La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 21 agosto 2015

Riforma della scuola: signora preside, a Licata l’aspettano!

di Alex Corlazzoli
Facciamo una simulazione. Da domani la signora Alessandra Rucci, preside all’istituto superiore Savoia-Benincasa di Ancona, è trasferita a Licata, provincia di Agrigento. Se vuole lavorare il posto è lì, a 1.169 chilometri Dall’altro canto la signora Rucci ha chiarito che “chi ama questo lavoro affronterà meglio il sacrificio di allontanarsi da casa”.A Licata, senza marito e figli (se ne ha) potrà essere libera di dedicarsi totalmente ai suoi alunni e docenti. Finalmente potrà realizzare il sogno di una vita: soffrire per amore di un lavoro.
Immagino dall’altro canto che la signora Rucci, quando si è laureata come tutti i precari che sono pronti a partire verso destinazioni misteriose, sognava di finire a 1.169 chilometri da casa per poter meglio esprimere tutta la sua passione, la sua dedizione per la scuola pubblica.
E nessuno venga a dire che per fare l’insegnante non si è pronti a lasciare casa, famiglia, amici, impegni in parrocchia o nell’Arci. Anzi, fossi uno di questi professori che hanno l’opportunità di partire, di fare un’esperienza al Nord, sarei onesto e rinuncerei a una parte di quei 1.200 euro di stipendio, per donarli alle casse della scuola che da anni ormai soffrono dei tagli. Lo farei con e per amore. Quando mai capiterà a queste persone di avere un’occasione straordinaria come questa?
Il vero maestro lo deve fare per vocazione, proprio come un missionario. Dev’essere pronto a tutto chi vuol fare questa professione. Anzi d’ora in poi introdurrei un sorta di test obbligatorio: un anno o due a 1000 chilometri da casa, lontano da tutti e da tutto, per misurare quanta passione vera ha un docente per la missione cui è stato chiamato. E poi, perché non pensiamo al voto di obbedienza e povertà.
Forza, signora Rucci, a Licata l’aspettano!da casa, dodici ore e quattro minuti (uno più, uno meno) di auto o più semplicemente raggiungibile con un comodo volo aereo Ancona-Catania (215 euro) e altre due ore e sette minuti di auto per arrivare alla scuola tanto amata. Oppure un conveniente treno regionale Catania-Licata che permetterà alla signora Rucci di arrivare in classe dopo un viaggio di tre ore e cinquantotto minuti.
Son certo che la preside Rucci che all’Huffington post ha detto che i professori precari che si dovranno trasferire “stanno compiendo un grosso sacrificio” che sarà sostenuto specialmente dai docenti “che amano questo lavoro e sentono una forte motivazione”, dopo un viaggio e una spesa di circa 300 euro per raggiungere la sede del suo nuovo istituto, entrerà a scuola stanca, provata ma felicissima di essere lontana dalla sua famiglia e di aver fatto un entusiasmante e avventuroso viaggio per raggiungere la sede prescelta per lei dal sistema del Ministero. 

Fonte: Il Fatto quotidiano

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