La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 31 agosto 2015

Come il libero mercato ha ucciso New Orleans

di Michael Parenti
Dieci anni fa l’uragano Katrina ha colpito New Orleans. Oggi i media sono pieni di articoli al riguardo. Tuttavia oggi come allora i nostri guru tralasciano la storia vera. Questo l’ho scritto nel 2005.
Il libero mercato ha avuto un ruolo cruciale nella distruzione di New Orleans e nella morte di migliaia dei suoi residenti nel 2005. Preavvertiti che un uragano epocale di categoria 5 avrebbe potuto colpire la città e le aree circostanti che cosa hanno fatto i dirigenti? Si sono affidati al libero mercato. Hanno annunciato che tutti dovevano evacuare. Ci si aspettava che tutti individuassero il proprio percorso via dall’area del disastro con mezzi privati, proprio come fa la gente quando un disastro colpisce i paesi libero-mercatisti del Terzo Mondo.
E’ una cosa magnifica questo libero mercato in cui ogni individuo persegue il suo interesse privato e in tal modo determina un risultato ottimale per l’intera società. E’ così che la “mano invisibile” di Adam Smith compie le sue meraviglie in modi misteriosi.
A New Orleans non ci sarebbe stata nessuna delle irreggimentate evacuazioni collettiviste verificatesi a Cuba. Quando un potente uragano di categoria 5 aveva colpito quell’isola nel 2004 il governo di Castro, supportato dai comitati cittadini di quartiere e dai quadri locali del Partito Comunista, aveva evacuato 1,5 milioni di persone, più del 10 per cento della popolazione del paese. I cubani persero 20.000 case in quell’uragano, ma non rimase uccisa nemmeno una sola persona, un’impresa rincuorante che rimase largamente ignorata nella stampa statunitense.
Il Giorno Uno dell’uragano Katrina, 29 agosto 2005, era già chiaro che centinaia, forse migliaia, di statunitensi erano periti a New Orleans. Molti si erano “rifiutati” di evacuare, hanno spiegato i giornalisti, per semplice “testardaggine”.
Non è stato che il Giorno Tre che annunciatori televisivi ben pagati hanno cominciato a rendersi conto che migliaia di persone non erano fuggite perché non avevano un posto dove andare, né mezzi per arrivarci. Praticamente privi di contanti e con più di 100.000 persone senza auto proprie, molti hanno dovuto mettersi seduti tenendosi stretti e sperare per il meglio. Alla fine il libero mercato non ha funzionato molto bene per loro.
Molte di queste persone erano afro-americani a basso reddito, insieme con pochi bianchi poveri. Andrebbe ricordato che la maggior parte di loro avevano un lavoro prima che arrivasse l’inondazione. E’ questo che fa la maggior parte delle persone in questo paese: lavora, solitamente molto dure in occupazioni remunerate miseramente, a volte con più di un lavoro contemporaneamente. Sono poveri non perché sono pigri, ma perché sono pagati con salari da fame e contemporaneamente gravati di prezzi elevati, affitti elevati e imposte regressive.
Il libero mercato ha avuto un ruolo in altri modi. Il programma del presidente G.W.Bush consisteva nel tagliare all’osso i servizi governativi e far dipendere la gente dal settore privato per le cui di cui poteva aver necessità. Ha tagliato 30 milioni di dollari di stanziamenti per il controllo delle inondazioni. Ha tagliato ulteriori 71,2 milioni di dollari dal bilancio dei Corpi degli Ingegneri di New Orleans, una riduzione del 44 per cento. Piani per rafforzare le dighe di New Orleans e aggiornare il sistema di pompaggio dell’acqua hanno dovuto essere accantonati.
Il personale dei Corpi degli Ingegneri dell’Esercito aveva cominciato a costruire nuove dighe molti anni prima dell’uragano Katrina, ma molti di loro erano stati tolti da tali progetti e inviati in Iraq, dove erano necessari per assistere l’impero nelle sue guerre.
In realtà non è stato l’uragano a distruggere New Orleans. Katrina ha sterzato e colpito pari del Mississippi molto più gravemente. A New Orleans la maggior parte delle distruzioni è stata causata dall’inondazione seguito al crollo delle dighe, un’inondazione che da tempo era temuta da molti.
Il Giorno Tre Bush è andato in onda è ha dichiarato in un’intervista televisiva in diretta: “Penso che nessuno avesse previsto quel crollo delle dighe”. Giusta un’altra menzogna fuoruscita dalle sue labbra. L’inondazione catastrofica di New Orleans era stata prevista da esperti delle tempeste, ingegneri, giornalisti della Louisiana, dirigenti statali e persino da alcune agenzie federali. Ogni sorta di persone prevedeva da anni il disastro, segnalando il pericolo dell’aumento del livello delle acque e la necessità di rinforzare le dighe e le pompe e di fortificare l’intera costa. Ma Bush scelse di fare il sordo.
Nella loro campagna per ridurre alla fame il settore pubblico i reazionari seguaci di Bush hanno consentito agli immobiliaristi di prosciugare vaste aree di acquitrini. Di nuovo, quella vecchia mano invisibile del libero mercato avrebbe dovuto prendersi cura delle cose. Perseguendo il proprio profitto privato gli immobiliaristi avrebbero dovuto, si presume, ideare risultati che ci avrebbero avvantaggiati tutti. Ma gli acquitrini della Louisiana servono da ammortizzatore e barriera naturale tra New Orleans e le tempeste che irrompono dal mare. E ormai da alcuni anni gli acquitrini stanno scomparendo a un ritmo spaventoso sulla costa del Golfo. Tutto ciò non è stato di alcun interesse per i reazionari della Casa Bianca.
Questo ci porta a un altro modo in cui il libero mercato ha contribuito a distruggere New Orleans. Affidandosi quasi interamente ai combustibili fossili come fonte di energia – molto più costosi, e perciò più redditizi, dell’energia solare, eolica e delle maree – il libero mercato ha contribuito fortemente al riscaldamento globale. Il riscaldamento globale, a sua volta, ha causato un drastico innalzamento dei livelli del mare. E livelli crescenti del mare hanno distrutto il margine protettivo delle barriere isolane e delle paludi lungo la costa della Louisiana. “Ogni anno”, ha scritto il New York Times, “altre 25 miglia quadrate, un’area circa delle dimensioni di Manhattan, affondano silenziosamente sotto le onde. In alcuni luoghi la costa [della Louisiana] è retrocessa di 15 miglia da dove si trovava negli anni ‘20”.
Il riscaldamento globale anche aumenta la ferocia delle tempeste. Le acque più calde e l’aria più calda creano una maggior evaporazione e consentono un accumulo maggiore mentre l’uragano passa sulle acque acquistando forza e impeto. Così Katrina è passato dalla categoria 3 alla categoria 5 nell’attraversare i Caraibi ed entrando nel Golfo del Messico. Un anno dopo Katrina l’amministrazione Bush ha bloccato la pubblicazione di rapporto rivelatore dell’Agenzia Nazionale dell’Atmosfera e degli Oceani. Il rapporto suggerisce che il riscaldamento globale sta contribuendo ad aumentare la forza e la frequenza degli uragani. Possiamo immaginare perché la Casa Bianca ha voluto sopprimere quel genere di informazione.
Quanto all’operazione di soccorso diffusamente criticata, i paladini del libero mercato amano affermare che il soccorso ai più sfortunati tra noi dovrebbe arrivare da interventi privati. Era una delle prediche preferite del presidente Ronald Reagan che la carità privata può svolgere il compito. Per molti giorni cruciali quella è in effetti sembrata essere la politica riguardo all’inondazione di New Orleans. Il governo federale non si vedeva da nessuna parte ma l’Esercito della Salvezza ha cominciato a radunare le sue truppe, come hanno fatto molte altre organizzazioni. Pat Robertson e la Christian Broadcasting Network [emittente televisiva evangelista – n.d.t.] – prendendosi un momento di pausa dalla missione divina di promuovere la nomina del giurista conservatore John Roberts alla Corte Suprema – ha sollecitato donazioni e ha annunciato l’”Operazione Benedizione” che è consistita in una spedizione molto pubblicizzata ma totalmente inadeguata di cibo in scatole e Sacre Bibbie alle vittime dell’uragano.
E’ entrata in azione la Croce Rossa, nel suo consueto stile originale. Il suo messaggio: “Non inviate cibo o coperte; inviate denaro”. Apparentemente la Croce Rossa preferiva comprarsi cibo e coperte propri. Ha ricevuto più di 800 milioni di dollari in tre settimane dopo la catastrofe ma non è riuscita a distribuirne la maggior parte. Una carovana di medici e infermiere dall’Ohio, carica di forniture mediche per circa settemila persone, ha raggiunto il Coliseum di New Orleans solo per sentirsi dire dalla Croce Rossa che non c’era bisogno di loro. Sono stati mandati indietro nonostante il personale medico all’interno del Coliseum continuasse a chiedere aiuto.
Arrivati al Giorno Tre pesino i media solitamente miopi hanno cominciato a rendersi conto dell’immenso fallimento dell’operazione di soccorso. La gente moriva perché i soccorsi non arrivavano. Specialmente colpiti erano i neonati, i vecchi, gli infermi e altri bisognosi di speciale attenzione medica. Le autorità sono sembrate più interessate ai saccheggi che a salvare le persone, più interessate al “controllo della folla”, che consisteva nel costringere migliaia di persone a restar confinate in aree vuote, prive del minimo di distrazioni e di ricoveri appropriati. La polizia, le truppe statali, gli uomini della Guardia Nazionale e il personale dell’esercito statunitense hanno dedicato più tempo ai pattugliamenti e a puntare le loro armi contro le persone che a soccorrerle o ad aiutarle in altro modo.
Sono sorte domande cui il mercato è sembrato incapace di rispondere. Chi era a capo dell’operazione di soccorso? Perché così pochi elicotteri e solo una piccola forza di equipaggi della Guardia Costiera? Perché agli elicotteri ci sono volute cinque ore per portar via sei persone da un ospedale? Quando avrebbe preso qualche vigore l’operazione di soccorso? Dov’erano i federali? Dov’erano le corriere e i camion? Dove le tende e latrine mobili? Le forniture mediche e l’acqua? Com’era che i giornalisti potevano entrare e uscire dalle aree inondate ma i soccorritori e le provviste no?
E dov’era la Homeland Security [Sicurezza Interna]? Che cosa aveva fatto la Homeland Security dei 33,8 miliardi di dollari stanziati a suo favore per l’anno fiscale 2005? Arrivati al Giorno Quattro quasi tutti i media principali stavano riferendo che la reazione del governo federale era “una disgrazia nazionale”. Nel frattempo George Bush faceva finalmente la sua apparizione in maniche di camicia a favore di telecamera in alcune aree ben selezionate del disastro impaziente di andare a giocare a golf.
Alla fine della prima settimana, come a dimostrare che la realtà è irrilevante, vari blogger del libero mercato stavano già proclamando una vittoria ideologica. Sostenevano che il fallimento nel gestire la crisi è prova che “il governo è inetto; non funziona”. Erano i singoli, le organizzazioni di beneficienza e le imprese private che erano intervenuti a soccorrere. Era stata Wal-Mart che aveva inviato tre camion a rimorchio carichi di acqua, era stata l’Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze (FEMA), parte della Homeland Security, che li aveva mandati indietro. Erano state famiglie private ad accogliere a casa loro i profughi, mentre il governo li aveva ammucchiati nel Superdome.
Qui si trascura il fatto che il grande afflusso di aiuti da privati cittadini, per quanto confortante, non ha fatto nulla per affrontare il problema dell’inondazione e della tempesta, dell’evacuazione, della sicurezza pubblica, della sicurezza della comunità, delle cure individuali di lungo termine, della riabilitazione e della ricostruzione delle infrastrutture.
Il governo non funziona, certo; sicuramente non funziona quando è nelle mani di reazionari che non hanno alcun desiderio di vederlo funzionare. New York è stata vittima di quegli ideologi di destra che si oppongono all’idea che il governo possa essere una forza salutare riguardo alle necessità sociali e ai servizi umani. I reazionari della Casa Bianca sarebbero molto felici di dimostrare che sul governo non si può contare quando si tratta di aiutare le comunità (specialmente le comunità a basso reddito e quelle minoranze etniche che sono roccaforti Democratiche). Così a Washington ci sono voluti quattro giorni per rispondere a richieste che fosse consentito l’arrivo in Louisiana di unità della Guardia Nazionale di altri stati.
Nonostante tutta la loro inerzia i funzionari della FEMA hanno avuto un ruolo spaventosamente attivo nel sabotare le consegne degli aiuti, rimandando indietro convogli di provviste e confinando o ordinando il dietrofront alle molte unità volontarie di soccorso che affluivano da altri stati. Le organizzazioni comunitarie, le chiese e gli altri gruppi di base che avevano portato e distribuito cibo a migliaia di persone non hanno ricevuto nemmeno un dollaro di rimborsi, né dalla Croce Rossa né dalla FEMA.
Naturalmente non dovrebbe passare sotto silenzio che i reazionari della casa bianca sono sostenitori selezionati del libero mercato. Vogliono smantellare i servizi umani, farla finita con le scuole pubbliche, le case popolari e le strutture sanitarie pubbliche; e vogliono abolire il ruolo disciplinatore del governo nell’economia industriale. Ma vogliono anche estendere il potere del governo in altre aree. Vogliono più potere per condurre sorveglianza, classificare informazioni ufficiali, controllare la morale privata, vaporizzare le libertà civili e sopprimere le pubbliche proteste. Vogliono un mucchio di coinvolgimento governativo quando si tratta di massicce sovvenzioni e contratti pubblici per gli Stati Uniti dell’industria, un’espansione illimitata della tecnologia bellica e militare e perpetui interventi all’estero. E’ la vittoria dell’impero sulla repubblica. Il governo non è al servizio del popolo. E’ il popolo al servizio del governo.
Dopo l’uragano Katrina, in un momento di toccante ironia, aiuti stranieri sono stati offerti da quasi cinquanta paesi, compresi molti paesi poveri quali Repubblica Dominicana, Honduras, India, Pakistan, Russia e Tailandia. Il Giorno Sette il Messico ha inviato convogli dell’esercito e una nave della marina carica di cibo, provviste e specialisti. Aerei tedeschi da carico sono arrivati con pasti pronti e un funzionario tedesco che ha pubblicamente manifestato la sua preoccupazione che i pasti non arrivassero a chi ne aveva bisogno (Deve aver visto i telegiornali).
Cuba – che ha una storia di invio di medici in dozzine di paesi, tra cui un riconoscente Sri Lanka durante il disastro dello tsunami – ha offerto quasi 1.600 medici e carichi di forniture mediche. Contemporaneamente il Venezuela ha offerto un milione di barili di benzina, 5 milioni di dollari in contanti, sistemi di purificazione dell’acqua e 50 tonnellate di cibo in scatola e acqua imbottigliata.
Prevedibilmente, le offerte di Cuba e del Venezuela sono state rifiutate dal Dipartimento di Stato USA. E a tutto il Giorno Dieci l’amministrazione Bush non aveva avuto nulla da dire sulla vasta varietà di provviste offerte da tutti gli altri paesi. Persone di tutto il mondo, avendo visto tutte le immagini televisive, stavano cominciando a pensare che forse gli Stati Uniti non erano realmente il paradiso in terra. Alla fine dalla Casa Bianca sono arrivati alcuni grazie riluttanti. Ma che inversione ridimensionatrice e insultante di ruoli che gli Stati Uniti stessero ricevendo aiuti da paesi quali il Messico o qualsiasi altro! Gli Stati Uniti Magnifici e Potenti, gli Stati Uniti Soccorritori Supremi e Leader del Mondo, gli Stati Uniti Fonte della Prosperità Globale quasi certamente non avrebbero accettato aiuti da paesi “falliti” del Terzo Mondo comunista come Cuba. Ma alla fine è stato permesso l’ingresso di aiuti provenienti dal capitalista Honduras, dalla capitalista Tailandia e da altre nazioni capitaliste.
Post scritto. A confermare il peggio di quanto è stato detto più sopra notiamo che un anno dopo il disastro di Katrina, pochissima assistenza arrivava ai poveri sfollati di New Orleans, la maggior parte dei quali affittuari. Una percentuale stimata tra il 60 e l’80 per cento delle unità in affitto della città era o distrutto o gravemente danneggiata. La maggior parte di esse era stata occupata da famiglie a basso o medio reddito. Miliardi in aiuti immobiliari sono arrivati ma il grosso è stato destinato ai proprietari. Gli affitti sono aumentati enormemente, in media del 40 per cento in tutta la città l’anno dopo l’uragano Katrina. Molti residenti a reddito più basso sono stati esclusi dal mercato a causa dei prezzi. Quanto più quelle proprietà da affittare marcivano nel clima caldo e umido della Louisiana, tanto più diventavano difficili da risanare. In alcune aree i proprietari hanno tentato di utilizzare il processo di recupero per liberare i loro quartieri di edifici residenziali di antica data che erano stati danneggiati dalla tempesta. “ Gli affittuari di New Orleans, pare, sono lasciati soli”.
Una nativa di New Orleans, Jill Pletcher, mi ha scritto: “La situazione qui – la città stessa – è un disastro. Topi e immondizia in tutti i posti “non turistici”, cioè nella maggior parte di New Orleans. Non è la New Orelans in cui sono cresciuta. Le sporche righe marrone alte sei metri sui lati degli edifici familiari dove l’acqua è rimasta per due settimane sono una vista che fa star male e il ricordo di un’atrocità nazionale, cui la gente oggi fa una smorfia nell’esprimere la propria ‘stanchezza di Katrina’”.
Ciò che il disastro di Katrina ha dimostrato chiaramente è stato che i reazionari della Casa Bianca non avevano né il desiderio né la decenza di provvedere ai loro cittadini comuni, nemmeno a quelli con l’acqua alla gola. Dopo l’uragano ho sentito qualcuno lamentare: “Bush sta cercando di salvare il mondo, quando non è neppure in grado di prendersi cura della sua stessa gente qui in patria”. Non del tutto vero. Egli si prende certamente ottima cura della sua gente, quella minuscola frazione dell’un per cento, i super-ricchi. E’ solo che i lavoratori di New Orleans non fanno parte del suo pubblico.

Fonte: ZNET Italy
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

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