La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 5 settembre 2015

Un voto per far ripartire l’Italia. Un appello e una petizione

Una mar­tel­lante cam­pa­gna rilan­ciata dalla grande mag­gio­ranza degli stru­menti di infor­ma­zione vuole con­vin­cerci che per sbloc­care l’Italia c’è biso­gno delle «riforme» costi­tu­zio­nali e isti­tu­zio­nali pro­pu­gnate dal governo Renzi.
In realtà lo stra­vol­gi­mento della Costi­tu­zione e del sistema elet­to­rale, come della pub­blica ammi­ni­stra­zione e della scuola, non ten­dono a sbloc­care l’Italia, ma con­ver­gono verso un unico fine, quello di «bloc­care» la demo­cra­zia, met­tere le gana­sce agli isti­tuti repub­bli­cani che garan­ti­scono l’equilibrio dei poteri e la par­te­ci­pa­zione dei cit­ta­dini alla deter­mi­na­zione della poli­tica nazio­nale. E per que­sta via restau­rare una nuova forma di governo oli­gar­chico, svin­co­lato dal rispetto dei beni pub­blici che la Costi­tu­zione ha attri­buito al popolo italiano.

La riforma elet­to­rale, com­bi­nata con la con­tro­ri­forma costi­tu­zio­nale, che eli­mina il Senato come organo eletto dai cit­ta­dini e rap­pre­sen­ta­tivo della sovra­nità popo­lare, che sot­trae alle Regioni il governo del ter­ri­to­rio, rea­lizza un modello ine­dito di «pre­mie­rato asso­luto», con un’inusitata con­cen­tra­zione di potere nelle mani del Governo e del suo capo, attri­buendo di fatto ad un unico par­tito — che potrebbe anche essere espres­sione di una ristretta mino­ranza di elet­tori — potere ese­cu­tivo e potere legi­sla­tivo, con­di­zio­nando, altresì, la nomina del Pre­si­dente della Repub­blica, dei com­po­nenti della Corte Costi­tu­zio­nale e del Con­si­glio Supe­riore della Magi­stra­tura, orga­ni­smi di garan­zia fon­da­men­tali per la vita della demo­cra­zia come l’ha costruita la Costi­tu­zione nata dalla Resistenza.
La cen­tra­lità del Par­la­mento, posta da madri e padri Costi­tuenti a pre­si­dio delle libertà dei cit­ta­dini, viene rove­sciata. La fidu­cia, dopo que­sto stra­vol­gi­mento, in realtà non andrebbe più dal Par­la­mento al Governo, ma dal Capo del Governo (che di fatto nomina la mag­gio­ranza dei depu­tati) al Par­la­mento. Così il Senato diven­te­rebbe un organo del tutto postic­cio, senza una reale auto­no­mia, men­tre la Camera dei Depu­tati sarebbe sog­getta, in forza di un enorme pre­mio di mag­gio­ranza, all’egemonia di un par­tito unico, nel qua­dro di un dra­stico ridi­men­sio­na­mento della rap­pre­sen­ta­ti­vità popolare.
È neces­sa­rio fer­mare que­sto pro­cesso per sbloc­care la demo­cra­zia, resti­tuendo potere alle cit­ta­dine ed ai cit­ta­dini e ricon­du­cendo l’esercizio dei poteri nell’ambito della lega­lità repub­bli­cana, che non pre­vede sedi par­la­men­tari che non siano elette diret­ta­mente dal corpo elet­to­rale, men­tre è del tutto pos­si­bile dif­fe­ren­ziare i ruoli delle due camere, pur elette da cit­ta­dine e cit­ta­dini. Non si può con­sen­tire a un Par­la­mento, la cui com­po­si­zione è stata giu­di­cata ille­git­tima dalla Corte Costi­tu­zio­nale per­ché non rispec­chia la volontà espressa dagli elet­tori, di modi­fi­care, a colpi di una risi­cata mag­gio­ranza, le regole che garan­ti­scono i diritti poli­tici di tutti i cittadini.
Per que­sto è impor­tante che la con­tro­ri­forma costi­tu­zio­nale venga ripen­sata — se non pro­fon­da­mente modi­fi­cata — ora nel suo pas­sag­gio al Senato che si pre­senta deci­sivo; per di più la sua boc­cia­tura ren­de­rebbe inge­sti­bile il nuovo sistema elet­to­rale, con­ce­pito per un sistema mono­ca­me­rale, aprendo la strada a un reale cambiamento.
Chie­diamo a tutte le cit­ta­dine ed i cit­ta­dini che hanno a cuore la Costi­tu­zione e la demo­cra­zia di far sen­tire alta la loro voce di dis­senso ai mem­bri del Senato, in ogni città, in ogni col­le­gio elet­to­rale, chie­dendo un voto per far ripar­tire l’Italia sbloc­cando la demo­cra­zia, senza cedere al ricatto dello scio­gli­mento delle Camere, deci­sione che non spetta al Capo del Governo.

*** Pie­tro Adami, Cesare Ante­to­maso, Gae­tano Azza­riti, Fran­ce­sco Baic­chi, Mauro Beschi, Felice Beso­stri, Fran­ce­sco Bilan­cia, San­dra Bon­santi, Aldo Bozzi, Giu­seppe Bozzi, Lorenza Car­las­sare, Clau­dio De Fio­res, Enzo Di Sal­va­tore, Anna Fal­cone, Anto­nello Falomi, Ste­fano Fas­sina, Gianni Fer­rara, Tom­maso Ful­faro, Dome­nico Gallo, Raniero La Valle, Gio­vanni Palom­ba­rini, Pan­cho Pardi, Livio Pepino, Franco Russo, Anto­nia Sani, Mas­simo Vil­lone, Vin­cenzo Vita Per ade­rire: http://​www​.change​.org/​p​/​s​e​n​a​t​o​-​d​e​l​l​a​-​r​e​p​u​b​b​l​i​c​a​-​s​b​l​o​c​c​a​r​e​-​l​a​-​d​e​m​o​c​r​a​z​i​a​-​p​e​r​-​f​a​r​ -​r​i​p​a​r​t​i​r​e​-​l​-​i​t​a​lia

Fonte: il manifesto

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