La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 19 agosto 2015

Ricordatevi di santificare le feste...

Domeniche No Grazie Italia! Dietro questo nome un programma semplice e diretto nato quando il Governo Monti ha completamente liberalizzato le aperture degli esercizi commerciali e che ha trovato un notevole successo attraverso internet fino ad imporsi alla attenzione della politica, ci raccontate questo percorso?
"Domenica No Grazie Italia ha saputo intercettare il disagio di un’intera categoria dando voce non solo ai dipendenti ma anche a titolari strozzati da una deregolamentazione selvaggia.
La forza del mondo civile non organizzato, grazie ai social, è stato in grado di supplire il vuoto dei sindacati e la pochezza della politica. Siamo stati ascoltati in parlamento presso la X commissione. Abbiamo collaborato attivamente con Confesercenti nazionale e la CEI.
Siamo stati ricevuti dal segretario di Stato Vaticano,il Cardinale Parolin. Recentemente siamo stati a colloquio in senato con Sen. Astorre capo relatore X commissione.
Gli unici rifiuti che abbiamo finora ricevuto vengono dal Presidente della Repubblica che ci ha scritto giustificandosi nel non aver tempo.
Questo è paradossale poiché alla nostra categoria il tempo è stato scippato.
In più,aggiungiamo l’assordante silenzio del presidente del consiglio Matteo Renzi che ha sempre ignorato tutti i nostri scritti e richieste di colloquio.
Imbarazzante anche l’assenza di tutte le sigle sindacali ai tavoli di confronto."
Anche di recente avete avuto incontri con senatori, audizioni in commissione, che clima respirate, che cosa frena ancora la politica a disporre norme oltre che giuste addirittura più sagge di fronte al palese insuccesso della liberalizzazione? Voi cosa gli avete proposto?
"Siamo a disagio nel scrivere questa risposta, perché non c’è nessuna giustificazione per quanto sta accadendo.
I dati forniti dalle regioni, dalla Confesercenti nazionale e dall’ Istat non lasciano alcun dubbio.
La liberalizzazione non ha prodotto né aumento di fatturato né nuove assunzioni.
La liberalizzazione ha bruciato posti di lavoro.
Non capiamo francamente perché tale ostinazione nel portare avanti una politica che aiuta solamente la GDO a discapito di un intero tessuto sociale ed economico.
La nostra richiesta è sempre la stessa:
Tornare ad un massimo di 12 aperture domenicali annue e nessun festivo con deroghe alle vere città d’arte e turistiche come è sempre stato.
Questo permette una vera sana concorrenza e un rilancio dei nostri centri storici."
Nonostante tutto i grandi gruppi non sembrano intenzionati a cedere di un solo passo, anzi, se da un lato cercano di spingere il consumatore a cambiare le sue abitudini, magari dedicando delle specifiche offerte alla domenica o in altri casi aprendo i propri battenti 24 ore al giorno, dall’altro lato le richieste in sede contrattuale sono sempre più spregiudicate, cosa c’è dietro questo atteggiamento?
"La Gdo è incapace ad adeguarsi al nuovo modello di decrescita economica e pretende in epoca di deflazione di continuare ad espandere i fatturati, quindi, sta impoverendo e precarizzando non solo i dipendenti ma, nel suo delirio, predente di trovare una ricetta vincente nell’ ampliamento d’orario, dimenticando una grande verità.
Spostare i consumi non necessariamente equivale ad aumentarli.
Allora noi ci chiediamo … è meglio incassare 100 in 6 giorni lavorativi, o incassare 100 in 7 giorni lavorativi? Anche uno stolto sa cosa rispondere!
Stiamo assistendo alla guerra dell GDO verso la PMI, il grande che cannibalizza il piccolo, e che cannibalizza anche se stesso!!"
Ci raccontate come sono cambiate le vite dei lavoratori dopo la liberalizzazione?
"La qualità di vita di tantissime famiglie è peggiorata.
Per favore non accostateci a settori di prima necessità o sicurezza, nessuna altra categoria vede impiegata la forza lavoro tutte, ma tutte le domeniche dell’anno senza turnazione.
Ci sono mamme che non vedono i figli non solo alla partita della domenica, ma anche alla Comunione o Cresima perché obbligate a lavorare tutte le domeniche e festivi dell’anno.
I riposi compensativi infra-settimanali non fanno aggregazione.
Che te ne fai di un martedì a casa se i tuoi cari sono a scuola o in ufficio? Benefici economici inesistenti, i nuovi contratti non pagano o pagano pochissimo le domeniche e i festivi.
Papà separati che non possono vivere le figli nei weekend stabiliti perché di turno … negozianti all’interno dei centri commerciali multati se tengono chiuso di domenica. Dove c’è libertà in tutto questo?"
Voi avete insistito su una campagna per il boicottaggio dei consumi domenicali, come nei festivi, verso un modo di acquistare più critico, è sufficiente questo?
"No, assolutamente no. La politica deve porre rimedio con una legge, il consumo critico ed etico non può supplire il vuoto normativo. In tutta Europa non c’è uno stato con una normativa simile alla nostra!"
Da quando è scoppiata la crisi nel 2008 si sta attaccando il mondo del lavoro in ogni suo aspetto ma particolare ferocia è stata posta su salario e orari di lavoro, non ritenete che a questo punto vadano congiunti tutti gli sforzi per costituire tutele comuni a tutti i lavoratori fino ad un nuovo Statuto dei Lavoratori più inclusivo?
"Da sempre ci siamo posti un solo obiettivo, cercare di ripristinare una regolamentazione alle aperture domenicali e festive. Non riteniamo di dover sconfinare in altri campi che comunque competono a altre organizzazioni. Siamo tuttavia disponibili a sederci ad un tavolo di lavoro con la sign. Camusso & Company."
Voi non esprimete nessun orientamento politico o sindacale, senza però neppure frapporre alcun pregiudizio, cosa vi aspettate che faccia il sindacato?
"Ci auguriamo prenda posizione non solo a comparsate televisive e slogan giornalistici. Preso atto che lo sciopero è uno strumento che rappresenta lo scorso secolo, ribadiamo la nostra apertura per un serrato e serio confronto."

Fonte: diellemagazine

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