La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 19 agosto 2015

Africa, povertà e demografia

di Dario Cataldo
Il Continente africano lascia o raddoppia sulla crescita demografica? Raddoppia, senza mezze misure. Dall’ultimo rapporto dell’Onu sull’andamento dell’evoluzione della popolazione mondiale, il “World popolation prospect 2015” emerge un dato chiaro: entro il 2050, raddoppierà la popolazione di 28 paesi del continente africano. Il numero complessivo degli abitanti dell’intero globo passerà da 7,3 miliardi a 9,7 miliardi. Di questi, il 25% sarà appartenente al Continente Nero.
La nazione con il più alto tasso di crescita è la Nigeria, che a livello mondiale è preceduta soltanto da colossi quali Cina e India. In considerazione del fatto che il governo cinese ha promosso la politica “del figlio unico”, non è improbabile pensare ad un calo demografico cinese in relazione alla crescita africana. Lo studio sul Continente africano, reso noto dal Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, dimostra come il tasso di fecondità sia aumentato in modo esponenziale, mentre quello di mortalità continuerà a diminuire.
Nell’ottica del 2100, la pressione demografica sarà ancora più allarmante. Alla Nigeria potrebbero aggiungersi nell’ordine: la Repubblica Democratica del Congo, Il Niger, il Mali, Angola e Malawi, la Somalia, l’Uganda, lo Zambia e la Tanzania. Lo scenario avrà ripercussioni economiche e sociali, allargando notevolmente il divario tra ricchi e poveri. Combattere la povertà con un aumento di popolazione costante sarà una battaglia lunga ed estenuante, in considerazione delle diseguaglianze profonde tra i continenti, considerando la malnutrizione, le cure sanitarie e soprattutto l’alfabetizzazione.
È vero che aumenterà l’aspettativa di vita, con un numero di anziani determinante. È altrettanto vero che bisognerà rimboccarsi le maniche perché sarà necessario far fronte alle esigenze di una popolazione sempre più giovane in crescita. Salvo imprevedibili catastrofi, grazie ai miglioramenti igienici ottenuti nell’ultimo ventennio, la popolazione vivrà più a lungo, con una media di 89 anni nei paesi occidentali e 81 in quelli in via di sviluppo.
Dagli Altopiani del Continente nero, centomila anni fa, l’umanità agli albori della sua storia ha cominciato la lunga colonizzazione del mondo. Nel 2100, almeno quattro persone su dieci sarebbero africane, a testimonianza che il futuro della Terra è legato all’Africa. Il Rapporto Onu tiene conto anche del fattore “esodo”. Il fenomeno di abbondanti correnti migratorie in fuga dalla sovrappopolazione, dalla fame e dalla miseria, sarà forse la sfida più grande che l’umanità abbia mai affrontato. Reperire le risorse disponibili a soddisfare la richiesta di sempre più orientali che imitano lo stile di vita occidentale, non sarà semplice.
L’approvvigionamento di materie prime dovrà essere la priorità politiche di Governi assennati. In tale chiave deve essere letta la scelta di cercare nuovi pianeti su cui studiare scelte agricole da applicare, come analizzato nei precedenti articoli pubblicati. Il secolo che stiamo vivendo sarà la chiave di volta per capire quale direzione percorrere verso il miglioramento delle condizioni di vita globali.

Fonte: Caratteri liberi

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.