Un gruppo di cittadini italiani, di varie generazioni, esperienze e
provenienze , che vivono, lavorano o sono semplicemente rimasti in
Belgio per la loro pensione, ha voluto lanciare un appello per una sorta
di laboratorio in cui l’emigrazione italiana nuova e vecchia che si
considera di Sinistra possa confrontarsi su alcuni temi fondamentali
come lavoro ed economia, emigrazione ed immigrazione, diritti, ambiente,
antifascismo, questione morale, beni comuni ed Europa.
"In
questa bollente estate si susseguono dichiarazioni, interviste,
posizioni sulla crisi della sinistra in Italia e sulla necessità di ..
fare, subito, ma fare subito cosa?
Si può essere più o meno d’accordo
con questa o quella posizione, ma il vuoto che si è creato in Italia ha
una voce roboante , ed è un vuoto fatto di assenze, di non proposte, di
dubbi, perplessità, di errori, di scetticismo, quasi di fastidio, in
alcuni, quando si pronuncia la parola fatidica ‘Sinistra‘.
Per questo
un gruppo di cittadini italiani, di varie generazioni, esperienze e
provenienze, che vivono, lavorano o sono semplicemente rimasti in Belgio
per la loro pensione, ha voluto lanciare un appello per una sorta di
laboratorio in cui l’emigrazione italiana nuova e vecchia che si
considera di Sinistra (nella pluralità che questa parola anche oggi
assume) possa confrontarsi su alcuni temi fondamentali come lavoro ed
economia, emigrazione ed immigrazione, diritti, ambiente, antifascismo,
questione morale, beni comuni ed Europa.
Un laboratorio dove si
privilegia un metodo di lavoro, che vuole essere partecipativo e
collettivo e non parta da sigle, contenitori ipotetici, generali senza
esercito, personalismi leaderistici, che dopo i frustranti e negativi
risultati di questi ultimi anni, risultano ancora più stucchevoli.
Un
laboratorio dove non si chiede a nessuno di trascurare o lasciare, ove
presenti, le organizzazioni esistenti di cui si fa parte.
Un processo
inclusivo, che inizia dai valori, per verificare cosa ci accomuna e
cosa ci separa, lavorando sopratutto insieme ed ascoltandoci
reciprocamente, mettendo da parte barriere preconcette, che gli eventi
degli ultimi decenni hanno inevitabilmente contribuito a costruire.
Dovrà
anche essere affrontata, almeno parzialmente, la questione del come si
declinano in azioni e proposte, dei valori che consideriamo comuni.
Perchè magari defininendosi anti-austerity o per un migliore sistema
sociale, forse si riesce a fare un buon risultato elettorale, forse
persino ad andare al governo. Ma senza una convergenza sul “che fare”
rischieremmo di rivedere un film gia’ visto solo 10 o 20 anni fa.
Insomma,
pensiamo ad un percorso che debba camminare necessariamente su due
gambe: quello ideale e valoriale e quello concreto delle proposte. Un
percorso con una conclusione per niente scritta e pre-confezionata.
Ognuno
di noi parlera’con altri e con altre, anche –e sopratutto- con coloro
che da tempo sono lontani da un impegno militante o soltanto vagamente
politico, o magari non l’hanno mai avuto, per arrivare ad un momento di
confronto il 2 Ottobre a Bruxelles, per gettare le basi del nostro
confronto e cominciare a capire se esistono i presupposti per costruire
un’alternativa comune. La nostra platea è costituita dagli oltre 250.000
italiani residenti in Belgio, nella speranza che il nsotro esempio sia
da stimolo anche in altri paesi del mondo dove si conta una presenza
italiana che ammonta a circa quattro milioni di persone".
L’appello integrale si trova qui
Fonte: controlacrisi.org
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