La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 20 agosto 2015

Cinque idee per una scuola di sinistra (e di tutti)

di Giovanni Impegnoso
Sono un maestro elementare. Insegno in un quartiere popolare di Roma: Garbatella. Sono quasi prossimo alla pensione. Il mio punto di vista sulla scuola origina da questa mia collocazione di ormai anziano navigatore delle acque scolastiche. C’è un atteggiamento generale, riguardo le faccende scolastiche che non mi convince, anche da parte della sinistra.
Trovo infatti che parlando di questo argomento si antepongano al ragionamento, all’analisi delle cose, una serie di posizioni ideologiche, rappresentate attraverso semplicissimi slogan, che frenano la possibilità di comprensione e quindi la creazione di idee e soluzioni valide.
La scuola pubblica non si tocca; i precari devono essere assunti tutti; le scuole, gli insegnanti, gli studenti devono essere valutati; adesso bisogna insegnare per competenze; ah, il cooperative learning che bellezza; non più integrazione ma inclusione; ….
Naturalmente chi ha una visione opposta delle cose ribalta questi slogan nel loro contrario.
Per tutti noi ne consegue che, sballottati da una visione così manichea, si hanno poche alternative: o si fa proprio, fideisticamente, un intero pacchetto di slogan o si finisce a non credere più alla possibilità di un cambiamento, di un miglioramento e si alzano le spalle, sbuffando, di fronte a qualsivoglia idea o proposta.
La sinistra, il corpo docente, gli studenti si limitano così, per la maggior parte, ad osservare attoniti e disillusi lo scontro ideologico tra minoritarie falangi, armate di insulti e anatemi.
Un visione di sinistra della scuola invece, a mio parere, deve partire da una fondamentale Scelta da cui deve originare una analisi non ideologica delle cose.
1° Idea di Sinistra (spero) – La Scelta.
Che cosa è la Scuola? A questa apparentemente ovvia domanda, si possono dare diverse risposte.
Una persona di destra direbbe probabilmente che la scuola deve servire esclusivamente a trasmettere Il Sapere agli studenti. Chi impara tutto il Pacchetto ( gentilmente confezionato da Insondabili e Intangibili Esperti), nel modo codificato va avanti, se no si viene bocciati. Tutto deve essere ordinato secondo lo schema indiscutibile della gerarchia.
Una posizione conservatrice, così diffusa anche nella sinistra, definisce la scuola, invece, attraverso la cristallizzazione dei ruoli: la scuola è degli insegnanti, la scuola è dei Dirigenti, … è degli studenti, …. è di chi ci lavora.
La posizione occupata da queste diverse componenti non può essere messa in discussione, pena lo svuotamento del significato che si dà alla scuola; così tutto diventa immodificabile e tutti sono inamovibili.
Una visione di sinistra deve invece, a mio parere, tornare a mettere al centro dell’idea di scuola quello che avviene in classe, per valorizzare sempre ed in ogni momento la significatività della vita scolastica.
In classe un gruppo di persone si trova a percorrere un lungo percorso insieme, attivando processi complessi e di grande importanza per i singoli partecipanti al viaggio.
Una posizione di sinistra deve affermare, secondo me senza alcun dubbio, che questa esperienza deve essere gratificante e nutriente per chi partecipa all’avventura, in primo luogo per le nuove generazioni che costituiscono la ragione stessa dell’esistenza della Scuola.
Questa è, secondo me, l’essenza della scuola e questo deve essere l’obiettivo a cui tutto va subordinato.
Se si illuminano le “cose della scuola” con questa luce, tutto può acquisire una significatività diversa, reale, non cristallizzata e astratta.
Le materie possono essere interpretate non come pacchetti confezionati in modo misterioso dagli Esperti di cui sopra ma come contenuti che possono rendere La Grande Avventura ancora più ricca e stimolante.
La posizione delle persone che partecipano al Viaggio può acquisire autorevolezza e quindi valore solo attraverso azioni e scelte che promuovano la crescita significativa e gratificante, non ribadendo costantemente un Ruolo.
Interrogarsi incessantemente su cosa si insegna e come lo si insegna è il motore che può far viaggiare l’intero convoglio di una Scuola di Sinistra.
2° Idea per una Scuola di sinistra. L’analisi delle cose.
Definendo la Scuola di Sinistra, l’insieme delle esperienze gratificanti e nutrienti …., abbiamo trovato il nostro faro, la nostra chiave interpretativa.
Dobbiamo ora conoscere i luoghi attraverso cui La Grande Avventura dovrebbe svolgersi, per poter imbarcare le giuste attrezzature in grado di rispondere ai bisogni che durante il Viaggio si manifesteranno.
È necessario cioè, partire da un’analisi attenta della società e dei bisogni che da essa emergono.
Alla luce della mia esperienza di insegnante in un quartiere popolare, con la consapevolezza che il mio punto di vista potrebbe essere parziale, mi sembra di poter dire che attualmente le famiglie esprimono molte difficoltà nello svolgere la funzione genitoriale.
Sempre più frequentemente ho incontrato genitori che non hanno idee educative a cui ispirarsi, che non conoscono strade e riferimenti precisi da seguire ma che procedono a vista, nell’insicurezza e nell’incertezza.
La richiesta che queste persone pongono alla scuola non è più una richiesta di sola istruzione ma aumenta sempre più il bisogno di essere supportati nell’educazione dei figli, di essere aiutati a farli crescere (potremmo dire che la richiesta che è posta alla scuola sia quella di costruire percorsi gratificanti e nutrienti).
A mio parere la Sinistra dovrebbe accogliere in pieno questa sfida e proporre una Scuola che accetti anche i compiti educativi che la società attuale richiede.
Come non essere solidali con il genitore che di fronte alle difficoltà del figlio ti chiede di indicargli una soluzione? Come è possibile sottrarsi?
Questa è l’unica strada per restituire dignità a Scuola e Insegnanti. Solo così si potrà essere riconosciuti come Istituzione Amica.
3° Idea per una scuola di Sinistra – Il Grande Viaggio.
Una volta definita la Scuola di Sinistra come la scuola dell’attenzione verso il processo educativo, della Ricerca di Significatività per quello che avviene in classe, dell’accoglienza verso le richieste degli studenti e delle famiglie, è giunta l’ora di pensare a quello che bisogna fare per realizzare un bel Viaggio durante i lunghi anni in cui una persona si trasforma da bambino in adulto.
Secondo me per questo è necessario recuperare pienamente e senza incertezze una Vecchia Idea di Sinistra: la cultura non è neutra.
Cosa vuol dire questa affermazione? Che il sapere e le conoscenze, faticosamente conquistati dall’uomo, vengono organizzati dal potere in strutture che sono diretta espressione del punto di vista delle classi dominanti.
Non è la singola conoscenza ad essere diretta espressione del potere ma è come il sapere viene organizzato in impianti culturali rigidamente strutturati a costituire lo strumento per il controllo e per la perpetrazione della supremazia ( ecco cosa servono i Grandi Esperti nei loro studi nascosti nelle Università e nei Ministeri).
Sono queste Costruzioni di Cultura di Classe (parolaccia per i perbenisti attuali) ad essere imposte alla scuola e a diventare strumenti di discriminazione. Se impari le cose proprio in quel modo può aspirare ad avvicinarti al Sole se no verrai respinto nell’Ombra.
In tutto l’Occidente la scuola però è in crisi. Si dice che le nuove generazioni non seguono, non hanno motivazioni, non rendono nello studio. Per risolvere queste problematica si pensa a strumenti di valutazioni sempre più sofisticati e decisivi, ad aumentare il potere di questa o quella componente della scuola, di variare l’organizzazione attraverso espedienti di ” ingegneria scolastica” .
E naturalmente, quando l’incertezza cresce, ci si aggrappa alla nostalgia per quello che fu e la scuola cresce di considerazione quanto più diventa scuola severa, ” .. Che inquadra i ragazzi..”, dove il poter gerarchico è certificato da regole scientifiche e inoppugnabili: medie aritmetiche per attribuire i voti, compiti in classe e interrogazioni severe, ” …perché la scuola non è per tutti…”.
Però la scuola continua ad essere in crisi perché queste ricette sono mistificatorie, non vogliono trovare soluzioni ma solo perpetuare lo stato di cose presenti. Tanto i rampolli delle classi dominanti troveranno comunque le loro opportunità formative.
Se si vuole pensare ad una scuola di sinistra è necessario secondo me tornare a mettere al centro cosa si insegna e come lo si insegna.
È questo il cuore della scuola, forse la sua stessa ragion d’essere e solo noi di sinistra possiamo capire quello che c’è da fare, perché solo noi, se recuperiamo l’orgoglio per quello siamo, possiamo avere attenzione per la motivazione dei ragazzi, per combattere contro le difficoltà e trovare le soluzioni adatte per costruire una scuola che sappia proporre alle nuove generazioni una Grande Avventura di scoperta e di crescita.
Non ho ricette pronte da proporre.
Io sono felice e soddisfatto quando in classe riesco a proporre e a vivere insieme ai miei alunni delle esperienze; sono insoddisfatto e affaticato quando non trovo niente di meglio che proporre alla classe una lezione tradizionale.
Forse la mia ricetta è questa: impegnarsi quotidianamente a proporre esperienze da vivere con i propri studenti, percorsi da costruire senza dare per scontato che il Sapere sia un megalite inattaccabile e da trasmettere per intero, per travaso di nozioni dall’insegnante all’allievo.
Qualche veloce esempio.
In un campo/scuola gli operatori avevano deciso di presentare ai ragazzini il ” Barone Rampante” di Calvino ma lo hanno fatto facendoli percorrere il bosco, facendoli arrampicare sugli alberi, facendoli mangiare lì sopra …
La scuola di sinistra deve far entrare nelle pratiche il corpo, inteso come lo strumento attraverso cui si conosce, si capisce, si ricorda.
Altra immagine: alunni di quinta che recitano ” Galileo ” ( in versione riadattata) di Brecht e così si confrontano con le problematiche della scienza, con l’atteggiamento del Potere, con la difficoltà di opporsi alla violenza della classe dominante.
L’ultimo esempio: i bambini di una quarta che puliscono gli acquari costruiti con banalissime bacinelle di plastica, sabbia, piante acquatiche e pochi pesci e che verificano che l’acqua, grazie alle piante, resta limpida, i pesci riescono a vivere e a riprodursi, comprendendo il concetto di equilibrio ecologico di un sistema.
Solo noi di sinistra possiamo immaginare di costruire una Scuola che non sia per formare Eruditi ma che finalmente faccia tornare la Cultura nel sangue, nei muscoli, nei gesti di chi impara e di chi insegna.
4° Idea per una Scuola di Sinistra – l’Organizzazione.
Da quando sono state abolite le compresenze, mi sono ritrovato, come molti altri a dover andare in altre classi a completare l’orario facendo una qualche materia. Un’ ora di storia, una di scienze, una di Horribilis ( materia alternativa).
Dopo aver espletato il mio compito, uscivo da quelle classi con un non troppo vago senso di insoddisfazione.
Se le cose erano andate bene mi sentivo inseguito dagli sguardi dei ragazzini che sembravano dire: ” … ma come, ci lasci proprio adesso sul più bello?”
Se invece erano andate male sentivo gli stessi sguardi: ” … che vuole questo?”
Cercavo di trovare modalità per proporre lezioni interessanti, allegre, stimolanti ma ho sempre cavato pochi ragni dal buco in queste occasioni.
Ho cercato di darmi una risposta agli interrogativi che queste situazioni mi ponevano.
Credo di aver capito questo: io in quelle classi non facevo più il maestro ma facevo il professore.
Il mio intervento era giocoforza incentrato sulla materia e non sul percorso da vivere insieme.
Non potevo progettare una giornata articolata sull’esplicitarsi di un percorso educativo ma dovevo limitare le possibilità di interazione e di relazione con quei ragazzi.
E se le difficoltà della Scuola Media e delle Superiori dipendessero anche da questo?
Come possono dei professori ( circa 9 per classe) che si alternano per un’ora o due con i diversi gruppi, essere guida nel Grande Viaggio di crescita che la Scuola di Sinistra deve proporre?
Se il Docente della Nostra Scuola ( quella di Sinistra), non deve limitarsi alla trasmissione del Sapere ma deve essere guida che vive insieme agli studenti la Grande Avventura, come si può creare l’alchimia giusta spezzettando le relazioni e le esperienze?
Diventa quasi inevitabile scivolare nella lezione frontale, nell’atteggiamento cattedratico, nella durezza del rapporto valutativo ( bella interrogazione? Bel voto; Risposte scarse? Brutto voto).
Facciamo riferimento al modello di scuola che ha ottenuto i migliori risultati in questi ultimi anni ( certificati da test internazionali) prima che politiche sciagurate ne snervassero l’efficacia: il Tempo Pieno Classico.
La sua struttura è semplice, facilmente comprensibile da tutti e logica. Due insegnanti per le due diverse Aree, Linguistica e Scientifica, l’orario lungo, di ben quaranta ore che permette di condividere, con i giusti tempi, un percorso di crescita che si poteva anche immaginare ricco, articolato, sperimentato sul campo.
Proviamo ad immaginari un estensione di tale modello.
Tre poi quattro docenti che seguono il gruppo degli studenti in tre/quattro Aree, organizzati su di un tempo scuola disteso, magari per altri 5 anni dopo la scuola elementare. Poi con ragazzi ormai avviati all’età adulta, altri docenti opzionali che si aggiungono, scelti da ogni studente sulla base delle proprie inclinazioni , passioni e interessi.
Secondo me una struttura di questo tipo potrebbe permettere realmente di condividere la Grande Avventura, di formare un Gruppo, di vivere esperienze e percorsi significativi e globali tra tutti i partecipanti al Grande Viaggio. Soprattutto in questo modo sarebbe possibile costruire relazioni forti e positive tra docenti e studenti, relazioni basate non sul giudizio, sull’esercizio del potere, sulla staticità dei ruoli ma sulla comprensione, sulla cooperazione, sulla solidarietà ed anche sul rigore, sulla pretesa di dare il meglio, sulla non condiscendenza verso la debolezza che non diventa esercizio di potere proprio perché le richieste forti e impegnative vengono da chi ti comprende e ti guida nelle scelte.
5° ed ultima idea per una Scuola di Sinistra – Usare l’intelligenza, non rigidità ed egoismo.
Mi piacerebbe tanto che almeno a sinistra, parlando di scuola, ma non solo, si potesse parlare in modo laico e aperto, senza andare sempre ad imprigionarsi in chiusure e dogmi.
Facciamo qualche esempio. Partiamo da uno dei nostri Capisaldi: La scuola pubblica non si tocca.
Ormai questo slogan è diventato un perno ideologico che non si può nemmeno immaginare di verificare alla luce dei tempi e dei fatti. È una affermazione così intangibile che ci si dimentica anche di spiegarla a chi magari ha dimenticato le buone ragione da cui prende origine.
Eppure noi di sinistra dovremmo sempre valutare le cose analizzando (marxianamente a qualcuno verrebbe voglia di aggiungere) i contesti. Dovremmo cioè essere scientifici.
Invece ci siamo persi nelle religioni.
Per immaginare, progettare e costruire una Scuola di Sinistra, che abbia come obiettivo di favorire il processo di crescita ( e di apprendimento e di istruzione e di educazione) dei nostri giovani in quest’epoca e in questi contesti sociali ed economici, è ancora utile la scuola pubblica? Perché?
Questi interrogativi non devono mai, a mio avviso, trovare una risposta definitiva ma devono restare sempre al centro delle nostre riflessioni.
La mia risposta attuale, come è ovvio, è che la Scuola Pubblica è attualmente insostituibile per costruire una scuola di qualità.
Perché? Perché per noi di sinistra la qualità degli individui si misura con la capacità di comprendere empaticamente e non solo razionalmente le ragioni degli altri e questo è possibile vivendo esperienze e costruendo percorsi con gli altri.
Se sono cattolico e sto solo con i cattolici non sono aiutato a crescere; se sono di sinistra stare solo con quelli di sinistra non mi aiuta a mettere alla prova le mie ragioni; se sono bianco non devo stare solo con i bianchi; se sono agile devo aver l’occasione di condividere la vita anche con chi agile non è; se sono povero devo poter avere la possibilità di costruire e conquistare il mio Cielo.
Non solo perché è moralmente ed eticamente giusto, ma anche perché questo arricchisce l’intero tessuto sociale e crea speranze per il futuro.
La Scuola di Sinistra di qualità deve essere fondata su questo pluralismo reale, quotidiano ( non su quello finto alla par condicio).
Solo la Scuola Pubblica può garantire quell’insieme di esperienze strutturanti e nutrienti che, abbiamo già detto, dovrebbero essere il vero scopo della Nostra Scuola.
Questa è la mia opinione oggi ma se domani le condizioni cambiassero, vorrei poter essere libero di ragionare su modelli differenti senza incorrere in scomuniche
Ogni argomento di scuola deve sottostare a questo tipo di analisi.
I ruoli delle persone, i loro compiti, il loro profilo professionale, dovrebbero essere costruiti sulla base di un ragionamento che consideri prioritario la qualità de Grande Viaggio che si propone ai nostri giovani.
È necessario accorpare classi di concorso, rivedere l’orario di lavoro dei docenti, la loro formazione, le modalità del loro reclutamento per riuscire a costruire una scuola di valore? Lo si faccia, senza paura, con la sicurezza delle nostre Buone Ragioni.
Forse riuscendo a spiegare la grandezza della Nostra Visione potremmo far comprendere che la rinuncia ad uno status attuale che spesso è frustrante, può essere gratificato con un percorso lavorativo di alto profilo, di soddisfazione, di crescita umana completa.
La Scuola di Sinistra ha bisogno di coraggio.

Fonte: Rifare la sinistra

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