di Mirna Cortese
Da settembre il Parlamento inizierà la discussione sul “Ius soli” che
dovrebbe consentire ai figli degli immigrati nati in Italia di ottenere
la cittadinanza. Ma ammesso che veda luce il progetto di riforma e
revisione della normativa in materia di cittadinanza, Legge n. 91 del 5 febbraio 1992
, secondo cui la “nascita di un bambino sul suolo nazionale non è
fondamentale al riconoscimento dello status di cittadino”, sarà comunque
molto “soft”. Nel senso che rispetto allo Ius soli classico,
tipo quello adottato negli Stati uniti e in molti paesi del Sudamerica,
che attribuisce la cittadinanza del Paese a chiunque nasce sul suolo
nazionale, lo “Ius soli soft” pone alcuni paletti non indifferenti nelle
condizioni per l’ottenimento della cittadinanza.
I paletti dello “Ius soli soft”
I bambini figli di stranieri che nascono in Italia acquisirebbero la
cittadinanza se almeno uno dei due genitori “è residente legalmente in
Italia, senza interruzioni, da almeno cinque anni, antecedenti alla
nascita” o anche se uno dei due genitori, benché straniero, “è nato in
Italia e ivi risiede legalmente, senza interruzioni, da almeno un anno”.
In questi casi la cittadinanza italiana verrebbe assegnata
automaticamente al momento dell’iscrizione alla anagrafe.
I minori nati in Italia senza questi requisiti, e quelli arrivati in
Italia sotto i 12 anni – in base al testo – potranno ottenere la
cittadinanza se avranno “frequentato regolarmente, per almeno cinque
anni nel territorio nazionale istituti scolastici appartenenti al
sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione
professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale”.
Infine, i ragazzi arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, potranno
avere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per
almeno sei anni e aver frequentato “un ciclo scolastico, con il
conseguimento del titolo conclusivo”.
La Lega minaccia barricate
E’ comunque un primo passo dato dalla commissione Affari
costituzionali di Montecitorio, con il via libera all’adozione del testo
base messo a punto dalla relatrice Marilena Fabbri del Pd, e passato
con i voti di Pd, Sel, con qualche riserva ha votato anche Ncd-Area
Popolare, astenuto il M5S che intende presentare durante la discussione
in aula degli emendamenti che considera “migliorativi” ma per ora
sconosciuti.
A settembre quindi, colpi di scena a parte, comincerà l’esame in
assemblea parlamentare. Ed è lì che hanno promesso battaglia Forza
Italia, che ha visto dimettersi alcuni giorni fa la seconda relatrice
del testo, la deputata azzurra Annagrazia Calabria, “per divergenze sul
testo elaborato”, ma soprattutto da parte della Lega che ha promesso “un
Vietnam e barricate permanenti”.
Cristian Invernizzi, daputato del Carroccio e vicepresidente della
Commissione permanente affari costiuzionali, ha dichiarato senza mezzi
termini: “A settembre faremo delle vere e proprie barricate contro il
cavallo di troia per l’africanizzazione forzata dell’Italia. Contro lo
Ius soli la Lega nord scatenerà il Vietnam. Siamo pronti a barricate
permanenti”.
Soddisfatto invece Khalid Chaouki, deputato del Pd e coordinatore
intergruppo cittadinanza, secondo il quale: “Si tratta di una riforma
importante per il Paese che dovrà riconoscere il diritto di cittadinanza
per un milione di nuovi bambini italiani”.
Fonte: popoff quotidiano
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