La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 22 agosto 2015

Niente compromessi su diritto di sciopero e contratti

Intervista a Maurizio Landini di Matteo Pucciarelli
È soprattutto sulla stretta degli scioperi paventata dal governo che Maurizio Landini mette in guardia: "La Costituzione parla chiaro, è un diritto individuale garantito".
Cosa ne pensa del piano anticipato da Repubblica?
"La Fiom nel 2010 ha depositato una proposta di legge popolare con 120mila firme per varare una legge sulla rappresentanza. Nel mentre alla Camera c'è la stessa proposta in discussione. Non siamo colti di sorpresa sul tema, abbiamo delle proposte".
Come vede la soglia di sbarramento al 50 per cento per poter firmare un accordo?
"Che l'eventuale accordo va anche sottoposto al voto di tutti i lavoratori, compresi quelli precari. Chiediamo una legge di rappresentanza semplice, non invasiva, in base agli iscritti e ai voti delle Rsu, garantendo che in tutti i posti di lavoro ci si possa iscrivere al sindacato che si vuole e votare. E però la rappresentanza deve valere anche per le associazioni imprenditoriali, non solo per il sindacato".
Si parla anche di rafforzamento dei contratti aziendali, e quindi di un superamento di quelli nazionali. La Fiom è contraria?
"Delle modifiche sono necessarie, nel senso i 400 contratti nazionali possono essere ridotti a una decina. Ma cancellare la contrattazione su scala nazionale non è accettabile, perché così si finisce per indebolire i lavoratori. Per dire, in Fiat i minimi contrattuali sono di 76 euro al mese più bassi rispetto al contratto nazionale. Da anni i rinnovi sono fermi e la crisi del sindacato è spiegabile anche così".
Come commenta il calo del tesseramento della Cgil e le relative polemiche?
"I conti si faranno a fine anno ma se fai un ragionamento serio ti devi rendere conto della tendenza, che è appunto quella di una lenta perdita. La discussione al nostro interno va fatta, occorre garantire maggiore democrazia e partecipazione, così anche più trasparenza. E poi non basta parlare di tessere, ma anche di quanti voti si prendono nelle elezioni delle Rsu. In Fca abbiamo perso iscritti, tesserarsi con noi è pericoloso, ma il voto delle Rls in Fiat dice che siamo il primo sindacato col 36 per cento".
Ma intanto la "Coalizione sociale" a che punto è?
"Il 13 settembre c'è in programma un'assemblea per capire come unire il mondo del lavoro, dai dipendenti alle partite Iva. Mentre il 17 ottobre saremo in piazza con Libera per il reddito minimo. Serve dare una forte sponda politica al mondo del lavoro".
Diventando una forza politica?
"No, imponendo il tema del lavoro in modo trasversale. Lo Statuto dei lavoratori è del 1970. Il Pci si astenne perché riservato solo alle aziende con più di 15 dipendenti, ma votarono a favore anche partiti non di sinistra, come il Pli e la Dc. Tutti ritenevano i diritti del lavoro qualcosa di fondamentale. Oggi invece l'articolo 18 è stato smantellato".
La Lega Nord la vorrebbe a insegnare alla propria scuola di formazione insieme all'ex ministro Varoufakis. Andrà?
"Ho visto, ma a dire il vero devo ancora ricevere l'invito...".
Ma quando le arriverà?
"Non andrò a scuole di partito. In più per onestà aggiungo che su alcune finalità e su alcuni temi della Lega, dai migranti all'Europa, c'è una incompatibilità con i valori della Fiom".

Fonte: La Repubblica

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