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di Roberto Ciccarelli
Il 25 per cento degli studenti universitari italiani saranno
esclusi dalle borse di studio a causa della riforma del nuovo Isee, il
nuovo indicatore della situazione economico-patrimoniale adottato
lo scorso gennaio. Per gli studenti della Rete della conoscenza la
situazione è drammatica: il conteggio dei redditi esenti ai fini
Irpef e la rivalutazione del patrimonio immobiliare per il
calcolo dell’Imu costringeranno migliaia di borsisti in
graduatoria a non ripresentare la domanda, certi di essere esclusi
dal beneficio di un diritto fondamentale. In questo modo non
risultano nemmeno come «non idonei» e dunque spariscono dai radar
che registrano gli studenti che hanno bisogno della borsa. La
situazione è frastagliata, visto che ogni regione segue la propria
normativa e lavora su un calendario diverso.
Il sindacato studentesco ha interpellato le singole aziende
per il diritto allo studio, ottenendo una fotografia della
situazione particolarmente precisa.
Il picco negativo delle
rinunce lo ha registrato la Puglia con il 30%, segue la Toscana con il
25% e l’Emilia con il 18%. «Perché nessuno ha previsto un impatto
così devastante sulla platea degli idonei di borsa, nemmeno il
ministero del lavoro che ancora a marzo parlava di un aumento medio
dell’Isee di circa il 10%? — domanda Alberto Campailla, portavoce del
coordinamento universitario Link – A tutti era sfuggito che il
vero problema non sarebbe stato l’Isee, bensì l’Ispe». L’indicatore di
situazione patrimoniale equivalente (Ispe) è calcolato dividendo
l’importo dell’Indicatore della Situazione Patrimoniale (Isp) del
nucleo familiare dello studente per il coefficiente della scala di
equivalenza corrispondente ai componenti del nucleo familiare.
Da uno studio dell’Istituto regionale toscano di programmazione
economica (Irpet) risulta che il parametro che ha alterato
gravemente il sistema delle borse di studio è proprio l’Ispe. La
riforma lo ha raddoppiato e su questo dato pesa la rivalutazione
della prima casa.
Il dato dimostra che i più colpiti non sono studenti provenienti
da famiglie agiate. La Rete della conoscenza chiede l’abolizione
dell’Ispe come criterio distinto dall’Isee, anche perché non rientra
tra i criteri di selezione degli idonei), una sanatoria per chi
è stato escluso quest’anno e l’innalzamento a 23 mila euro della soglia
Isee. Per l’Unione degli universitari (Udu) saranno migliaia gli
«esodati» dal diritto allo studio. Per questo hanno predisposto
uno sportello online (www.sosisee.it)
dove si possono compilare questionari e avere informazioni per
capire la propria situazione. «L’incremento medio nel passaggio
dalla vecchia alla nuova Isee è del 10% e può raggiungere picchi
fino al 20% – sostiene Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Udu
– Questi studenti risultano più ricchi pur non avendo avuto
variazioni di reddito e pagheranno addirittura tasse
universitarie più salate. È fondamentale che gli studenti si
facciano sentire per difendere il loro diritto allo studio»
Fonte: il manifesto
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