La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 20 agosto 2015

Yemen, un'altra guerra contro i civili

di Fabrizio Salvatori
Sono almeno 398 i bambini che sono stati uccisi e 605 quelli rimasti feriti da quando, il 26 marzo scorso, sono iniziati i raid della coalizione militare a guida saudita per fermare l'avanzata dei miliziani houthi in Yemen. La denuncia arriva dall'Unicef, che nei giorni scorsi ha parlato di crisi umanitaria in relazione ai crimini di guerra sollecitando un intervento dell’Onu. Nel sud dello Yemen i civili sono finiti intrappolati lungo la linea del fuoco tra i gruppi pro-houti e anti-houti che operano sul terreno e sotto la costante minaccia degli attacchi aerei della coalizione a guida saudita.
Nello Yemen ci sono dieci milioni di bambini, circa la metà dell'intera popolazione, che necessitano di assistenza umanitaria urgente. A loro manca il cibo, l'acqua potabile e l'assistenza sanitaria. Inoltre in 1,3 milioni hanno dovuto abbandonare le loro case, vivono sfollati all'interno del Paese e privati del diritto all'istruzione. L'Unicef denuncia anche che 377 bambini sono stati arruolati per combattere.
Save the Children, che da decenni si occupa di assistenza ai bambini in Yemen, parla inoltre di traumi provocati dai raid aerei e dai combattimento sul campo, sottolineando che molti sono rimasti senza casa e hanno perso familiari.
Amnesty International aveva chiesto alle Nazioni Unite di ordinare l'apertura di un'indagine su crimini di guerra commessi dalle parti in conflitto. Da una parte c'è il governo del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, esiliato in Arabia Saudita e sostenuto dai Paesi del Golfo, dall'altro ci sono i miliziani sciiti houthi sostenuti dall'Iran e i lealisti del deposto presidente yemenita Ali Abdullah Saleh.
Secondo le Nazioni Unite l'80 per cento della popolazione yemenita, che in tutto conta 21 milioni di persona, necessita di assistenza umanitaria. In tutto, invece, l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha riferito che sono almeno 4.345 le persone morte in Yemen da marzo al 5 agosto scorso.
Il rapporto mette in evidenza le conseguenze dei bombardamenti della coalizione a guida saudita contro zone residenziali densamente abitate e degli attacchi da terra, indiscriminati e sproporzionati, compiuti dalle forze pro-houti e da quelle anti-houti. La richiesta di Amnesty e' che le Nazioni Unite istituiscano una commissione d'inchiesta. “Tutte le parti attive nel conflitto hanno mostrato il loro spietato e brutale disprezzo nei confronti dei civili", ha dichiarato Donatella Rovera, alta consulente per le crisi di Amnesty International.
"Le forze della coalizione sono del tutto venute meno all'obbligo, previsto dal diritto internazionale umanitario, di prendere le misure necessarie per ridurre al minimo le perdite civili- ha precisato Rovera- Gli attacchi indiscriminati che provocano morti e feriti tra i civili costituiscono crimini di guerra".
I combattenti di ambo le parti hanno usato costantemente armi imprecise, si legge nella nota di Amnesty, come razzi di tipo Grad, colpi di mortaio e lanci di artiglieria contro aree densamente popolate, mostrando poca attenzione per l'incolumita' dei civili e per questo sono comparabili a crimini di guerra. Inoltre, molti attacchi sembrano essere stati lanciati da aree residenziali densamente popolate, in violazione del diritto internazionale umanitario. In molti casi, sono rimasti uccisi o feriti bambini che giocavano in strada o nei pressi delle loro abitazioni.
La sofferenza della popolazione civile yemenita e' acuita da una grave crisi umanitaria, con l'80 per cento degli abitanti bisognoso di assistenza. I servizi essenziali, tra cui l'acqua potabile e l'elettricita', subiscono interruzioni e il prezzo del cibo e' salito alle stelle. I danni alle infrastrutture logistiche fondamentali, quali i ponti, gli aeroporti e i porti, stanno fortemente limitando la consegna degli aiuti umanitari. L'accesso alle cure mediche e' a sua volta penalizzato dalla chiusura degli ambulatori, dai frequenti attacchi contro il personale sanitario e dall'irregolare disponibilita' di elettricita', carburante, medicine e strumenti chirurgici.

Fonte: controlacrisi.org

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