorno non mi sembra troppo 'progressista' ! Qui di seguito pensiero di sinistra s o f t di un mio Magister i cui libri furono bruciato durante il Nazismo. A chi e' interessato invio volentieri il nome del pensatore. Grato per vostri commenti da ferdinando Schweiger ferschwer@siol.net (triestino: AustroItaloSlavo) COMPITO DELL'INDIVIDUO
    "Noi uccidiamo quando chiudiamo gli
    occhi davanti alla povertà, al bisogno,
    allo scandalo. Noi uccidiamo quando,
    per indolenza, tolleriamo che si perpe-
    tuino istituti fatiscenti nella società, nel-
    lo Stato, nella scuola, nella religione,
    ed elargiamo un consenso ipocrita inve-
    ce di voltare loro decisamente le spalle.
    Come per un coerente socialismo la pro
    prietà è un furto, così per il coerente adep
    to della nostra fede ogni mancato ricono-
    riconoscimento della vita, ogni durezza,
    ogni forma di indifferenza e di disprezzo
    altro non è che un modo di uccidere. Si
    può uccidere non soltanto il presente, ma
    anche il futuro"

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