La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 6 agosto 2015

La via spagnola contro gli sfratti. Podemos puede...

di David Ramos e Arturo Bracero
Era una promessa elettorale, una delle iniziative sulla quale la sindaca di Madrid, Manuela Carmena, aveva fondato il suo programma. Mettere mano al dramma degli sfratti era prioritario, una emergenza sociale affrontata ora con la rapida creazione dell'Ufficio di Mediazione del Mutuo - in spagnolo suona Oficina de Intermediaciòn Hipotecaria, ndT - nel cuore della capitale.
Giudicata poco efficace da coloro che speravano in una drastica riduzione degli sfratti, e ritenuta invece necessaria dalle decine di famiglie che si sono rivolte alla struttura nelle sue poche settimane di vita, "l'ufficio della speranza" - così è stato ribattezzato - ha aperto le porte a metà luglio con l'obiettivo di guidare e aiutare le famiglie. Perché l'ultima cosa che viene perduta, in questo caso, è la casa.
Due enormi "pinguini" all'ingresso segnalano la velocità con la quale è stato allestito il piccolo locale, composto da sei scrivanie a destra e a sinistra e un breve corridoio con un ufficio alla fine. È qui che i cronisti de El Huffington Post vengono ricevuti dalla consigliera alla Parità, Diritti Sociali e Lavoro del Comune di Madrid, Marta Higueras, che si preoccupa di far arrivare alle famiglie un messaggio urgente: non aspettate. "Ora arrivano i casi più disperati, con sfratti già calendarizzati e case già andate all'asta che probabilmente appartengono ad altre persone. Dobbiamo cercare di non arrivare a questi casi estremi. Le persone devono rivolgersi a noi quando vedono che non riescono a pagare la rata del mutuo. Soltanto in questo modo avremo più successo", spiega.
Higueras vorrebbe far comprendere alle persone con l'incubo dello sfratto che questo progetto non è l'ultima risorsa dei disperati, bensì la prima porta alla quale bussare. Solo così riusciranno a negoziare con le banche e otterranno un risultato. Carmen García de Pablos, coordinatrice interna dell'ufficio, conferma che nella maggioranza dei casi giungono casi all'ultimo stadio, con case battute all'asta, garanzie bancarie vicine alla truffa e persone con gravi problemi di salute che cercano la dazione in pagamento (la restituzione della casa alla banca in cambio della cancellazione del debito, ndT) a causa dell'asfissia economica. "Chiedono di fare la dazione in pagamento perché è quello che hanno sentito dire, ma ci sono altre opzioni", dichiara.
È proprio l'idea della dazione in pagamento uno dei punti sui quali insiste la consigliera. "Attenzione, la dazione non è la panacea. Quando qualcuno paga più capitale che interessi non è una buona soluzione. La offriamo quando non c'è più niente da fare, ma l'intenzione di questo ufficio è che alle persone rimanga la casa", insiste. Ovviamente tutti gli accordi includono il fatto che bisogna pagare, ma le condizioni possono cambiare molto. A suo giudizio, esistono molti passi prima di perdere l'alloggio, per esempio passare un anno senza pagare la rata del mutuo o il rifinanziamento del debito, che i mediatori possono ottenere dalle banche con un clima di cooperazione.
"Le banche si sono dimostrate molto collaborative con le nostre proposte. Bisogna dirlo perché spesso vengono dipinte come l'orco, ma ciò che è certo è che ora hanno raggiunto una consapevolezza del problema. Stanno accettando tutto ciò che abbiamo chiesto, ci hanno dato interlocutori, hanno fermato procedimenti quando già erano passati dal giudice e ci daranno appartamenti per i casi d'emergenza", assicura.
Affinché le proposte vadano in porto, gli assistenti sociali dell'ufficio compilano due dossier, uno sulla vulnerabilità e un altro sulle possibilità economiche reali di ciascuna famiglia. Con questi dossier, i mediatori si recano dagli istituti di credito per offrire proposte diverse. I negoziatori sono notai della Fundaciòn Signum, ente che ha vinto il bando pubblico per offrire questo servizio, vincendo sull'ordine degli avvocati e dei commercialisti. La presenza di questi negoziatori a titolo gratuito è fondamentale.
"Prima, le famiglie negoziavano con le banche, tuttavia in quella situazione accettavano un accordo peggiore rispetto a quando c'è un mediatore esperto che non ha angosce e che nel momento di trovare un accordo non ha un interesse privato da tutelare", aggiunge Higueras.
Alla domanda sulle critiche provenienti dai movimenti antisfratti e sulla promessa elettorale di fermare gli sgomberi, la consigliera ammette l'errore di comunicazione e si addossa la colpa: "È vero che nel programma dicevamo che avremmo messo un punto agli sfratti. Il malinteso arriva quando io dico che questo avverrà dentro la legalità", spiega. Tuttavia considera che la sfumatura, in un Comune dove la sindaca è magistrata, "ha un suo peso", e per questo motivo ripete che le decisioni del tribunale vanno rispettate. "Noi non tiriamo pietre né ci leghiamo alle porte. Fermeremo gli sfratti rimanendo nella legalità e facendo tutto quello che è possibile".
Per accedere a questo servizio bisogna avere i seguenti requisiti: la casa deve essere a Madrid, il prestito non deve superare i 300mila euro, e deve trattarsi di una casa sola e abituale. Nonostante questo, il bisogno di aiuto ha fatto sì che molte persone arrivino a questo ufficio con problemi differenti o da città lontane come Saragozza. Purtroppo la consigliera non può aiutarle.
La prossima sfida dell'"ufficio della speranza" arriverà a settembre, quando comincerà a occuparsi anche dell'impossibilità di pagare la rata del mutuo, nei casi di debolezza sociale o rischio di esclusione, come per esempio gli anziani e famiglie numerose.

Fonte: Huffington Post

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.