La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 22 agosto 2015

Tsipras: realisti e rivoluzionari

 
di Teodoro Andreadis Synghellakis
Le con­sul­ta­zioni del pre­si­dente della repub­blica, Pro­ko­pis Pavlo­pou­los, sono già ini­ziate. Ale­xis Tsi­pras ha rinun­ciato. Ovvia­mente, a pro­vare a for­mare un nuovo governo, per far ini­ziare, invece, il prima pos­si­bile, la cam­pa­gna elet­to­rale. Il pre­si­dente di Nuova Demo­cra­zia, tut­ta­via, Van­ghe­lis Mei­ma­ra­kis, ha scelto di fare l’esatto con­tra­rio e di tenere l’incarico per tutti e tre giorni pre­vi­sti, sino anche a dome­nica.
Mei­ma­ra­kis sta pro­vando, per quanto gli possa riu­scire, a met­tere Tsi­pras in dif­fi­coltà, con­scio del fatto che la com­pa­gine dei con­ser­va­tori non ha nes­suna reale pos­si­bi­lità di vin­cere le elezioni.
Ha incon­trato, quindi, Zoì Kon­san­to­pou­lou, (la pre­si­dente del par­la­mento che ha espresso la sua ferma con­tra­rietà all’accordo con i cre­di­tori), «per esplo­rare even­tuali vie che por­tino alla for­ma­zione di un nuovo governo, senza dover tor­nare alle urne». Ha par­lato anche con il respon­sa­bile del nuovo par­tito cen­tri­sta, Il Fiume, Sta­vros Theo­do­ra­kis, e domani si incon­trerà con i socia­li­sti e il lea­der della nuova for­ma­zione di sini­stra, Unità Popo­lare, di Pana­jo­tis Lafazanis.


Un’azione di disturbo, quindi, priva di reali pos­si­bi­lità i suc­cesso, ma fina­liz­zata al ten­ta­tivo di far gua­da­gnare un po’ di visi­bi­lità a Nuova Demo­cra­zia, priva di una lea­der­ship cari­sma­tica e col­le­gata, nell’immaginario col­let­tivo, ad una gestione fal­li­men­tare della crisi eco­no­mica. «Invi­terò Tsi­pras nel mio uffi­cio e gli chie­derò per­ché, alla fine, non ha seguito la via del voto di fidu­cia, e cosa intenda fare dopo le even­tuali ele­zioni anti­ci­pate», così Mei­ma­ra­kis ai gior­na­li­sti.
È evi­dente che anche Lafa­za­nis, sfrut­terà l’occasione e accet­terà l’incarico che, secondo quanto pre­vede la costi­tu­zione, gli dovrà essere con­fe­rito dal pre­si­dente greco. Unità Popo­lare, infatti, conta ven­ti­cin­que depu­tati, è il terzo gruppo par­la­men­tare e ha diritto a rice­vere l’incarico, dal momento che la costi­tu­zione greca pre­vede che pos­sano pro­vare a for­mare un nuovo governo i lea­der delle tre prin­ci­pali forze poli­ti­che del paese.
Con la nascita di Laikì Eno­tita– Unità Popo­lare, riman­gono fuori dai gio­chi sia Il Fiume, sia i neo­na­zi­sti di Alba Dorata, che con­tano, entrambi, dicias­sette depu­tati. Fonti vicine al primo mini­stro greco, riten­gono comun­que ancora pos­si­bile andare al voto il 20 set­tem­bre, con la crea­zione, entro la pros­sima set­ti­mana, di un governo elet­to­rale, pre­sie­duto dalla pre­si­dente della Corte di Cassazione.
Per quel che riguarda la stra­te­gia di Syriza, Ale­xis Tsi­pras ha preso parte, ieri, alla riu­nione della segre­te­ria poli­tica del par­tito, nel corso della quale ha sot­to­li­neato che si deve pun­tare ad un nuovo, pro­fondo rap­porto con la società, basato sulla forza dell’ideologia della sini­stra radi­cale, ma senza col­ti­vare volu­ta­mente delle illusioni.
«Essere rivo­lu­zio­nari non signi­fica igno­rare o negare la realtà, ma aprire nuove strade quando non esi­stono», ha detto Tsi­pras. Insi­ste, cioè, nel voler coniu­gare rea­li­smo ed azione poli­tica di sini­stra, per cer­care di cam­biare gli equi­li­bri in Europa, “dall’interno”, senza rinun­ciare alla respon­sa­bi­lità ed alla sfida di governo. E Syriza man­tiene i suoi stret­tis­simi legami con Podemos.
Il numero due della for­ma­zione della sini­stra spa­gnola, Íñigo Erre­jón, in una con­fe­renza stampa con­vo­cata per com­men­tare la deci­sione del pre­mier greco di andare ad ele­zioni anti­ci­pate, ha riba­dito che «Ale­xis Tsi­pras ha dato una lezione di corag­gio, respon­sa­bi­lità e fidu­cia al suo popolo», anche se ha defi­nito una «cat­tiva noti­zia», la scis­sione all’interno della Coa­li­zione della sini­stra radi­cale ellenica.
D’altronde, già Pablo Igle­sias, nei giorni scorsi, aveva riba­dito l’appoggio ad Ale­xis Tsi­pras, dopo che parte della stampa greca aveva scritto che il tren­ta­seienne poli­tico spa­gnolo, dopo il com­pro­messo della Gre­cia con i cre­di­tori, avrebbe deciso di togliere dal suo pro­filo Twit­ter, una sua foto con il primo mini­stro greco.
La comu­nanza di intenti ed il forte rap­porto con Pode­mos, sta a con­fer­mare la volontà di Syriza di non per­dere le carat­te­ri­sti­che di una forza radi­cale, che con­ti­nuerà a fare tutto il pos­si­bile per com­bat­tere il pre­do­mi­nio della finanza e l’Europa a pre­do­mi­nio tedesco.
La que­stione, tut­ta­via, come fanno notare stretti col­la­bo­ra­tori del lea­der greco è essere capaci di creare– giorno per giorno– le con­di­zioni per­ché que­sto possa avve­nire real­mente, e non voler gio­care il ruolo della vit­tima sacri­fi­cale, solo per difen­dere la pro­pria purezza ideologica.

Fonte: il manifesto

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