di Gianluca Graciolini
Jeremy Corbin rischia di vincere le primarie del Labour. Lo fa con una piattaforma di riforme sociali per combattere diseguaglianze e povertà. È contro l'austerità, per un nuovo intervento pubblico nell'economia e nel welfare, per la difesa dei beni comuni, per una politica di pace e di fratellanza tra i popoli.
Puntuale anche in Inghilterra, è partita una poderosa, ma inutile, macchina del fango ingaggiata dall'ultralberista e guerrafondaio Tony Blair, mai dimentico delle cambiali che ha da pagare ai poteri economici e finanziari e agli apparati militari e indistriali che lo insediarono e lo mantennero a fare il premier e che oggi gli pagano un lauto stipendo da consigliori.
Corbin ha una storia politica e personale cristallina fatta di coerenza e di passione ideale, sempre vicino ai più deboli, alle minoranze più indifese, alle lavoratrici ed ai lavoratori inglesi. Come si potrà infangare, avranno pensato bene i registi che stanno dietro quella macchina?
In Inghilterra, ne è esempio già noto il caso di Roger Waters, chi è stato ed è impegnato per la causa del popolo palestinese, ben individuando le vittime e i carnefici del caso, è sempre soggetto ad accuse di negazionismo da parte delle lobbies di ultrà più vicine al governo di destra israeliano, ancorchè laide sostenitrici delle vecchie avventure militari di Blair. Per uno di sinistra radicale, antifascista ed antirazzista fino al midollo e fino all'ultimo dei capelli come è Corbin, non vi può essere un'accusa più infamante e dolorosa ed è con questa odiosa accusa che cercano di sputtanarlo, solo perchè una quindicina d'anni fa partecipò ad un meeting per il popolo palestinese.
Tutto ciò è un altro esempio della paura che assale le èlites, quando c'è qualcuno pronto ad infrangere i loro dogmi: non è più un mistero, il capitalismo ha proprio divorziato dalla democrazia, dalla pace, dalla libertà.
Forza Corbin! Non ti curar di loro ma lotta e vinci...
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