La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 3 settembre 2015

Sul toto-cattedra decide il Grande Fratello-Miur

di Roberto Ciccarelli
Solo in Ita­lia l’assunzione a tempo inde­ter­mi­nato nella scuola peg­giora le con­di­zioni delle per­sone invece di miglio­rarle. Alla mez­za­notte di ieri sui 9 mila docenti pre­cari che hanno rice­vuto via mail la pro­po­sta di assun­zione pre­vi­sta dalla cosid­detta “fase B” della «buona scuola» di Renzi ben 7 mila saranno costretti ad emi­grare dal Sud al Nord. L’ora attesa da sem­pre l’hanno pas­sata in fami­glia o tra amici, scan­dendo i secondi, pro­prio come se fosse Capo­danno, davanti al Pc o curvi sugli smart­phone. Dopo anni di pre­ca­riato, e cen­ti­naia di chi­lo­me­tri per­corsi in mac­china o in treno, la lunga veglia ha por­tato cat­tive noti­zie per la stra­grande mag­gio­ranza dei nuovi assunti.
Sulla tratta Taranto-Ascoli
Dalla Cam­pa­nia alla Sici­lia dovranno tra­sfe­rirsi entro dieci giorni in Pie­monte, Lom­bar­dia o Veneto e dovranno pen­sare a tro­varsi una casa, a ripen­sare il piano delle spese, par­tendo da uno sti­pen­dio che è uno dei più bassi dei paesi Ocse: 1300/1400 euro men­sili. Elena La Gioia, pre­si­dente del Comi­tati inse­gnanti pre­cari nazio­nale (Cip), ha denun­ciato il caso di una pre­ca­ria di 62 anni di Taranto, assunta a Ascoli Piceno. Nel suo caso la distanza è «solo» di 500 chi­lo­me­tri. L’insegnante sarà però assunta su una mate­ria per la quale è abi­li­tata, ma che nella sua lunga car­riera ha pra­ti­cato solo per due set­ti­mane. A una man­ciata di anni dalla pen­sione dovrà improv­vi­sarsi. Se rinun­cia, per­derà il posto. Que­sto è il ricatto.
Sola, con un bam­bino, a Novara
Rag­giun­giamo al tele­fono Anna, 38 anni, inse­gnante di ita­liano alle supe­riori a Bari e pro­vin­cia. Pre­ca­ria da 9 anni, ha deciso di pre­sen­tare la domanda: «Non posso per­met­termi di restare par­cheg­giata nelle gra­dua­to­rie ad esau­ri­mento e di non lavo­rare più – rac­conta – Spe­ravo di non rien­trare nella fase B, ma nella C. Spe­rano di con­ti­nuare a lavo­rare vicino casa con le sup­plenze brevi. Pur­troppo sono abi­li­tata per il soste­gno nelle scuole medie, dove non ho pun­teg­gio. Per que­sto il signor Renzi mi ha man­dato in pro­vin­cia di Novara. Porto con me il mio bam­bino di 20 mesi, senza il quale non posso vivere, e lascio un marito in lacrime a Bari in una casa appena acqui­stata con un mutuo. Lo sti­pen­dio lo spen­derò per l’asilo e l’affitto. Rive­drò mio marito a Natale, visto che lavora qui anche la dome­nica. E pen­sare che avrei preso il ruolo tra qual­che anno lavo­rando nella mia città come ho fatto fino ad oggi».
La ruota della for­tuna
C’è anche chi è stato più for­tu­nato alla lot­te­ria dei posti riser­vati ai prof con la vali­gia. È il caso di M.R, 38 anni, che andrà a inse­gnare a Asti e vive in pro­vin­cia di Ales­san­dria, 60 chi­lo­me­tri appena. «A mez­za­notte e un quarto mi sono col­le­gata col bat­ti­cuore. La prima rea­zione è stata di gioia. Non resto a casa, ma poteva andare peg­gio». Due figli di 2 anni e 16 mesi, e dieci anni di pre­ca­riato, con cat­te­dra a Catan­zato, a Novi Ligure. La rou­lette ha fatto il giro giu­sto, per for­tuna. Non sa ancora dove andrà a inse­gnare. «Guar­derò nei pros­simi giorni sul sito dell’ufficio sco­la­stico regio­nale della pro­vin­cia, ma è andata».
Sei stata nomi­nata!
Il rac­conto della rice­zione di que­ste mail mini­ste­riali ieri è diven­tato l’occasione di una gigan­te­sca nar­ra­zione col­let­tiva che da Nord al Sud, e vice­versa, ha riem­pito le bache­che face­book e i forum dei siti spe­cia­liz­zati tra­sfor­mando la scuola in una scon­vol­gente pun­tata del «Grande Fra­tello». «L’aspirante docente ha par­te­ci­pato alle ope­ra­zioni di assun­zione della fase B è stato nomi­nato», oppure «non è stato nomi­nato», si è letto in maniera alter­nata sulle time­line. Molti hanno gioito per non essere stati assunti. Per ora. Per i 55 mila docenti aventi diritto l’ora X è riman­data a novem­bre, tempo per i pre­sidi per appro­vare i piani dell’offerta for­ma­tiva, e per il Miur per chia­rire il destino dei docenti, can­di­dati seria­mente a fare da tap­pa­bu­chi nell’organico di poten­zia­mento. Inse­gnanti esperti, con cur­ri­cula lun­ghi una qua­re­sima, in alcuni casi rico­no­sciuti esperti di mate­rie filo­so­fi­che o scien­ti­fi­che all’università, temono che al pros­simo giro potrebbe andar­gli peg­gio. Grandi sono le incognite.
Tacere e obbe­dire. Rinun­ciare ai diritti acqui­siti e pagare di tasca pro­pria affitti e tra­sporti per con­ti­nuare a lavo­rare. Que­sto è il pro­blema per un’intelligenza dif­fusa umi­liata e punita. «Aves­sero ade­guato l’organico di fatto a quello di diritto le assun­zioni sulla mate­ria ci sareb­bero state, ma vuoi met­tere avere una ple­tora di inse­gnanti tap­pa­bu­chi che i pre­sidi pos­sono met­tere a fare quello che vogliono? — scrive M.P. — non sono né migliore né peg­giore di altri. Il fatto è che ho delle com­pe­tenze e una certa espe­rienza pro­fes­sio­nale che non verrà uti­liz­zata. Quello che fa rab­bia di que­sta riforma è che anche da un punto di vista neo­li­be­ri­sta come quello di Renzi è insen­sata. Si assu­mono per­sone per fare un lavoro che non è il loro».
Ita­lia orwel­liana
Per il pre­si­dente del Con­si­glio­Renzi tutto va bene. «Abbiamo messo fine al pre­ca­riato – ha detto, a rischio di risul­tare sprez­zante – c’è chi non è con­tento per­ché deve spo­starsi di qual­che chi­lo­me­tro per­ché è assunto non quando spe­rava lui. Stiamo cer­cando di dare con­ti­nuità edu­ca­tiva e didat­tica». E poi, minac­cioso: «La legge sulla scuola non è che un ini­zio». Anche la linea del Miur-Grande Fra­tello è mini­miz­zare. Per la mini­stra dell’Istruzione Ste­fa­nia Gian­nini, in fondo, sono «solo» in 7 mila a emi­grare sui 38 mila inse­gnanti assunti tra fase «zero», «A» e «B», 14 mila sul soste­gno. Com­ples­si­va­mente, la mobi­lità sulle 102 mila assun­zioni — uno su due ha meno di 40 anni e l’87,3% è donna — è cal­co­la­bile tra il 10 e 15%, tra le 10 e le 15 mila per­sone. Un dato, secondo Gian­nini, «fisio­lo­gico in un paese molto lungo, con uno squi­li­brio di posti dispo­ni­bili». «Se quello che noi stiamo facendo — ha aggiunto — è un fatto su cui dispe­rarsi o festeg­giare se non ti coin­volge, viviamo in un altro mondo».
Che il governo viva in un altro mondo, è certo. Le assun­zioni di ieri sono infatti avve­nute «al buio». I can­di­dati hanno accet­tato una desti­na­zione senza cono­scere le gra­dua­to­rie delle pre­fe­renze espresse, igno­rando dun­que dove chie­dere l’assunzione. La beffa è che gli inse­gnanti assunti in fase C, con un pun­teg­gio infe­riore, potreb­bero otte­nere sedi migliori, più vicine a casa. Il caos è all’inizio. Migliaia di per­sone dipen­dono dalla cecità di un algo­ritmo al quale il Miur-Grande Fra­tello ha affi­dato il loro futuro.

Foto: Il manifesto

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