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Una martellante campagna rilanciata dalla grande
maggioranza degli strumenti di informazione vuole convincerci che
per sbloccare l’Italia c’è bisogno delle «riforme» costituzionali
e istituzionali propugnate dal governo Renzi.
In realtà lo stravolgimento della Costituzione e del sistema
elettorale, come della pubblica amministrazione e della scuola,
non tendono a sbloccare l’Italia, ma convergono verso un unico fine,
quello di «bloccare» la democrazia, mettere le ganasce agli
istituti repubblicani che garantiscono l’equilibrio dei poteri e la
partecipazione dei cittadini alla determinazione della
politica nazionale. E per questa via restaurare una nuova forma di
governo oligarchico, svincolato dal rispetto dei beni pubblici che
la Costituzione ha attribuito al popolo italiano.
La riforma elettorale, combinata con la controriforma
costituzionale, che elimina il Senato come organo eletto dai
cittadini e rappresentativo della sovranità popolare, che
sottrae alle Regioni il governo del territorio, realizza un modello
inedito di «premierato assoluto», con un’inusitata
concentrazione di potere nelle mani del Governo e del suo capo,
attribuendo di fatto ad un unico partito — che potrebbe anche essere
espressione di una ristretta minoranza di elettori — potere
esecutivo e potere legislativo, condizionando, altresì, la nomina
del Presidente della Repubblica, dei componenti della Corte
Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura,
organismi di garanzia fondamentali per la vita della democrazia
come l’ha costruita la Costituzione nata dalla Resistenza.
La centralità del Parlamento, posta da madri e padri Costituenti
a presidio delle libertà dei cittadini, viene rovesciata. La
fiducia, dopo questo stravolgimento, in realtà non andrebbe più dal
Parlamento al Governo, ma dal Capo del Governo (che di fatto nomina
la maggioranza dei deputati) al Parlamento. Così il Senato
diventerebbe un organo del tutto posticcio, senza una reale
autonomia, mentre la Camera dei Deputati sarebbe soggetta, in forza
di un enorme premio di maggioranza, all’egemonia di un partito
unico, nel quadro di un drastico ridimensionamento della
rappresentatività popolare.
È necessario fermare questo processo per sbloccare la
democrazia, restituendo potere alle cittadine ed ai cittadini
e riconducendo l’esercizio dei poteri nell’ambito della legalità
repubblicana, che non prevede sedi parlamentari che non siano
elette direttamente dal corpo elettorale, mentre è del tutto
possibile differenziare i ruoli delle due camere, pur elette da
cittadine e cittadini. Non si può consentire a un Parlamento, la
cui composizione è stata giudicata illegittima dalla Corte
Costituzionale perché non rispecchia la volontà espressa dagli
elettori, di modificare, a colpi di una risicata maggioranza, le
regole che garantiscono i diritti politici di tutti i cittadini.
Per questo è importante che la controriforma costituzionale
venga ripensata — se non profondamente modificata — ora nel suo
passaggio al Senato che si presenta decisivo; per di più la sua
bocciatura renderebbe ingestibile il nuovo sistema elettorale,
concepito per un sistema monocamerale, aprendo la strada a un reale
cambiamento.
Chiediamo a tutte le cittadine ed i cittadini che hanno a cuore
la Costituzione e la democrazia di far sentire alta la loro voce di
dissenso ai membri del Senato, in ogni città, in ogni collegio
elettorale, chiedendo un voto per far ripartire l’Italia sbloccando
la democrazia, senza cedere al ricatto dello scioglimento delle
Camere, decisione che non spetta al Capo del Governo.
*** Pietro Adami, Cesare Antetomaso, Gaetano Azzariti,
Francesco Baicchi, Mauro Beschi, Felice Besostri, Francesco
Bilancia, Sandra Bonsanti, Aldo Bozzi, Giuseppe Bozzi, Lorenza
Carlassare, Claudio De Fiores, Enzo Di Salvatore, Anna Falcone,
Antonello Falomi, Stefano Fassina, Gianni Ferrara, Tommaso
Fulfaro, Domenico Gallo, Raniero La Valle, Giovanni Palombarini,
Pancho Pardi, Livio Pepino, Franco Russo, Antonia Sani, Massimo
Villone, Vincenzo Vita
Per aderire:
http://www.change.org/p/senato-della-repubblica-sbloccare-la-democrazia-per-far
-ripartire-l-italia
Fonte: il manifesto
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